Morte giornalisti a Gaza, inchiesta rivela: Israele ha unità dedicata ad accuse di legami con Hamas

L'esercito israeliano ha creato un'unità speciale, nota come "cellula di legittimazione", il cui compito principale è quello di "demonizzare" i giornalisti palestinesi a Gaza etichettandoli come terroristi così da giustificare la loro uccisione. Lo ha rivelato un'inchiesta delle testate israeliane +972 e Local call.
I media come campo di battaglia
Secondo fonti dell'intelligence, la cellula di "legittimazione" tratta i media come un campo di battaglia parallelo. È incaricata di cercare qualsiasi materiale che possa essere usato per giustificare l'uccisione di giornalisti a Gaza o per "coprire grandi massacri".
L'indagine israeliana ha citato esempi come il bombardamento dell'ospedale di Al-Ahli all'inizio della guerra, nell'ottobre 2023, che ha ucciso almeno 500 palestinesi. In quel caso, Israele si era affrettata a pubblicare la registrazione audio di quella che sosteneva essere una conversazione tra membri di Hamas, presentandola come prova che l'esplosione fosse stata causata da un razzo del gruppo terroristico.
Alla cellula è consentito di declassificare informazioni di intelligence sensibili per renderle pubbliche. Anche al personale dell'intelligence non coinvolto direttamente nell'operazione è stato chiesto di riferire qualsiasi materiale che potesse aiutare Israele nella guerra dell'informazione.
"C'era una frase: L'obiettivo era semplicemente quello di trovare quanto più materiale possibile per servire lo sforzo di propaganda", ha detto una fonte.
La prassi è quella di etichettare i giornalisti come terroristi
Secondo l'indagine, uno dei compiti principali della cellula è quello di cercare quelli che definiva "legami tra giornalisti e Hamas".
"Se i media internazionali parlano dell'uccisione di giornalisti innocenti da parte di Israele, allora la cellula fa di tutto per trovare un giornalista che potrebbe non essere del tutto innocente", ha detto la fonte.
L'indagine ha citato Anas al-Sharif, il reporter di Al-Jazeera ucciso insieme ad altri cinque giornalisti da un missile israeliano che lo scorso 10 agosto ha preso di mira una tenda di fronte al complesso medico Al-Shifa di Gaza City.
Secondo l'inchiesta, Israele ha diffuso "vecchi documenti" che sostengono la sua affiliazione con Hamas dal 2013 per giustificare l'uccisione sua e dei suoi compagni, senza menzionare le "presunte prove" degli altri giornalisti uccisi insieme ad Al-Sharif.
L'esercito israeliano ha riconosciuto l'uccisione di al-Sharif, giustificandola sostenendo che fosse un membro di Hamas.
In risposta alle domande degli autori dell'inchiesta, un portavoce dell'esercito israeliano ha affermato che l'Idf "non fa deliberatamente del male a persone non coinvolte, specialmente a giornalisti, in conformità con il diritto internazionale", sottolineando che al-Sharif era un "terrorista" che lavorava sotto la copertura di giornalista di Al Jazeera.
Il portavoce ha aggiunto che prima dell'attacco "sono state prese misure per ridurre al minimo la possibilità di danneggiare i civili, compreso l'uso di armi di precisione, la sorveglianza aerea e ulteriori informazioni".
L'indagine ha citato altri esempi in cui Israele ha fornito "presunte prove" per giustificare l'uccisione di giornalisti a Gaza.
Il corrispondente di Al-Jazeera Ismail al-Ghoul è stato ucciso quando la sua auto è stata bersagliata da un attacco nel luglio 2024. Un mese dopo, l'esercito israeliano ha pubblicato un documento che sosteneva provenisse da Hamas, in cui si affermava che al-Ghoul fosse un comandante militare del gruppo dal 2007, quando all'epoca aveva solo dieci anni.
Per quanto riguarda Hamza al-Dahdouh, ucciso nel gennaio 2024, Israele ha affermato che apparteneva a Saraya al-Quds, l'ala militare della Jihad islamica, e ha fornito documenti a sostegno della sua versione.
Secondo uno degli autori dell'inchiesta, Yuval Avraham, questo meccanismo israeliano è stato applicato contro centinaia di giornalisti dall'inizio della guerra, come parte di una deliberata politica di criminalizzazione dei reporter palestinesi a Gaza.
La cellula alimenta la propaganda sull'operato di Israele a Gaza
L'inchiesta conferma che l'obiettivo della cellula non è tanto la sicurezza quanto la propaganda.**
"L'obiettivo era semplicemente quello di raccogliere quanto più materiale possibile per servire gli sforzi di propaganda", ha dichiarato una delle fonti che ha contribuito al lavoro.
L'indagine non esclude la responsabilità degli Stati Uniti, poiché le fonti affermano che le informazioni raccolte venivano regolarmente trasmesse agli americani attraverso canali diretti.
Secondo i giornalisti di +972 e Local call, il lavoro della cellula e le informazioni raccolte sono state utilizzate per convincere l'opinione pubblica mondiale che l'esercito israeliano "opera nel rispetto del diritto internazionale", al fine di allentare lo stato di tensione e di pressione sullo Stato ebraico.
La maggior parte dei palestinesi uccisi in guerra erano civili
Una seconda inchiesta condotta da +972, Local call e dal quotidiano britannico The Guardian ha rivelato che dei palestinesi uccisi dall'esercito israeliano nella Striscia di Gaza dallo scoppio della guerra, cinque su sei erano civili.
Secondo l'inchiesta, il tasso di morti civili a Gaza ha raggiunto l'83 per cento, un dato allarmante e estremamente raro nelle guerre.
L'indagine, che si è basata su dati militari classificati, ha sottolineato che l'esercito israeliano classifica la maggior parte delle vittime come "terroristi" non appena vengono uccise, il che significa che, secondo la narrativa israeliana, il numero di civili uccisi è più del doppio del numero di combattenti di Hamas.
Lunedì, altri cinque giornalisti sono stati uccisi in un bombardamento dell'ospedale Nasser davanti alle telecamere di altri giornalisti, un attacco che ha ucciso almeno 20 persone.
In una breve dichiarazione, l'esercito israeliano ha confermato che l'ospedale era stato preso di mira, ma si è rammaricato di "qualsiasi lesione a coloro che non sono coinvolti, e non prende di mira i giornalisti in quanto tali, e lavora il più possibile per ridurre al minimo i danni nei loro confronti".
L'ultimo attacco porta a quasi 250 il numero di giornalisti morti a Gaza dal 7 ottobre 2023, mentre il contatore continua a registrare nomi senza sosta.
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