Esclusivo, l'ambasciatore dell'Expo 2027 Jackie Chan parla di Belgrado a Euronews Serbia

A Belgrado sono in corso i preparativi per ospitare l'Expo 2027, che per la prima volta si svolgerà nei Balcani occidentali.
L'esposizione viene presentata come un'opportunità per la Serbia di mostrare al mondo il potenziale della regione e la sua capacità di essere leader mondiale in settori come la scienza, la tecnologia e l'intelligenza artificiale.
Uno degli ambasciatori dell'evento sarà l'attore hollywoodiano e maestro di arti marziali Jackie Chan, un nome noto che è stato il volto di molte campagne globali. Dal 2004 Chan è ambasciatore dell'Unicef e partecipa attivamente a iniziative per la tutela dei bambini, della salute pubblica e dell'ambiente.
In un'intervista esclusiva a Euronews Serbia, Chan ha spiegato perché ha scelto di impegnarsi per l'Expo 2027.
È poco noto che, oltre alla recitazione e alle arti marziali, lei si occupa anche di musica. Come vede il legame tra sport, musica e cultura - i tre temi al centro di Expo 2027 - nella sua vita e nella sua carriera?
"Per me sport, musica e cultura sono linguaggi diversi che esprimono lo stesso spirito. Le arti marziali mi hanno insegnato la disciplina, il ritmo e il rispetto, valori che vanno ben oltre il combattimento. La recitazione mi ha permesso di condividere storie che mettono in contatto persone di diverse culture.
E la musica: anche se meno conosciuta da molte persone, in realtà sono un cantante e ho pubblicato diversi album nella mia carriera, è sempre stata un modo per esprimere emozioni direttamente dal cuore.
Quando si mettono insieme questi tre mondi, si vede che non sono affatto separati: il ritmo delle arti marziali è come la musica, la narrazione della musica è come il cinema, e tutti portano con sé l'eredità della cultura.
Nella mia vita, muovermi tra questi mondi mi ha mostrato quanto sia potente la creatività nell'unire le persone, indipendentemente dalla loro provenienza".
Se dovesse spiegare a qualcuno all'estero perché dovrebbe venire a Belgrado nel 2027, cosa direbbe? Perché l'Expo è importante?
"Belgrado nel 2027 sarà un luogo dove il mondo si riunisce. L'Expo non è solo un'esposizione: è un palcoscenico dove le nazioni condividono le loro idee, culture e innovazioni.
Per i visitatori, è un'occasione per sperimentare lo spirito della Serbia e l'energia di Belgrado, una città che si trova al crocevia tra Oriente e Occidente, con una storia di resilienza e una cultura dell'ospitalità.
Venire a Belgrado per l'Expo significa molto di più che vedere i padiglioni, significa partecipare a una conversazione globale sul nostro futuro e scoprire una città vibrante, piena di musica, sport e tradizioni. È un invito a entrare in contatto, a lasciarsi ispirare e a portare a casa queste esperienze".
Lei è stato ambasciatore di uno degli eventi di maggior successo a livello globale, l'Expo di Shanghai nel 2010. Come ricorda quell'esperienza e quali insegnamenti può trarne per la promozione dell'Expo a Belgrado?
"L'Expo di Shanghai del 2010 è stata un'esperienza indimenticabile per me. Come ambasciatore, mi sono sentito orgoglioso di vedere come la Cina abbia accolto milioni di persone per condividere idee, cultura e innovazione.
Ciò che ricordo di più è il senso di unità, visitatori provenienti da ogni angolo del mondo, lingue e tradizioni diverse, ma tutti curiosi e ispirati da ciò che l'umanità può raggiungere insieme.
Quell'esperienza mi ha insegnato che un'Expo è molto più di un'esposizione. È una celebrazione dell'apertura, della creatività e del dialogo. Per Belgrado nel 2027, questi insegnamenti sono altrettanto importanti: mostrare il calore e l'ospitalità della Serbia, invitare il mondo a scoprire una città all'incrocio delle culture e creare un'atmosfera in cui le persone vadano via non solo con dei ricordi, ma anche con nuovi legami e nuove speranze per il futuro".
Nel corso della sua carriera, lei è riuscito a far incontrare Oriente e Occidente. Come vede l'Expo di Belgrado come un luogo che potrebbe diventare un punto di connessione tra Europa e Asia, così come lei è diventato un simbolo del dialogo culturale attraverso il suo lavoro nel cinema, nella musica e nell'impegno umanitario?
"Per tutta la vita ho creduto che la cultura non avesse confini. Nel cinema ho cercato di mescolare le tradizioni orientali con la narrazione occidentale. Nella musica, ho mescolato ritmi diversi e, attraverso il mio lavoro di beneficenza, ho sempre cercato modi per collegare le persone al di là della nazionalità.
L'Expo di Belgrado dovrebbe avere e avrà lo stesso spirito. La Serbia si trova al crocevia tra Europa e Asia, un luogo dove storie e culture si sono sempre incontrate. L'Expo 2027 sarà un'occasione per mostrare come Oriente e Occidente non siano mondi separati, ma parti di un unico futuro condiviso.
Proprio come nella mia carriera, dove la combinazione di Oriente e Occidente ha creato qualcosa di nuovo ed entusiasmante, l'Expo 2027 può diventare un palcoscenico dove le nazioni condividono idee, si rispettano a vicenda e trovano ispirazione nelle loro differenze. Questo è il vero potere del dialogo culturale, e credo che Belgrado possa portare questo messaggio al mondo".
Visiterà di nuovo Belgrado nel 2027?
"Per ora manteniamo il segreto!"
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