Passaporti russi e gioielli in vendita: tutte le fake news dei social media sulla rapina al Louvre
È stato il colpo che ha sconvolto la Francia lo scorso il 19 ottobre, in cui una squadra di ladri si è sfacciatamente introdotta nel Museo del Louvre rubando in pieno giorno gioielli di epoca napoleonica per un valore di circa 88 milioni di euro.
Come per ogni notizia di questo genere, gli utenti di Internet si sono riversati sui social media per commentare e speculare sul furto e, in molti casi, diffondere disinformazione e false accuse.
Una di queste ha incolpato i cittadini russi per il furto, sostenendo che passaporti russi fossero stati rinvenuti all'interno del museo dopo la rapina. Il post su X che ha raccolto più di 7 milioni di visualizzazioni.
Euronews ha verificato questa informazione con l'ufficio del procuratore di Parigi, che ha dichiarato come questa pista russa sia "completamente falsa".
Altri utenti dei social media hanno affermato che alcuni dei gioielli rubati - appartenuti a Marie-Amélie, l'ultima regina di Francia - erano stati messi in vendita su un sito web russo e hanno indirizzato gli utenti di X a Telegram per ulteriori informazioni.
Tuttavia Avito, la piattaforma pubblicitaria russa su cui è stato pubblicato l'annuncio che è stato presto rimosso, ha risposto alle accuse online confermando che fosse parte di uno "scherzo".
"Le persone con capacità di pensiero critico lo capiscono", ha dichiarato Avito, aggiungendo che "i 'burloni' sono stati bloccati".
Anche l'identità dei ladri è stata oggetto di molte speculazioni e disinformazioni.
Gli utenti dei social media hanno diffuso le foto di un presunto sospetto**,** che sono diventate virali online, e molti lo hanno descritto come "di bell'aspetto".
In realtà, la foto dell'uomo è stata condivisa su arrests.org, un sito web che condivide le foto segnaletiche delle persone arrestate in diversi Stati Usa.
L'uomo ritratto nei post si chiama Stefan Dolbashian ed è stato arrestato nel 2010 per un furto con scasso in Florida, per cui è stato scagionato e che non ha nulla a che fare con il Louvre.
Dolbashian si è preso gioco su Instagram dell'accaduto, definendolo "esilarante".
In realtà, foto segnaletiche dei sospettati della rapina al Louvre non sono mai state diffuse e le indagini sono ancora in corso.
Per chiudere con l'ossessione online sulla rapina al Louvre, molti utenti hanno condiviso la foto di un uomo con indosso un Borsalino sostenendo che fosse il detective al lavoro sul caso. Alcuni dei post hanno ottenuto più di 2 milioni di visualizzazioni.
Sebbene l'individuo possa sembrare il tipico detective alla Sherlock Holmes, in realtà era un ragazzo con una grande passione in famiglia per l'arte in visita al museo e che non aveva nulla a che fare con le indagini.
Pedro Elias Garzon Delvaux, 15 anni, era al Louvre con i nonni il 19 ottobre e non aveva idea che quel giorno ci fosse stata una rapina. Quando si è reso conto che una sua foto dell'Associated Press aveva attirato milioni di visualizzazioni, il primo istinto è stato quello di non smentire scegliendo di alimentare la suspense.
Questo ha fatto sì che le teorie sullo sconosciuto vestito con eleganza si moltiplicassero: si trattava di un giovane detective, di un falso generato dall'intelligenza artificiale o di altro?
Si trattava di altro. "Mi piace vestirmi con stile, a volte anche quando vado a scuola. Quindi, sono un detective solo nell'immaginazione di chi commenta", ha dichiarato Delvaux a The Cube, il team di fact-checking di Euronews.