A Roma il secondo round di colloqui tra Iran e Stati Uniti

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi è arrivato a Roma per partecipare al secondo round di colloqui Iran - Stati Uniti alla guida della missione diplomatica. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha sottolineato in un comunicato che i colloqui sono stati condotti indirettamente e "con la mediazione" del ministro degli Esteri dell'Oman. L'incontro è in corso presso l'ambasciata dell'Oman.
Secondo i resoconti dei media iraniani, il deputato politico Majid Takht-Ravanchi, il vice segretario politico Kazem Gharibabadi, il vice ministro degli affari internazionali, Esmeil Beqaei, relatore, e Behzad Saberi, consigliere del ministro degli Esteri iraniano, sono membri della squadra negoziale iraniana guidata da Abbas Araghchi.
Anche il ministro degli Esteri dell'Oman Badr bin Hamad al-Busaidi, che ha proposto la città di Roma come sede dei colloqui, è arrivato venerdì sera nella capitale italiana.
A guidare la delegazione Usa c'è l'inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff.
Tajani: "Roma Capitale di pace e dialogo"
Prima dei colloqui il vicepremier e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha ricevuto l'omologo iraniani Araghchi alla Farnesina e poi, un'ora dopo il capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Rafael Grossi. "Ho incoraggiato il ministro iraniano Araghchi a proseguire nel cammino del negoziato contro l'arma nucleare", ha scritto Tajani su X mostrando una foto dell'incontro.
Iran: "Pace duratura senza imposizione della forza"
"Una pace duratura nasce da un dialogo onesto tra le nazioni, non dall'imposizione della forza", ha scritto Esmaeil Baqaei, portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica islamica dell'Iran, in una dichiarazione sul social network X poche ore prima dell'inizio dei colloqui.
"Oggi, nella storica città di Roma, si terrà il secondo round di colloqui indiretti tra Iran e gli Stati Uniti, con la mediazione del Ministro degli Esteri dell'Oman Sayyid Badr Albusaidi. La Repubblica Islamica dell'Iran ha sempre dimostrato, con buona fede e senso di responsabilità, il proprio impegno verso la diplomazia come via civile per la risoluzione delle questioni tra Stati, nel pieno rispetto degli interessi supremi della nazione iraniana. Siamo consapevoli delle difficoltà che ci attendono, ma proseguiamo a occhi aperti, forti dell'esperienza maturata", ha scritto Baqaei.
"Alla luce delle contrapposizioni che abbiamo ascoltato da vari funzionari americani negli ultimi giorni, ci aspettiamo che la parte americana spieghi come primo passo in tal senso e risolva le serie ambiguità sulle sue intenzioni e sulla serietà", ha detto Baqaei ai giornalisti all'aeroporto di Mehrabad.
"Il quadro delle posizioni e delle richieste della Repubblica islamica dell'Iran in merito alla revoca delle sanzioni illegali e al dibattito sul nucleare è abbastanza chiaro", ha aggiunto il portavoce.
"Il team iraniano a Roma ha piena autorità per un accordo basato su 9 principi: serietà, garanzie, equilibrio, nessuna minaccia, rapidità, rimozione delle sanzioni, rifiuto del modello Libia/Emirati Arabi Uniti, contenimento dei facinorosi (come Israele) e facilitazione degli investimenti. Non cedere", ha scritto poi su X Ali Shamkhani, consigliere politico della Guida Suprema iraniana Ali Khamenei.
"Accolgo con favore il ruolo costruttivo e sempre più rilevante dell'Italia a sostegno della pace", ha scritto Grossi dopo l'incontro con Tajani alla Farnesina.
Witkoff: "Accordo sarà completato solo se con Trump"
Nei giorni scorsi l'inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff ha suggerito che un accordo potrebbe vedere l'Iran tornare all'arricchimento dell'uranio al 3,67 per cento, simile al livello del 2015, quando l'accordo fu raggiunto dall'amministrazione Obama.
Witkoff ha poi aggiunto che "un accordo con l'Iran sarà completato solo se sarà un accordo con Trump". "L'Iran deve fermare ed eliminare il suo programma di arricchimento e armamento nucleare", ha scritto sulla piattaforma di social media X. "È imperativo per il mondo creare un accordo duro ed equo che duri nel tempo, ed è quello che il presidente Trump mi ha chiesto di fare", ha aggiunto l'inviato Witkoff.
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