Euro digitale, la Bce rassicura: “Sarà sostenibile per le banche”

Se introdotto, l’euro digitale sarà “economicamente sostenibile” per banche e fornitori di servizi di pagamento. A rassicurare sulla sostenibilità della moneta digitale è stato giovedì Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della Banca Centrale europea (Bce), durante un’audizione davanti alla commissione Affari economici del Parlamento europeo.
“Non pensiamo che questo progetto genererà perdite. Credo che l’ipotesi opposta sia tutta da dimostrare”, ha detto Cipollone. Secondo il dirigente, l’adozione iniziale non sarà così estesa da destabilizzare il sistema finanziario, ma abbastanza ampia da coprire i costi infrastrutturali e garantire ritorni agli operatori coinvolti.
Le stime ufficiali parlano di una spesa compresa tra 2,8 e 5,4 miliardi di euro per integrare l’euro digitale nell’economia europea. “In circolazione ci sono cifre dieci volte superiori: una sopravvalutazione la cui credibilità è, a dir poco, discutibile”, ha avvertito Cipollone.
Come denaro pubblico, l’euro digitale sarebbe gratuito per i cittadini e universalmente accettato. Per renderne conveniente la distribuzione, la Bce propone un sistema di compensazioni volto a coprire i costi delle banche e mantenere equi gli incentivi.
La Banca Centrale sta ultimando la fase di preparazione per una valuta digitale della banca centrale (Cbdc) al dettaglio, destinata a integrare il contante. La decisione finale, però, dipenderà da Stati membri e Parlamento, chiamati ad approvare il quadro legislativo.
Al momento il dibattito a Strasburgo è in fase di stallo. L’audizione di Cipollone è stata la quinta di un ciclo di 14 incontri previsti dal 2023, quando la Commissione ha presentato la proposta. Dopo le dimissioni a dicembre 2024 del relatore Stefan Berger (Ppe, Germania), il dossier è passato al collega spagnolo Fernando Navarrete, che ha diffuso un documento critico dal titolo eloquente: “Abbiamo davvero bisogno dell’euro digitale? Una soluzione a quale problema esattamente?”
Navarrete sostiene che la moneta digitale non risolverebbe la dipendenza dell’Ue da colossi come Visa e Mastercard, e che i rischi sistemici e la scarsa domanda ne riducono l’utilità. L’eurodeputato propone di concentrare gli sforzi su un Cbdc “all’ingrosso” e immagina per la Bce un ruolo di “facilitatore neutrale” più che di gestore diretto.
La Bce: “Il contante ha bisogno di un backup digitale”
La Bce ribadisce però la necessità di un passo deciso verso la moneta digitale. “Oggi il contante è il nostro unico vero ripiego, ma sta diminuendo rapidamente. Serve un’alternativa digitale”, ha affermato Cipollone.
In cinque anni, i pagamenti in contanti nell’Eurozona sono scesi dal 68 per cento al 40 per cento delle transazioni, e dal 40 per cento al 24 per cento del loro valore. Secondo la Bce, l’euro digitale offrirebbe una “rete di sicurezza” durante crisi o blackout tecnologici, garantendo continuità ai cittadini in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche e minacce informatiche.
“Quando i servizi critici vengono interrotti, i cittadini si aspettano che le autorità pubbliche garantiscano continuità. I pagamenti non sono un lusso, ma essenziali come l’acqua o l’elettricità”, ha ricordato Cipollone.
Anche i governi discutono intensamente: la presidenza danese dell’Ue punta a una posizione comune entro fine 2025. Ma gli ostacoli restano numerosi: dalla definizione di un sistema di compensazione per le banche alle garanzie sulla privacy, fino ai limiti sui depositi in euro digitali e al nodo su chi avrà l’ultima parola sul lancio del progetto.
“Serve un modello di distribuzione equo, costi sostenibili per le banche e protezione della privacy dal primo giorno”, ha dichiarato il ministro tedesco Lars Klingbeil.
In attesa di una decisione politica, la Bce continua a difendere il progetto come indispensabile per il futuro dei pagamenti in Europa, mentre in Parlamento il fronte critico guadagna terreno.
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