Il premier giapponese Ishiba esprime "rimorso" per l'anniversario della resa alla Seconda Guerra Mondiale

Il Giappone ha celebrato l'80esimo anniversario della resa nella Seconda Guerra Mondiale, con il Primo Ministro Shigeru Ishiba che ha espresso "rimorso" per il ruolo del Paese nel conflitto.
"Non ripeteremo mai la tragedia della guerra. Non sbaglieremo mai strada", ha detto Ishiba. "Ancora una volta, dobbiamo conservare profondamente nei nostri cuori il rimorso e la lezione di quella guerra".
Ishiba, sottolineando che la maggior parte della popolazione giapponese nata nel dopoguerra "non conosce la il conflitto armato", si è impegnato a trasmettere "la memoria della tragedia e la determinazione antibbellicista alle geenrazioni future".
Circa 4.500 funzionari e famiglie in lutto hanno osservato un momento di silenzio a mezzogiorno nella sala Budokan di Tokyo, mentre il Paese rendeva omaggio ai più di tre milioni di caduti nella Seconda guerra mondiale, tra le crescenti preoccupazioni per l'affievolirsi della memoria di quella tragedia.
Nel frattempo, decine di politici giapponesi di destra e i loro sostenitori sono venuti a pregare nel vicino Santuario di Yasukuni, tra cui Shinjiro Koizumi, il ministro dell'Agricoltura considerato uno dei principali candidati a sostituire il primo ministro assediato.
Per i giovani giapponesi la memoria della guerra non è viva
Koizumi, figlio del popolare ex primo ministro Junichiro Koizumi, la cui visita a Yasukuni come leader in carica nel 2001 ha indignato la Cina, è un habitué del santuario.
In passato il santuario è stato oggetto di critiche da parte dei vicini del Giappone, in quanto onora criminali di guerra passati in giudicato. I Paesi vittime dell'aggressione giapponese, in particolare Cina e Corea del Sud, considerano le visite al santuario come una mancanza di pentimento per il passato imperialista del Giappone.
Dal 2013, i primi ministri giapponesi hanno smesso di scusarsi con le vittime delle sue forze nella Seconda Guerra Mondiale, seguendo il precedente stabilito dall'ex primo ministro Shinzo Abe.
Anche la negazione da parte di alcuni parlamentari del ruolo militare del Giappone nella morte di civili a Okinawa o nel Massacro di Nanchino ha suscitato polemiche in passato.
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