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Papa Francesco, le sue perplessità su social media e intelligenza artificiale

Business • 22 avr. 2025 à 16:04
4 min de lecture
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Papa Francesco, morto lunedì all’età di 88 anni, non è stato soltanto un Pontefice riformista sotto il profilo teologico e sociale, ma anche un interprete profondo delle sfide del nostro tempo, in particolare quelle legate alla tecnologia e all’intelligenza artificiale (AI). Un approccio raro per un leader spirituale, che lo ha visto protagonista, in vita, di riflessioni, messaggi e persino di un celebre deepfake che lo ha reso virale sui social media.

Il Papa nel Moncler: il caso virale dell’immagine generata dall’AI

Nel 2023, una foto diventata immediatamente virale raffigurava il Papa mentre camminava in Piazza San Pietro indossando un appariscente piumino bianco Moncler e una lunga collana con crocifisso tempestato di gioielli.

L’immagine, sorprendentemente realistica, era stata generata da un’intelligenza artificiale ed è diventata simbolo della nuova era della disinformazione visiva. Francesco non commentò direttamente il caso, ma nei mesi successivi tornò più volte sul tema della verità, del pericolo dei contenuti manipolati e della necessità di un uso responsabile della tecnologia.

Un messaggio umano nell’era degli schermi

Nelle sue ultime preghiere pubbliche, Papa Francesco ha affrontato con chiarezza la questione dell’uso quotidiano della tecnologia. “C’è qualcosa di sbagliato se passiamo più tempo al cellulare che con le persone,” aveva detto in un video di aprile, pubblicato sul canale YouTube ufficiale del Vaticano. L’appello era semplice ma potente: “Guardatevi più negli occhi e meno negli schermi.” Il Pontefice aveva invitato a usare la tecnologia per il bene, per unire le persone e non per isolarle.

L’etica dell’intelligenza artificiale secondo il Vaticano

A gennaio, il Vaticano ha pubblicato un documento dottrinale dal titolo Antiqua et Nova, una “Nota sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana” che rifletteva il pensiero di Francesco e tracciava linee guida etiche precise. Il documento sostiene che l’IA debba integrare, e non sostituire, l’intelligenza umana. E mette in guardia contro l’uso di armi autonome e i sistemi capaci di colpire senza controllo umano, definiti “motivo di grave preoccupazione etica”.

Il testo, articolato in 117 paragrafi, analizza il potenziale dell’AI nel campo dell’educazione e della sanità, ma avverte anche dei rischi di una medicina “per ricchi” e dell’impoverimento del rapporto umano tra medico e paziente. Il Papa stesso aveva definito l’IA un “rischio esistenziale”, capace di minacciare la sopravvivenza dell’umanità se utilizzata senza coscienza.

Fake news, deepfake e disinformazione: la battaglia per la verità

Tra i temi più forti del documento figura il problema della disinformazione generata da AI, in particolare i deepfake, la manipolazione dei contenuti visivi e la diffusione di fake news. Il Vaticano avverte che tali contenuti possono degradare la dignità umana, promuovere odio e intolleranza, e spingere le persone a perdere il senso della realtà. “Chi crea e condivide contenuti che sfruttano i deboli e i vulnerabili – si legge – si rende complice di un mondo più crudele.”

Intelligenza artificiale e fede: il rischio dell’idolatria

Il documento tocca anche un tema raramente affrontato nel dibattito sull’AI: la fede. L’allontanamento dal sacro e la ricerca di significato nelle risposte automatiche dei sistemi intelligenti vengono bollati come una “nuova forma di idolatria”. Secondo il testo, l’uomo rischia di sostituire Dio con artefatti creati dalla propria intelligenza, dimenticando che “la comunione con Dio è l’unico vero luogo in cui si può trovare pienezza e senso.”

Con Papa Francesco scompare non solo un leader spirituale, ma anche una voce lucida e profetica nel dialogo tra fede e tecnologia. In un’epoca in cui l’umanità è chiamata a confrontarsi con le implicazioni morali dell’intelligenza artificiale, la sua eredità offre una bussola etica fondata sulla dignità della persona, sul valore delle relazioni e sulla ricerca del bene comune.