Cinque anni dalla elezioni "truccate" in Bielorussia: l'Ue ribadisce il sostegno alla popolazione oppressa

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha espresso il suo sostegno al popolo bielorusso in occasione del quinto anniversario delle "elezioni truccate" che hanno dato il via alle proteste di massa degli oppositori di Alexander Lukashenko.
"Cinque anni dopo le elezioni truccate in Bielorussia, il nostro sostegno al popolo bielorusso rimane immutato", ha dichiarato von der Leyen in un post pubblicato su X. "Non ci fermeremo finché tutti gli oltre 1.000 prigionieri politici non saranno rilasciati. Finché le aspirazioni democratiche del popolo bielorusso non saranno realizzate", ha continuato.
La presidente della Commissione europea ha assicurato che l'Unione europea continuerà a sostenere la società civile, i media indipendenti, i difensori dei diritti umani e le forze democratiche bielorusse. Ha inoltre ricordato che la promessa di Bruxelles di mobilitare 3 miliardi di euro per una Bielorussia democratica rimane valida.
"Quando arriverà il momento della transizione democratica, l'Unione europea sarà pronta", ha assicurato von der Leyen. "Siamo fedeli alla nostra promessa di mobilitare un pacchetto di sostegno di 3 miliardi di euro per una Bielorussia democratica"., ha ricordato ancora la capa della Commissione.
"Oggi esprimo il mio pieno sostegno e la mia solidarietà a tutti i bielorussi. Possa arrivare presto il giorno in cui le vostre speranze per un futuro libero e democratico saranno finalmente realizzate", ha concluso von der Leyen.
"L'Europa è al fianco del popolo bielorusso. Cinque anni fa, la loro voce è stata rubata. La loro richiesta di libertà è stata accolta con persecuzione. Ma la loro lotta, la nostra lotta, per la democrazia resta forte. Il mondo non distoglierà lo sguardo", ha scritto la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola facendo eco a von der Leyen.
Le elezioni falsificate in Bielorussia
Il 9 agosto 2020, in Bielorussia si sono tenute le elezioni presidenziali in cui Alexander Lukashenko è stato nuovamente dichiarato vincitore con oltre l'80% dei voti. La sua rivale, Svetlana Tikhanovskaya, divenuta candidata dell'opposizione dopo l'arresto dei principali oppositori del regime, è stata "conteggiata" dal Centro per la riforma elettorale con poco più del 10%.
Indignati dall'"inganno", gli oppositori di Lukashenko sono scesi in piazza chiedendo le sue dimissioni ed elezioni "regolari". Le autorità hanno lanciato repressioni su larga scala contro i manifestanti, migliaia di persone sono state arrestate, decine di migliaia, tra cui la stessa Tikhanouskaya, hanno lasciato il Paese.
Il Centro per i diritti umani "Viasna" ha documentato più di centomila casi di repressione negli ultimi cinque anni. Oggi, 1.190 prigionieri politici sono dietro le sbarre, mentre altre decine sono detenuti in centri di detenzione temporanea in tutto il Paese con accuse di carattere politico-amministrativo, ha dichiarato l'organizzazione.
In occasione del quinto anniversario dell'inizio delle proteste, i leader delle forze democratiche in esilio hanno programmato manifestazioni in Polonia, Lituania e altri Paesi per questo fine settimana. Le autorità bielorusse hanno risposto lanciando un'ampia campagna di intimidazione nei confronti dei manifestanti all'estero, minacciandoli di confiscare i beni lasciati in patria, poiché ritengono che le azioni dell'opposizione danneggino lo Stato a causa delle sanzioni imposte contro la Minsk ufficiale in questo contesto.
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