Vaticano, Il primo Giubileo delle comunità Lgbtq+

Il 5, il 6 e il 7 settembre i credenti cattolici appartenenti alla comunità Lgbtq+ sono a in Piazza San Pietro per il pellegrinaggio del Giubileo della Tenda di Gionata a loro dedicato.
Dietro l’organizzazione la spinta di Bergoglio, Papa Leone ancora non si è espresso sull’accoglienza nei confronti della comunità Lgbtq+.
Il programma
L’evento è cominciato venerdì, con un incontro promosso da Outreach (Usa), con il gesuita padre James Martin e le testimonianze di cattolici Lgbtq+ da diversi Paesi.
Grande attesa per il giorno successivo, quando alle 15 inizierà il pellegrinaggio vero e proprio dall'inizio di via della Conciliazione alla Porta santa di San Pietro, dove sono attesi oltre 1000 partecipanti. Appuntamento che però non figura in calendario con la stessa dicitura utilizzata per il Giubileo dei giovani o dei migranti.
E sempre venerdì 5 settembre alle ore 20 la Curia Generalizia della Compagnia di Gesù ospita una veglia dal titolo Chiesa casa per tutti a partire dalle frontiere. Un evento ispirato al messaggio della Tenda di Gionata e al tema dell’inclusione nella Chiesa.Nel corso della serata, sarà esposta la croce arcobaleno simbolo dell’evento.
Alle 11 di sabato il vescovo Francesco Savino, vicepresidente della Cei, nella Chiesa del Gesù, presiederà la messa solenne con i pellegrini Lgbtqia+.
La Tenda di Gionata
Fondata il 18 marzo 2018, l’associazione nasce su ispirazione di don David Esposito, il cui desiderio era che la Chiesa potesse aprirsi all’ascolto e all’accoglienza di coloro che sono stati messi da parte e della comunità Lgbtq+.
Il nome dell’associazione non è casuale. È un chiaro riferimento alle parole del profeta Isaia che invita ad “allargare la tenda” (Is 54). “Allarga lo spazio della tua tenda – si legge – stendi i teli della tua dimora senza risparmio, allunga le cordicelle, rinforza i tuoi paletti, poiché ti allargherai a destra e a sinistra e la tua discendenza entrerà in possesso delle nazioni, popolerà le città un tempo deserte.”
Innocenzo Pontillo, l’attuale presidente, riporta sul sito dell’associazione le riflessioni di Paolo Spina, medico, partecipante al pellegrinaggio giubilare. Le sue parole riflettono il messaggio de La Tenda di Gionata e quello dei molti sostenitori dell’iniziativa.
“Spesso ci siamo sentiti messi ai margini con la bocca chiusa” dichiara Spina, che però aggiunge: “Attraverseremo la Porta Santa e vivremo con tutta la Chiesa il nostro cammino giubilare: un tempo di liberazione, di speranza, di misericordia, dove, anche lì e proprio lì, ci sentiremo attesi, chiamati per nome, desiderati, amati, in quella Casa che è per tutte e tutti”.
Primo pellegrinaggio della comunità Lgbtq+ durante un Giubileo
Un evento che sarebbe stato impensabile all’epoca di Papa Giovanni Paolo II o Benedetto XVI. In un documento sui criteri vocazionali nei seminari definiva le persone con tendenze omosessuali “oggettivamente disordinate”.
Bergoglio in questo senso ha compiuto dei progressi, tanto che è grazie a lui e alla comunità gesuita che l’evento giubilare è stato reso possibile. Papa Francesco ha offerto, nei gesti, un’apertura alla comunità gay: celebre la sua domanda “Chi sono io per giudicare?”.
Una posizione senza precedenti che ha portato anche a un’apertura alle unioni civili tra persone dello stesso sesso. "Gli omosessuali hanno diritto a una famiglia”, disse. Ma nei fatti, per molti, non ha portato a cambiamenti concreti: nei documenti ufficiali e nella dottrina della Chiesa, poco è stato fatto.
La posizione di Papa Leone
In calendario per la giornata di sabato pomeriggio è stata prevista l’udienza giubilare con il Pontefice, anche se all’interno della comunità Lgbtq+ restano molti dubbi su come saranno i rapporti futuri tra Leone e la comunità arcobaleno.
Come riporta il sito Gay.it, c’è la paura che, ad esempio, “venga meno il supporto umano che il Papa argentino dava alle sex workers di Torvaianica” e, in generale, si fa riferimento alle preoccupazioni del mondo trans.
Il gesuita James Martin, tramite tra la Chiesa più istituzionale e la comunità Lgbtq+, descrive così il suo primo incontro con il Pontefice: “Ho sentito da Papa Leone lo stesso messaggio che ho sentito da Papa Francesco sull'accoglienza delle persone Lgbtq”, ha dichiarato alla Reuters.
Per adesso Prevost ha solo parlato della famiglia come “di un’unione stabile tra uomo e donna” e, come riporta ancora Gay.it, testate queer statunitensi esprimono scetticismo sulla posizione del Papa nei confronti dei pellegrini arcobaleno e su quale sarà il suo messaggio.
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