La popstar Dua Lipa ottiene la cittadinanza kosovara

La popstar internazionale Dua Lipa ha ricevuto ufficialmente la cittadinanza kosovara in una cerimonia solenne tenutasi venerdì 1° agosto, alla presenza della presidente Vjosa Osmani. L'artista, nata a Londra da genitori kosovaro-albanesi, ha vissuto a Pristina durante l’adolescenza e ha mantenuto un forte legame con il Paese.
Durante la cerimonia, Osmani ha descritto la cantante di Levitating come "una delle figure culturali più iconiche della storia del nostro Paese", aggiungendo:
“Dua e il Kosovo sono sempre stati inseparabili. Ha portato avanti la nostra storia con forza, orgoglio e grazia, conquistando i palcoscenici più importanti del mondo.”
Erano presenti anche l’ambasciatore britannico in Kosovo, Jonathan Hargreaves, e un gruppo di bambini in abiti bianchi che ha intonato uno dei successi dell’artista.
In una dichiarazione, Lipa ha detto: "È come se le mie due parti fossero ora una sola", aggiungendo: "Completa la dualità che ho sempre avuto dentro di me. Amo questo Paese e questo significa molto per me e per la mia famiglia".
Lipa è ora cittadina del Regno Unito, dell’Albania (dal 2022) e del Kosovo. La cerimonia è avvenuta a margine del Sunny Hill Festival, che l'artista ha fondato nel 2018 insieme al padre.
Sui social, la cantante ha scritto: “Condividere questa serata con tutti voi, nella città che mi ha plasmato, circondata da così tanta energia, gioia e orgoglio... è difficile esprimere a parole cosa significhi.”
Nel contesto geopolitico, il Kosovo ha dichiarato l’indipendenza dalla Serbia nel 2008, ma non è riconosciuto da tutti i membri dell’Ue, tra cui Spagna e Grecia.
Impegno Politico e Sociale
Oltre alla cerimonia, Dua Lipa è tornata al centro del dibattito pubblico per aver firmato una lettera aperta, insieme ad altre celebrità, in cui si chiede al Primo Ministro britannico Keir Starmer di sospendere le vendite di armi a Israele e spingere per un cessate il fuoco a Gaza.
La risposta di Starmer, definita da Lipa e dagli altri firmatari "inadeguata", è stata seguita da un’ulteriore replica dell’associazione Choose Love:
“Abbiamo bisogno di azioni, non di parole.”
Le Nazioni Unite, intanto, hanno segnalato che alcune operazioni militari israeliane potrebbero essere compatibili con accuse di genocidio, che lo Stato di Israele ha però respinto con forza.