Israele, la storia della famiglia Cunio che ha riabbracciato i suoi cari dopo due anni

La famiglia Cunio celebra finalmente una notizia attesa da due anni: la liberazione di David e Ariel, i due fratelli israeliani rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023. La loro nonna, Esther, argentina di 90 anni che vive in Israele, ha ricevuto la notizia con lacrime e sollievo nella sua casa del kibbutz Nir Oz. Alla domanda su cosa avrebbe detto ai suoi nipoti quando li avrebbe visti, ha risposto: "Che li adoro, cosa posso dire? Non posso dire altro. Li adoro e mi mancavano molto".

I due giovani liberati lunedì 13 ottobre

I giovani sono stati liberati lunedì come parte della prima fase dell'accordo di pace tra Israele e Hamas, che segna la chiusura di uno dei capitoli più dolorosi del devastante conflitto a Gaza. Con il loro ritorno, Israele non avrebbe più ostaggi vivi nella Striscia.

L'attacco del 7 ottobre 2023 ha segnato un punto di svolta nella regione: in un solo giorno, militanti di Hamas sono penetrati nelle comunità israeliane vicine a Gaza, uccidendo centinaia di persone e catturando decine di civili. Per mesi, le famiglie dei dispersi hanno vissuto nell'incertezza, senza notizie sul loro destino né possibilità di accedere ai propri cari. Ne è seguita una reazione violentissima da parte di Israele, giudicata sproporzionata da gran parte della comunità internazionale, con più di 60mila morti nella Striscia.

Il recente accordo, negoziato con la mediazione del Qatar e dell'Egitto e sostenuto dagli Stati Uniti, ha permesso le ultime liberazioni e ha aperto una lieve speranza di stabilità. Tuttavia, molte famiglie israeliane cercano ancora di recuperare i corpi dei loro cari morti e chiedono risposte su quanto accaduto durante la prigionia.

Otto membri della famiglia Cunio furono rapiti il 7 ottobre 2023

La famiglia Cunio è stata una delle più colpite dall'attacco del 7 ottobre: otto dei suoi membri sono stati rapiti quella mattina, tra cui le gemelle Emma e Yuli, liberate alcune settimane dopo, a novembre del 2023. Il ritorno a casa di David e Ariel completa un lungo e angosciante ciclo di attesa per la famiglia, che ha mantenuto viva la speranza per più di due anni.

Il nome di Esther Cunio ha fatto il giro del mondo quando si è saputo che si era salvata dal rapimento grazie a una risposta inaspettata: menzionando che era una fan del calciatore Lionel Messi, i miliziani che avevano fatto irruzione nella sua casa decisero di lasciarla libera. Da allora, la donna è diventata un simbolo di speranza per la comunità israeliana di origine latinoamericana.

Per settimane dopo l'attacco, Esther non ha saputo nulla dei suoi nipoti. "Non sapevo niente. Ho saputo tutto dopo, quando era già successo. Nessuno voleva dirmelo per non farmi soffrire", ricorda. "Quando me lo hanno detto, ho provato una tristezza enorme. Non potevo fare nulla".

Lunedì, quando è stata confermata la liberazione di David e Ariel, Esther non si è staccata dal televisore. "Quando li ho visti, ho iniziato a piangere. Ho quattro nipoti, e sono sempre stati così buoni con me. Mi trattavano come una regina. Mi sistemavano le luci, facevano le commissioni. Sono ragazzi buoni, molto buoni".

Una famiglia che non si è mai arresa

Da Tel Aviv, lo zio dei giovani, Sergio Cunio, ha parlato del ricongiungimento con i suoi nipoti e della lunga attesa. "Grazie a Dio sono qui per poterlo raccontare", ha detto. "Quel giorno era il mio compleanno, il 7 ottobre. Pensavamo di viaggiare per festeggiare con Daniel, che compie gli anni lo stesso giorno, ma il destino ha cambiato tutto. Così è iniziato il calvario. Due anni sono stati davvero molto difficili".

Sergio racconta che la prima cosa che farà quando li vedrà sarà riunire tutta la famiglia. "Sono felice, molto felice. Li amo moltissimo. Speriamo che tutto si normalizzi per poter andare a trovarli, stare con loro e goderceli come sempre. Saremo sempre insieme. Grazie a Dio".

Durante i due anni di prigionia, la famiglia Cunio è rimasta unita e attiva nella speranza di ritrovare i propri cari. Sergio sottolinea particolarmente la forza di Silvia, madre di David, Ariel, Emma e Yuli, che ha guidato la campagna internazionale per ottenere la liberazione dei suoi figli. "È grazie alla sua forza, è veramente una leonessa", ha affermato. "Lei ha portato avanti tutto, e noi l'abbiamo accompagnata. Era il nostro obiettivo. Siamo contenti, molto contenti".

Lunedì, dopo la liberazione, sono arrivate le prime notizie dirette. "Abbiamo visto le foto, i ragazzi stanno bene, siamo in contatto telefonico. Sappiamo che si stanno riprendendo, facendo tutti gli esami necessari", ha raccontato Sergio. "E quando torneranno, li porteremo qui, a casa mia, per fare loro una bella grigliata, come è sempre piaciuto loro".