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Sempre più centenari: come cambia la longevità in Germania e nel mondo

Business • Sep 29, 2025, 11:38 AM
7 min de lecture
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Alla fine del 2024, in Germania vivranno circa 17.900 persone con 100 anni o più, pari a un aumento del 24 per cento rispetto al 2011, secondo quanto comunicato dall’Ufficio federale di statistica (Destatis) in occasione della Giornata internazionale delle persone anziane del 1° ottobre. All’epoca i centenari erano circa 14.400.

La grande maggioranza resta composta da donne: a fine 2024 l’83,8 per cento degli ultracentenari era al femminile, contro l’87 per cento del 2011. In generale, l’aspettativa di vita è aumentata e le donne continuano a vivere in media più a lungo degli uomini.

La quota di persone con oltre 100 anni è cresciuta anche rispetto alla popolazione complessiva: dai 1,8 centenari ogni 10.000 abitanti nel 2011 ai 2,1 del 2024.

Differenze regionali: Amburgo in testa

La distribuzione sul territorio mostra differenze marcate. In valori assoluti, il maggior numero di centenari vive nei Länder più popolosi: Renania Settentrionale-Vestfalia (3.900), Baviera (2.400) e Baden-Württemberg (2.300).

Se invece si guarda alla proporzione sulla popolazione, il primato spetta ad Amburgo, con 2,9 centenari ogni 10.000 abitanti. Seguono Sassonia (2,6) e Saarland (2,5). In coda la Baviera (1,8), Brema (1,9) e Brandeburgo (2,0).

Quasi raddoppiati i centenari nel mondo

La crescita non riguarda solo la Germania. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite (UN World Population Prospects), nel 2024 le persone con almeno 100 anni nel mondo saranno circa 587.000, quasi il doppio rispetto al 2011 (303.000). La loro quota è salita da 0,4 a 0,7 ogni 10.000 abitanti.

Le donne sono nettamente prevalenti anche su scala globale, con una quota pari all’81 per cento.

La classifica per Paesi vede al primo posto il Giappone (121.000 centenari), seguito da Stati Uniti (70.000) e Cina (43.000).

La teoria delle “zone blu”

Il costante aumento della longevità solleva interrogativi: perché alcune persone vivono così a lungo? E cosa si può fare per raggiungere i 100 anni?

Oltre ai progressi della medicina, una delle spiegazioni più discusse è quella delle “zone blu”, concetto reso popolare dallo scrittore Dan Buettner. Secondo questa teoria, esistono aree del mondo con una concentrazione superiore alla media di centenari: Okinawa (Giappone), Sardegna, Ikaria (Grecia), Nicoya (Costa Rica) e la comunità di Loma Linda (California).

Le possibili ragioni individuate dagli studiosi includono genetica favorevole, alimentazione a base di cibi freschi e poco lavorati, attività fisica quotidiana, forte coesione sociale e legami familiari stretti.

È un buon posto per invecchiare: Secondo i ricercatori, Ikraia si trova nella "zona blu"
È un buon posto per invecchiare: Secondo i ricercatori, Ikraia si trova nella "zona blu" Copyright 2013 AP. All rights reserved.

Critiche: “un mito statistico”

Non mancano però le contestazioni. Saul Justin Newman, ricercatore australiano del University College di Londra, considera le “zone blu” un artefatto statistico.

Ha analizzato dati internazionali sui supercentenari (oltre i 110 anni), trovando numerosi casi di errori, frodi o furti d’identità. Celebre l’episodio del presunto 111enne di Tokyo, rivelatosi una mummia.

Secondo Newman, molti esempi non sarebbero vere eccezioni di longevità, ma il risultato di registri incompleti e statistiche imprecise.

Il caso di Maria Branyas Morera

Gli scienziati studiano anche singoli individui eccezionali, come Maria Branyas Morera, riconosciuta fino al 2024 come la donna più anziana del mondo, morta a 117 anni.

Nata nel 1907 a San Francisco e vissuta in Catalogna, ha attraversato pandemie e guerre. Un team dell’Istituto Josep Carreras di Barcellona ha analizzato campioni biologici etichettati come “M116”.

I risultati, pubblicati su Cell Reports Medicine, hanno mostrato un quadro complesso: da un lato segni tipici dell’età avanzata (telomeri corti, sistema immunitario indebolito), dall’altro parametri sorprendentemente giovani (varianti genetiche rare, bassi livelli infiammatori, microbioma simile a quello di adulti molto più giovani).

Gli ultracentenari invecchiano in modo diverso

Uno studio svedese a lungo termine, condotto dal Karolinska Institute, ha seguito oltre 274.000 persone nate tra il 1920 e il 1922. Solo l’1,6 per cento ha raggiunto i 100 anni, ma con un percorso di salute distinto.

Oltre a una dieta sana, anche un sufficiente esercizio fisico è un fattore chiave per raggiungere un'età particolarmente avanzata
Oltre a una dieta sana, anche un sufficiente esercizio fisico è un fattore chiave per raggiungere un'età particolarmente avanzata Copyright 2008 AP. All rights reserved.

Già a partire dai 70 anni, i futuri centenari mostravano un profilo clinico migliore. A 90 anni, l’80 per cento aveva al massimo cinque diagnosi, con una mediana di due. Il numero di malattie restava stabile negli anni successivi, con multimorbilità rara.

Le patologie cardiovascolari comparivano più tardi: solo il 37,8 per cento dei centenari ne soffriva a 90 anni, contro oltre la metà del gruppo di confronto. Anche sul piano cognitivo, demenza e depressione erano meno frequenti.

Il segreto della longevità?

Gli esperti concordano: genetica e stile di vita interagiscono, senza che esista una formula definitiva.

Maria Branyas Morera, però, aveva il suo consiglio semplice: “Non circondatevi di persone tossiche.”

Per lei, felicità, famiglia e relazioni erano tanto importanti quanto dieta e salute.