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Acciaio e alluminio, Eurofer chiede all'Ue di negoziare con gli Usa una sistema di quote a dazi variabili

Business • Aug 28, 2025, 7:01 AM
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L'Ue dovrebbe accelerare nei negoziati con gli Stati Uniti per un sistema di quote tariffarie (noto in inglese con l'acronimo Trq, per Tariff rate quota) per evitare gli attuali dazi al 50 per cento su acciaio e alluminio, secondo il direttore generale dell'Associazione europea dell'acciaio (Eurofer), Axel Eggert.

Il Trq è un sistema per cui si applica un'aliquota inferiore sulle importazioni di un determinato prodotto entro un quantitativo specificato e una superiore oltre quel limite.

"I contingenti tariffari sono l'unica apertura che abbiamo con gli Stati Uniti", ha dichiarato a Euronews il direttore di Eurofer, aggiungendo che pur "non perfetti" consentirebbero di "esportare ancora negli Stati Uniti".

Secondo Eggert questa soluzione potrebbe anche contribuire alla cooperazione sulle sovraccapacità della Cina nel settore.

Il Tqr è gia stato usato tra Stati Uniti ed Europa

Il sistema di quote doganali per acciaio e alluminio è stato introdotto sotto l'amministrazione Biden per sostituire le tariffe commerciali del 25 per cento sull'acciaio e del 10 per cento sull'alluminio imposte dalla prima amministrazione Trump.

In quel caso si consentiva l'ingresso negli Stati Uniti senza dazi di un massimo di 3,3 milioni di tonnellate di acciaio prodotto nell'Ue e di 384mila di alluminio. Tuttavia, dopo il suo ritorno alla Casa Bianca, Donald Trump ha imposto tariffe del 25 per cento su tutte le importazioni di acciaio e alluminio europei, poi portate al 50 per cento a giugno ed estese ad agosto a circa 400 derivati dell'acciaio.

Questo mese gli Stati Uniti e l'Unione europea hanno raggiunto un accordo che mette un tetto del 15 per cento ai dazi sulle importazioni dall'Ue.

Acciaio e alluminio sono stati esclusi, ma una dichiarazione congiunta ha impegnato le parti a "considerare la possibilità di cooperare per proteggere i rispettivi mercati nazionali dalla sovraccapacità, garantendo al contempo catene di approvvigionamento sicure tra di loro, anche attraverso soluzioni di quote tariffarie".

"Avevamo sperato che ci fosse un chiaro obbligo per gli Stati Uniti di mantenere il sistema di quote che avevamo prima", ha detto Eggert, "era il nostro obiettivo ma la Commissione non l'ha capito".

Il problema della sovraproduzione di acciaio in Cina

Secondo i dati dell'Ocse, l'anno scorso si è registrata una sovraccapacità globale di 600 milioni di tonnellate di acciaio, mentre per l'anno prossimo si prevede una sovraccapacità di 720 milioni di tonnellate.

"La Cina sta sovvenzionando la sua industria siderurgica", ha detto Eggert, sottolineando che il gigante asiatico ha una capacità in eccesso di oltre 500 milioni di tonnellate.

Quando a marzo Trump ha imposto dazi del 25 per cento sull'acciaio e sull'alluminio a livello globale, questi sono stati assorbiti dai prodotti cinesi a basso costo, il che ha spinto tra i motivi che hanno spinto a raddoppiare l'imposta doganale.

La questione della sovraccapacità è stata parte integrante dei negoziati degli ultimi mesi tra Stati Uniti e Unione Europea e la Commissione che ha spinto per una cooperazione tra le due parti.

"Se avete i due mercati più grandi del mondo, gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno il potere di non far entrare le aziende che producono sovraccapacità", argomenta Eggert.

Nel 2021, l'amministrazione Biden e la Commissione Ue hanno iniziato a negoziare un accordo - il Global Arrangement on Sustainable Steel and Aluminium (Gassa) - per combattere le sovraccapacità e promuovere una produzione a basse emissioni di carbonio nei settori dell'acciaio e dell'alluminio.

Trump ha interrotto i negoziati in tal senso ma "c'è la possibilità" di riavviare l'accordo "perché l'amministrazione statunitense lo ha già elaborato nei minimi dettagli", ha dichiarato Eggert, sottolineando che il negoziato è bloccato intorno al Carbon Border Adjustment Mechanism dell'Ue, che impone una tassa su alcuni beni inquinanti importati nell'Unione a cui gli Stati Uniti si oppongono.