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Scoperta l'origine della prima pandemia registrata nella storia, la peste di Giustiniano: uno studio sul Dna risolve un mistero lungo 1500 anni

Business • Sep 1, 2025, 1:56 PM
4 min de lecture
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Con una straordinaria scoperta, gli scienziati hanno rintracciato per la prima volta il batterio letale alla base della prima pandemia mai registrata al mondo.

La peste di Giustiniano, che devastò il Mediterraneo orientale 1500 anni fa, è stata ampiamente descritta nei testi storici ma finora la sua origine, dunque il microbo responsabile, era rimasto un mistero.

I ricercatori hanno finalmente identificato tracce del batterio Yersinia pestis in una fossa comune sotto le rovine di Jersash in Giordania, fornendo la prima prova biologica diretta della Peste di Giustiniano.

"Per secoli ci siamo basati su resoconti scritti che descrivevano una malattia devastante, ma non avevamo prove biologiche concrete della presenza della peste", ha dichiarato Rays Jiang, autrice principale dello studio e professore associato presso lo University of South Florida's College of Public Health.

"I nostri risultati forniscono il pezzo mancante di quel puzzle, offrendo la prima finestra genetica diretta su come questa pandemia si è sviluppata nel cuore dell'impero" ha detto Jiang.

Come la Yersinia pestis causò una pandemia

La peste di Giustiniano, iniziata nel 541 d.C., provocò la prima pandemia registrata nella storia. Avendo coinvolto il Mediterraneo orientale e l'Impero bizantino, a ondate per circa due secoli, alcuni storici ritengono che sia stata una delle pandemie più letali con un numero di decessi stimato tra i 15 e i 100 milioni di persone.

Il mistero della peste è stato ora risolto: i ricercatori ritengono che sia stata causata dallo Yersinia pestis, noto anche come Y Pestis, lo stesso batterio responsabile di successive epidemie, tra cui la peste nera del 1346.

Il batterio zoonotico si diffonde principalmente attraverso le pulci che infestano i roditori, in particolare i ratti che vivono a stretto contatto con gli esseri umani, e può anche essere trasmesso direttamente tra le persone nella sua forma pneumonica.

Svelato il mistero di una peste di 1500 anni fa

Utilizzando tecniche avanzate di elaborazione del Dna, lo studio guidato da un team interdisciplinare dell'Università della Florida del Sud e della Florida Atlantic University, ha esaminato otto denti umani recuperati da camere di sepoltura sotto l'antico ippodromo romano di Gerasa, nell'odierna Jerash.

Il Dna ha rivelato che le vittime condividevano ceppi quasi identici di Y pestis, confermando la presenza del batterio nell'impero tra il 550 e il 660 d.C.. I risultati suggeriscono un'epidemia rapida e mortale, coerente con i resoconti storici dell'epoca.

"Il sito di Jerash offre un raro spaccato di come le società antiche rispondevano alle catastrofi sanitarie", ha dichiarato Jiang, "Jerash era una delle città chiave dell'Impero romano d'Oriente, un documentato snodo commerciale con strutture magnifiche. Il fatto che un luogo costruito per l'intrattenimento e l'orgoglio civico sia diventato un cimitero di massa in un momento di emergenza dimostra come i centri urbani fossero stati molto probabilmente sopraffatti".

Uno altro studio collegato mostra che l'Y pestis circolava tra le popolazioni umane da millenni prima dell'epidemia di Giustiniano e che le pandemie successive - tra cui la peste nera e i casi sporadici di oggi - non sono emerse da un'unica fonte, ma sono sorte indipendentemente da serbatoi animali.

"Abbiamo lottato con la peste per qualche migliaio di anni e la gente muore ancora oggi", ha confermato Jiang, "come il Covid, continua a evolversi e le misure di contenimento non sono evidentemente in grado di eliminarla. Dobbiamo stare attenti, ma la minaccia non scomparirà mai".