Eredità Agnelli: il presidente di Stellantis e Ferrari, John Elkann, accetta i servizi sociali

La procura di Torino ha trovato un’intesa lunedì con il numero uno di Stellantis, John Elkann, per sospendere il caso penale sull'eredità Agnelli, in cambio di un anno di messa alla prova in servizi socialmente utili.
L’accordo prevede anche l’archiviazione delle accuse nei confronti degli altri indagati, vale a dire gli altri due nipoti del fondatore della Fiat, Gianni Agnelli, Lapo e Ginevra Elkann, fratelli di John; Gianluca Ferrero, storico commercialista della famiglia e presidente della Juventus; e il notaio svizzero Urs Robert Von Grüningen.
I tre figli di Margherita Agnelli e gli altri erano accusati di truffa ai danni dello Stato e di dichiarazioni infedeli per via del mancato versamento delle tasse di successione sull'eredità ricevuta dalla nonna Marella Caracciolo di Castagneto, la moglie di Gianni Agnelli.
Spetterà ora al giudice approvare o meno l’intesa tra accusa e difesa, che dovrà anche presentare un progetto specifico delle attività non retribuite per la collettività e l'istituzione presso cui Elkann dovrà svolgerle.
Al centro, le tasse sull’eredità di Marella Caracciolo
La vicenda nasce dalla rinuncia all’eredità da parte di Margherita Agnelli, madre degli Elkann e figlia di Gianni e Marella, stimata oltre il miliardo di euro.
L’accordo, stipulato nel 2004 secondo il diritto della Svizzera dove Marella Caracciolo risultava residente, non sarebbe stato possibile in Italia, dove una simile rinuncia non ha valore legale.
Attraverso questo accordo e lo spostamento di diversi asset della famiglia in un trust estero, gli Elkann avevano completato il trasferimento dell’eredità dalla nonna tramite il diritto svizzero senza pagare le tasse previste da quello italiano.
La legge italiana prescrive infatti un’imposta di successione del 4 per cento per tutti i patrimoni superiori al milione di euro. Secondo la procura torinese, inoltre, Marella Caracciolo che è morta nel 2019 non avrebbe trascorso in Svizzera più di metà dell’anno precedente e dunque non vi era fiscalmente residente.
In questo scenario, l’eredità avrebbe dovuto essere tassata in Italia e i nipoti avrebbero dovuto versare al fisco circa 175 milioni di euro di imposte di successione.
Per rendere possibile l'accordo con la magistratura penale, Elkann ha già versato al Fisco 183 milioni di euro per estinguere il debito tributario. Secondo i suoi legali questa decisione e l'accettazione della messa in prova non configurano comunque un'ammissione di responsabilità.
La decisione non rileva peraltro per la causa civile in cui sempre a Torino Margherita Agnelli chiede di dichiarare la nullità dei patti successori del 2004, in cui rinunciò alle sue pretese ereditarie.
Nella memoria degli italiani vi sono ancora i servizi sociali che l'ex premier Silvio Berlusconi svolse nel 2014 in una residenza per anziani come parte della pena ricevuta per frode fiscale.
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