2029: la Russia potrebbe davvero attaccare la Nato?
La possibilità che la Russia possa essere in grado di lanciare un attacco contro un Paese della Nato entro la fine del decennio è diventata il nuovo punto di riferimento nelle analisi della sicurezza europea. Una valutazione interna dell’Alleanza Atlantica, resa nota nel 2023, sostiene che Mosca potrebbe recuperare pienamente la capacità di condurre una guerra su larga scala nel giro di pochi anni.
Questo scenario, tutt’altro che accademico, ha messo in evidente allarme le capitali europee. E tra queste soprattutto la Germania, chiamata a colmare rapidamente anni di sottofinanziamento militare per rendere la Bundeswehr nuovamente in grado di difendere - e, se necessario, combattere - in un contesto di minaccia crescente.
Il rapporto Nato: la Russia potrebbe essere pronta entro 3-5 anni
Il Joint Threat Assessment della Nato del 2023 è chiaro: nel medio periodo la Russia potrebbe tornare capace di radunare fino a 1,5 milioni di soldati con equipaggiamento completo, grazie a una produzione bellica in espansione e a un sistema di reclutamento intensificato.
Secondo le ricostruzioni della TV pubblica tedesca WDR, la valutazione si basa esclusivamente su intelligence satellitare e su analisi dei volumi industriali russi. Il professor Carlo Masala, esperto di sicurezza, ha spiegato che sulla base di questi dati Mosca potrebbe essere “militarmente pronta” già entro il 2028.
Per ragioni politiche e comunicative, il governo tedesco ha preferito evitare date troppo ravvicinate e parlare invece di “fine del decennio”, ma il messaggio resta lo stesso: l’Europa non può più affidarsi alla deterrenza automatica del passato.
La risposta tedesca
Il segnale di allarme lanciato dagli alleati ha accelerato una trasformazione radicale in Germania. Per decenni riluttante a parlare di forza militare, Berlino ha ora adottato l’obiettivo di rendere la Bundeswehr “pronta alla guerra” entro il 2029, con un aumento record del budget per la difesa fino a 153 miliardi di euro.
Alla Conferenza di Monaco, l’Ispettore Generale Carsten Breuer ha spiegato che l’orizzonte temporale non è “inventato”: si basa su una lettura realistica della minaccia. “Questo non significa che la Russia attaccherà”, ha precisato. “Ma sarà in grado di farlo.”
Personale e materiali: il piano di riarmo
Attualmente la Bundeswehr conta circa 181.000-182.000 militari attivi, ma l’obiettivo è raggiungere quota 203.000. Per farlo, il governo guidato dal Cancelliere Friedrich Merz (Cdu) ha reintrodotto la leva volontaria. I giovani nati dal 2008 in poi ricevono una lettera di invito alla selezione; solo gli uomini devono rispondere, ma il servizio resta volontario.
Il Bundestag potrà però trasformarlo in obbligatorio se gli obiettivi di reclutamento non verranno raggiunti. Parallelamente, si punta su salari più alti, programmi di addestramento moderni e tecnologie avanzate come i droni.
Relazioni logorate con Washington: un altro elemento di rischio
L’altra novità preoccupante riguarda il rapporto con gli Stati Uniti. Il Capo di Stato Maggiore Christian Freuding ha rivelato che gli scambi con i funzionari della difesa Usa, un tempo continui, si sono “interrotti”.
Solo di recente, l'ambasciatore statunitense presso l'Alleanza ha dichiarato che vorrebbe che in futuro la Germania assumesse il ruolo di guida nella Nato. Gli esperti lo considerano un ulteriore segnale che gli Stati Uniti potrebbero ritirarsi dall'Alleanza nel lungo periodo.
Today