Ecco i 21 punti del piano di Trump per porre fine alla guerra di Gaza

Media americani e israeliani hanno rivelato i dettagli del piano del presidente americano Donald Trump composto da 21 punti, che mira a porre fine alla guerra a Gaza e a ricostruire nella Striscia, oltre a preparare il terreno per la futura creazione di uno Stato palestinese.
Il giornale "Times of Israel" ha spiegato che il piano è stato discusso di recente con diversi Paesi arabi e islamici a margine delle riunioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, confermando che questo passo rappresenta un cambiamento nella posizione di Washington sulla questione palestinese, soprattutto dopo le dichiarazioni di Trump a febbraio scorso riguardo al controllo di Gaza e allo spostamento dei suoi abitanti fuori dalla Striscia.
I punti principali del piano
Il piano include una serie di misure politiche, economiche e di sicurezza, tra cui:
- Trasformare Gaza in un'area libera da "estremismo e terrorismo"
- Ricostruire completamente la Striscia.
- Terminare la guerra appena le due parti accettano, e fermare le operazioni militari israeliane con l'inizio del ritiro graduale da Gaza.
- Restituire tutti gli ostaggi vivi e i corpi dei morti entro 48 ore dall'accettazione pubblica dell'accordo da parte di Israele.
- Rilasciare centinaia di prigionieri palestinesi condannati all'ergastolo e oltre 1000 detenuti dall'inizio della guerra, e consegnare i corpi di centinaia di palestinesi.
- Concedere un'amnistia condizionata ai membri di Hamas che desiderano partire.
- Far affluire aiuti a Gaza a un ritmo di almeno 600 camion al giorno, con la riqualificazione delle infrastrutture e l'ingresso di attrezzature per la rimozione delle macerie.
- Distribuire gli aiuti attraverso le Nazioni Unite, la Mezzaluna Rossa e organizzazioni internazionali neutrali senza l'interferenza di alcuna parte.
- Gestire Gaza da parte di un governo transitorio temporaneo di tecnocrati palestinesi sotto la supervisione di un'autorità internazionale guidata da Washington in collaborazione con partner arabi ed europei.
- Creare un piano economico per la ricostruzione di Gaza.
- Creare una zona economica con tasse e dazi ridotti.
- Impedire lo spostamento forzato dei palestinesi.
- Disarmare Hamas e impedirle di governare.
- Fornire garanzie di sicurezza da parte di stati regionali per garantire l'impegno di tutte le parti.
- Formare una forza di stabilità internazionale temporanea guidata da americani e arabi per supervisionare la sicurezza e addestrare la polizia locale.
- Ritiro graduale dell'esercito israeliano.
- Possibilità di attuare parzialmente il piano in caso di rifiuto di Hamas.
- Impegno di Israele a non effettuare attacchi in Qatar.
- Avviare programmi per smantellare il pensiero estremista.
- Preparare la strada per la creazione di uno Stato palestinese in futuro.
- Avviare un dialogo politico completo tra Israele e i palestinesi.
"Ottimismo di Trump e negoziati intensi"
Il presidente Trump ha annunciato venerdì che sono in corso "negoziati intensi" da quattro giorni al fine di raggiungere un accordo per il cessate il fuoco a Gaza, con la partecipazione di tutti i Paesi della regione, indicando la continuazione dei negoziati "finché sarà necessario" per garantire un accordo riuscito.
Trump ha dichiarato sulla sua piattaforma Truth Social: "Sono lieto di informarvi che stiamo conducendo discussioni molto ispirate e costruttive con la comunità del Medio Oriente riguardo Gaza. Tutti sono entusiasti di superare questo periodo di morte e oscurità, e dobbiamo recuperare gli ostaggi e raggiungere una pace duratura".
Il presidente Usa ha confermato che l'accordo potenziale restituirà gli ostaggi e terminerà la guerra, indicando che i negoziati includono Hamas e Israele a tutti i livelli, incluso il primo ministro Benjamin Netanyahu.
Una strada piena di ostacoli da parte di Hamas e Netanyahu
Sebbene alcuni punti del piano, come la ricostruzione e l'incoraggiamento a rimanere a Gaza, siano positivi per i palestinesi, esso include condizioni difficili, in particolare il disarmo di Hamas e la sua esclusione dal governo, il che potrebbe ostacolare l'accettazione del piano da parte di Hamas. Secondo l'emittente Al Araby Tv, Hamas non avrebbe ancora ricevuto il piano di Trump per esprimere una sua valutazione.
Si prevede che i punti relativi alla creazione di uno Stato palestinese incontreranno una forte opposizione da parte del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che in passato ha criticato i passi di alcuni Paesi occidentali nel riconoscere lo Stato palestinese, definendo tale riconoscimento "un messaggio sbagliato che incoraggia la violenza contro gli ebrei" e "una ricompensa per Hamas", affermando che non permetterà la creazione di tale Stato.
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