Il ministro israeliano Itamar Ben-Gvir prega a al-Aqsa: una provocazione per l'intero mondo musulmano

Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir ha visitato e pregato, domenica 3 agosto, nel luogo sacro più sensibile di Gerusalemme, il complesso di al-Aqsa, scatenando un'ondata di condanne a livello regionale e facendo temere un'ulteriore escalation.
La decisione di Ben-Gvir rischia di minare gli sforzi diplomatici per un cessate il fuoco
La scelta provocatoria del membro del governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu è avvenuta mentre continuano gli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza, con almeno 33 palestinesi uccisi domenica mentre si recavano ai punti di distribuzione degli aiuti, mentre crescono le accuse a livello globale sul fatto che Israele stia creando di proposito condizioni di carestia nell'enclave assediata.
La visita di Ben-Gvir al complesso collinare rischia di far vacillare ulteriormente gli sforzi dei mediatori internazionali, come il Qatar e l'Egitto, per porre fine all'offensiva militare di Israele su Gaza che dura da quasi due anni. L'area, che gli ebrei chiamano "Monte del Tempio", rappresenta infatti il sito più sacro dell'ebraismo e si ritiene che sorga dove un tempo esistevano antichi templi biblici. I musulmani invece chiamano il sito "Nobile Santuario", che oggi ospita la moschea di Al-Aqsa, il terzo luogo più sacro dell'Islam.
Le visite da parte di funzionari israeliani alla prima Qibla islamica - ovvero la direzione verso cui pregano i musulmani di tutto il mondo - sono considerate una provocazione in tutto il mondo arabo. Pregare apertamente sul posto viola un accordo di lunga data.
Per il mondo arabo la visita a al-Aqsa è una provocazione
Agli ebrei è stato permesso infatti di visitare e visitare il complesso sacro, ma è vietato utilizzarlo per pregare, con le truppe e la polizia israeliane che hanno il compito di garantire la protezione del luogo. L'ufficio del primo ministro Netanyahu ha dichiarato che Israele non cambierà le norme che regolano l'uso sito in seguito alla visita di Ben-Gvir.
Il ministro di estrema destra ha visitato il sito in seguito alla pubblicazione da parte di Hamas di un video che mostra un ostaggio israeliano a Gaza magro e indebolito. Il filmato ha scatenato un putiferio in Israele e ha fatto crescere la pressione sul governo di Netanyahu affinché si trovi un accordo per la liberazione di tutti gli ostaggi.
Sono circa 50 gli ostaggi sono ancora sotto la prigionia di Hamas a Gaza, 20 dei quali si ritiene siano ancora vivi. Tutti furono durante gli attacchi del 7 ottobre 2023, che provocarono la morte di 1.200 persone. La missione israeliana presso le Nazioni Unite ha dichiarato di aver richiesto una riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sugli ostaggi, che si terrà martedì.
Israele chiede cibo e medicine per gli ostaggi. Hamas: sì, a patto che arrivino anche ai palestinesi
"Non vogliono un accordo", ha detto Netanyahu riferendosi a Hamas. "Vogliono dividerci usando questi video dell'orrore". Il suo ufficio ha dichiarato di aver parlato con la Croce Rossa per cercare aiuto nel fornire agli ostaggi cibo e cure mediche. Il Comitato internazionale si è detto da parte sua "sconvolto dai video strazianti" e ha chiesto l'accesso agli ostaggi.
L'ala militare di Hamas si è detta pronta a rispondere positivamente alle richieste della Croce Rossa di consegnare cibo agli ostaggi, a patto che a Gaza verranno aperti corridoi umanitari in modo "regolare e permanente" per fornire aiuti anche alla popolazione palestinese.
Ben-Gvir ha chiesto che Israele annetta formalmente la Striscia di Gaza e ha rinnovato il desiderio di un'espulsione dei palestinesi dal territorio, ravvivando ulteriormente la retorica che ha complicato l'accordo sugli ostaggi e i negoziati per il cessate il fuoco. Ha aggiunto poi che il video che mostra il 24enne Evyatar David in un tunnel poco illuminato è un tentativo di fare pressione su Israele. Secondo il ministro è invece necessario proseguire con la politica degli attacchi a Gaza.
La visita è stata condannata dai leader palestinesi, oltre che dalla Giordania - custode della moschea di al-Aqsa - dall'Arabia Saudita e dalla Turchia. I ribelli Houthi in Yemen hanno lanciato tre droni contro Israele poco dopo, che secondo Israele sono stati intercettati.
Già in passato le visite di Ben-Gvir al luogo sacro avevano causato un'esplosione di violenza all'interno e nei dintorni del sito, provocando una guerra di undici giorni con Hamas nel 2021.
Continuano le violenze intorno ai punti di distribuzione di cibo a Gaza
Funzionari sanitari di Gaza affermano che le forze israeliane hanno ucciso intanto altri 33 palestinesi domenica mentre si recavano ai punti di distribuzione degli aiuti. Testimoni oculari raccontano che le forze israeliane hanno aperto il fuoco mentre la folla affamata cercava disperatamente cibo. Un testimone, Yousef Abed, ha raccontato di essere finito sotto il fuoco indiscriminato e di aver visto almeno tre persone sanguinanti a terra. "Non mi sono potuto fermare per aiutarli a causa dei proiettili", ha affermato.
Due ospedali nel sud e nel centro di Gaza hanno dichiarato di aver ricevuto corpi in arrivo dalle zone dove sono situati i percorsi che portano ai siti di distribuzione di aiuti della Gaza Humanitarian Foundation (GHF), organizzazione statunitense sostenuta da Israele. Undici persone sono state uccise nell'area di Teina mentre cercavano di raggiungere l'hub di Khan Younis.
Altri tre testimoni oculari palestinesi, tra cui uno che viaggiava attraverso Teina, hanno riferito di aver visto i soldati aprire il fuoco sui percorsi, che si trovano in zone militari. L'esercito israeliano ha risposto di non essere a conoscenza di vittime causate dagli spari vicino ai siti di assistenza. L'ufficio stampa del GHF ha da parte sua affermato che non ci sarebbero stati spari "vicino o presso i nostri siti".
Le Nazioni Unite affermano che 859 persone sono state uccise nei pressi dei siti della GHF dal 27 maggio al 31 luglio e centinaia di altre lungo i percorsi dei convogli alimentari guidati dalle Nazioni Unite.
La GHF ha precisato che i suoi appaltatori armati hanno usato solo spray al peperoncino o sparato colpi di avvertimento per evitare un assembramento mortale. L'IDF ha allo stesso modo dichiarato di aver sparato solo colpi non diretti ai civili. Entrambi sostengono che il numero di morti è esagerato.
Quasi 61mila morti per gli attacchi di Israele nella Striscia di Gaza
Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, afferma poi che finora sono morti 93 bambini e 82 adulti per cause legate alla malnutrizione. Le Nazioni Unite hanno confermato che sono necessari 500-600 camion di aiuti al giorno per soddisfare i bisogni dei due milioni di abitanti di Gaza, ma solo una frazione di questi entra nell'enclave in quella che ha descritto come una catastrofe umanitaria.
I decessi dovuti alla malnutrizione non sono inclusi nel conteggio delle vittime di guerra del ministero, secondo il quale il bilancio degli attacchi israeliani a Gaza si sta avvicinando a 61mila morti. Le cifre non distinguono tra civili e combattenti, ma le Nazioni Unite affermano che più di due terzi delle vittime sono rappresentati da donne e bambini.
Today