Bruxelles respinge la pressione americana: relazioni con Cina e Usa restano “questioni distinte"

Bruxelles ha smentito l’intenzione di volersi allineare alle indicazioni del presidente Donald Trump, secondo cui gli alleati dovrebbero scegliere tra Washington e Pechino per beneficiare di esenzioni dai dazi imposti dagli Usa.
Pur in assenza di una richiesta ufficiale da parte della Casa Bianca, Trump ha lasciato intendere in un’intervista a Fox News che l’America Latina – e implicitamente anche altri partner – “forse dovrebbero” sganciarsi dalla Cina per restare nelle grazie di Washington.
La risposta dell’Ue: Cina e Usa “due questioni distinte”
“La nostra politica commerciale con gli Stati Uniti è separata dalla nostra relazione con la Cina”, ha chiarito Arianna Podestà, portavoce della Commissione, durante un briefing con la stampa.
Bruxelles insiste sul fatto che i colloqui con Washington proseguiranno indipendentemente dai rapporti con Pechino e ribadisce che la strategia europea è basata sul “de-risking”, non sul “decoupling” (decoupling o disaccoppiamento, indica la separazione o disallineamento di due o più elementi che in precedenza erano strettamente correlati), come già espresso dalla presidente Ursula von der Leyen.
Il "de-risking" è invece il nome dato alla strategia inaugurata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante il suo primo mandato. Von der Leyen ha usato questo termine per descrivere la riduzione delle dipendenze vulnerabili dalla Cina che l'Ue ha costruito negli ultimi decenni, in particolare in settori sensibili come l'alta tecnologia e i beni a doppio uso.
La Cina avverte: “Contromisure reciproche” se esclusa dagli accordi
Intanto, Pechino ha reagito duramente alle ipotesi di esclusione dai tavoli negoziali occidentali. Il ministero del Commercio cinese ha avvertito che “la Cina non accetterà mai accordi raggiunti a sue spese” e si dice pronta a rispondere con “contromisure risolute”.
Negli ultimi anni, la Cina è stata accusata di usare le catene di approvvigionamento come leva geopolitica, limitando l’esportazione di materiali strategici in risposta alle sanzioni occidentali.
Von der Leyen, la nuova linea Ue sulla Cina
Nel suo primo mandato, Ursula von der Leyen ha promosso un approccio severo nei confronti di Pechino, ma oggi il tono appare più sfumato. Parla ora di una politica estera “transazionale”, che cerca cooperazione anche con Paesi che non condividono i valori dell’Ue.
Dopo l’annuncio di Trump di nuovi “dazi reciproci”, che hanno turbato i mercati globali, la presidente della Commissione ha avuto un colloquio con il premier cinese Li Qiang. Entrambe le parti hanno confermato la volontà di mantenere relazioni economiche forti, annunciando un vertice Ue-Cina a luglio.
Crescita cinese, dumping e sovraccapacità: i timori di Bruxelles
Nonostante il dialogo in corso, Bruxelles teme l’effetto domino delle tariffe americane. L’Ue si trova potenzialmente esposta alla sovraccapacità produttiva cinese, con il rischio di dumping nel proprio mercato.
“Non possiamo assorbire l’eccesso di produzione globale né accettare pratiche sleali”, ha dichiarato von der Leyen, ribadendo che ogni apertura commerciale dovrà tenere conto della sicurezza economica e strategica dell’Europa.
I numeri dell’interscambio: Usa e Cina restano i due principali partner
Secondo i dati Eurostat, nel 2023 gli Stati Uniti sono stati la prima destinazione per le esportazioni Ue (501,9 miliardi di euro), seguiti dalla Cina (223,5 miliardi). In senso inverso, la Cina si conferma il principale fornitore dell’Ue (516,2 miliardi), davanti agli Usa (346,7 miliardi).
Hier