Una nave con centinaia di tonnellate di aiuti alimentari per Gaza si avvicina alle coste israeliane

Una nave con a bordo 1.200 tonnellate di cibo per la popolazione della Striscia di Gaza si è avvicinata al porto israeliano di Ashdod martedì. L'imbarcazione, battente bandiera panamense, è stata preventivamente controllata da funzionari israeliani nel porto cipriota di Limassol al momento della partenza. Trasporta generi alimentari come pasta, riso, cibo per bambini e prodotti in scatola.
L'iniziativa è stata organizzata proprio a Cipro, grazie al sostegno finanziario degli Emirati Arabi Uniti al cosiddetto Fondo Amalthea, istituito lo scorso anno per facilitare le donazioni di fronte all'aggravarsi della crisi umanitaria nella Striscia, mentre la carestia minaccia il territorio.
Circa 700 tonnellate di aiuti provengono proprio da Cipro, il resto da Italia, Malta, da un ordine religioso cattolico e dall'organizzazione non governativa kuwaitiana Al Salam Association.
Il ministero degli Esteri di Cipro ha dichiarato che gli aiuti sono guidati dalle Nazioni Unite, ma che si tratta di uno sforzo coordinato. Una volta scaricati sul territorio di Israele, i dipendenti dell'Onu provvederanno a trasportare gli aiuti in aree di stoccaggio e stazioni alimentari gestite dalla World Central Kitchen.
L'ente di beneficenza gode di ampia fiducia a Gaza e l'anno scorso ha effettuato la prima spedizione di aiuti a Gaza da Cipro a bordo di una chiatta trainata da un rimorchiatore. Le consegne via nave possono portare quantità di aiuti molto maggiori rispetto ai lanci aerei che diversi Paesi hanno effettuato a Gaza.
Decine di morti a Gaza nonostante le aperture di Hamas
Intanto, almeno altre 26 persone sono state uccise a Gaza martedì, secondo gli ospedali locali. La cifra comprende almeno otto persone uccise in attacchi israeliani in un campo che ospita sfollati a Khan Younis; altre quattro in un attacco simile a Deir al-Balah.
Le morti arrivano nonostante nella giornata di lunedì 18 agosto una fonte di Hamas abbia dichiarato che il gruppo ha accettato l'ultima proposta di cessate il fuoco (d'altra parte i funzionari israeliani non hanno ancora risposto in modo ufficiale).
Israele aveva annunciato l'intenzione di occupare la città di Gaza e altre aree densamente popolate dopo che i colloqui per il cessate il fuoco si erano arenati il mese scorso. Una decisione che aveva suscitato una condanna pressoché unanime a livello internazionale e sollevato il timore di un peggioramento della catastrofe umanitaria già in atto a Gaza, che secondo gli esperti potrebbe trasformarsi a breve in una carestia.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha liquidato le notizie sulla fame come "bugie" diffuse da Hamas. Tuttavia, la scorsa settimana le Nazioni Unite hanno confermato che i livelli di malnutrizione a Gaza sono ai massimi dall'inizio della guerra, smentendo il governo di Tel Aviv.
Un numero record di operatori umanitari uccisi
Nel frattempo, nel 2024 è stato ucciso un numero record di 383 operatori umanitari in tutto il mondo, di cui quasi la metà proprio nella Striscia di Gaza, secondo quanto indicato martedì 19 agosto dall'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha). Il cui capo, Tom Fletcher, ha aggiunto che tali dati devono essere un campanello d'allarme e far agire per proteggere i civili nelle zone di conflitto e coloro che cercano di aiutarli.
"Attacchi di questa portata, con zero responsabilità, sono un'accusa vergognosa all'inazione e all'apatia internazionale", ha precisato Fletcher in un comunicato. "Come comunità umanitaria, chiediamo - ancora una volta - che chi ha potere e influenza agisca per l'umanità, protegga i civili e gli operatori umanitari e ponga fine all'impunità”.
Il presidente della Mezzaluna Rossa palestinese, Younis al-Khatib, ha dichiarato in un video pubblicato su X che "la missione umanitaria palestinese e gli operatori umanitari sono stati deliberatamente presi di mira. Nessuno Stato dovrebbe godere di impunità. Nessuno Stato dovrebbe essere al di sopra della legge. La comunità internazionale ha l'obbligo di proteggere gli operatori umanitari e di fermare e garantire la protezione dell'umanità".
L'Aid Worker Security Database ha dichiarato che il numero di uccisioni di operatori umanitari è passato da 293 nel 2023 a 383 nel 2024, di cui oltre 180 a Gaza.
I dati di quest'anno non mostrano alcun segno di inversione della tendenza, secondo l'Ocha. Dall'inizio dell'anno si sono verificati 245 attacchi gravi e 265 operatori umanitari sono stati uccisi finora, secondo il database.
Uno dei casi più drammatici è avvenuto il 23 marzo nella città meridionale di Rafah, nella Striscia di Gaza. Le truppe israeliane hanno ucciso 15 tra medici e soccorritori, i cui corpi sono stati successivamente rinvenuti in quella che le Nazioni Unite hanno definito una "fossa comune".
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