Björk aderisce a No Music For Genocide: il catalogo dell'artista sarà bloccato in Israele

La leggenda della musica islandese Björk è l'ultima artista ad aderire alla campagna "No Music For Genocide" (Niente musica per il genocidio). Da ora anche il suo catalogo è sottoposto a blocco geografico, quindi, non sarà disponibile sui servizi di streaming israeliani.
La campagna internazionale è un'iniziativa di boicottaggio culturale che incoraggia gli artisti e i detentori dei diritti a ritirare la loro musica dalle piattaforme di streaming in Israele in risposta alla crisi in corso a Gaza.
Più di 400 artisti, tra cui Massive Attack, Fontaines D.C., Paramore, Kneecap e Wednesday, hanno aderito a No Music For Genocide e ognuno di loro ha inviato richieste per il cosidetto geo-blocco al proprio distributore o etichetta.
I partecipanti hanno chiesto alle grandi case discografiche come Sony, Universal Music e Warner a seguire l'esempio, soprattutto considerando il fatto che le major discografiche hanno bloccato i loro interi cataloghi musicali in Russia un mese dopo l'invasione dell'Ucraina.
"La cultura non può fermare le bombe da sola, ma può aiutare a respingere la repressione politica, a spostare l'opinione pubblica verso la giustizia e a rifiutare l'art-washing e la normalizzazione di qualsiasi azienda o nazione che commette crimini contro l'umanità", si legge in una dichiarazione della campagna No Music For Genocide.
"Questa iniziativa è parte di un movimento mondiale per erodere il sostegno di cui Israele ha bisogno per continuare il suo genocidio".
"Siamo ispirati dall'intensificarsi degli sforzi per raggiungere questo obiettivo, dal recente impegno di Film Workers For Palestine al divieto di navi e aerei diretti in Israele imposto dalla Spagna, dalla Freedom Flotilla Coalition per smilitarizzare il Brooklyn Navy Yard ai lavoratori portuali del Marocco che si sono rifiutati di caricare armi sulle navi ordinate da Tel Aviv".
"Molti dei nostri coetanei si sono sentiti, come noi, incerti su come usare la musica in questo momento. Il nostro primo obiettivo con No Music For Genocide è quello di ispirare gli altri a reclamare la propria autorità e a dirigere la propria influenza verso un'azione tangibile".
"Siamo molto grati a tutti gli artisti, i manager e le etichette che si sono già impegnati in questo primo passo, e siamo entusiasti di poterlo espandere insieme. Più siamo, più saremo forti. Questo è solo l'inizio".
Björk non ha ancora rilasciato una dichiarazione sulla sua partecipazione al boicottaggio di Israele, ma in passato si è espressa apertamente a favore del popolo palestinese.
Nel novembre 2023 ha pubblicato una serie di mappe della regione israelo-palestinese dal 1946, scrivendo: "È questo che chiamate condivisione?".
La cantante si è anche espressa in merito al servizio di streaming Spotify, definendolo "probabilmente la cosa peggiore che sia capitata ai musicisti".
Parlando con il quotidiano svedese Dagens Nyheter, la cantante ha parlato della sua preferenza per la creazione di nuova musica rispetto ai tour.
"La parte live è, e sarà sempre, una parte importante di ciò che faccio", ha detto.
"Sono fortunata perché non devo più raccogliere soldi con le tournée, cosa che i musicisti più giovani sono spesso costretti a fare".
"Da questo punto di vista Spotify è probabilmente la cosa peggiore che sia capitata ai musicisti. La cultura dello streaming ha cambiato un'intera società e un'intera generazione di artisti", ha concluso
Non è la prima volta che Björk critica le piattaforme di streaming. Nel 2015 ha rifiutato che il suo album "Vulnicura" venisse pubblicato su Spotify.
All'inizio di quest'anno, Björk ha esordito nelle sale col suo film-concerto Cornucopia nelle sale di tutto il mondo e il 24 ottobre pubblicherà un album live del tour.
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