‘Ndrangheta, arrestati a Ibiza tre latitanti italiani: gestivano traffico droga con il Sud America

Tre cittadini di nazionalità italiana sono stati rintracciati dai Carabinieri del Ros insieme alla Policia Nacional spagnola ed arrestati a Ibiza lo scorso 15 agosto, in esecuzione di un Mandato di arresto europeo (Mae) emesso dalle autorità italiane.
I provvedimenti si inseriscono nell’inchiesta Anemone, che a luglio aveva già portato alla cattura di 28 indagati tra Albania e Italia.
Indagini dal 2024, perquisizioni a Ibiza e Barcellona
Nella nota diffusa dal Ministero dell’Interno spagnolo, la Policia Nacional sottolinea che i fermi sono stati resi possibili grazie al “costante scambio di informazioni, essenziale per la loro localizzazione”.
Oltre agli arresti, sono state effettuate due perquisizioni domiciliari, a Ibiza e a Barcellona, nel corso delle quali sono stati sequestrati 35mila euro in contanti, gioielli di grande valore – tra cui due orologi, uno stimato 120mila euro – documenti di identità falsi, sostanze stupefacenti, dispositivi elettronici e documentazione ritenuta di interesse, ora al vaglio degli investigatori.
Si è trattato di un’operazione ad alto rischio, precisa la Policia Nacional, “a causa dell’elevato grado di pericolosità degli arrestati e della loro resistenza al fermo”.
Le autorità iberiche ricordano che dal 2024 erano in corso indagini sulla possibile presenza e sulle attività in territorio nazionale di soggetti riconducibili all’Ndrangheta. Un ruolo decisivo, oltre alla collaborazione con il Ros, è stato svolto da Eurojust, l’agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale.
L’inchiesta “Anemone”
Gli arresti di Ferragosto si inseriscono in un’ampia attività investigativa che, lo scorso luglio, aveva già portato la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma a disporre 28 misure cautelari nei confronti di cittadini italiani e albanesi.
Le indagini, condotte a Roma ma anche a Catanzaro, Cosenza, L’Aquila, Latina e Pistoia, avevano inoltre permesso di sequestrare ingenti quantitativi di stupefacente: oltre una tonnellata di cocaina e 1.497 kg di hashish.
Gli indagati risultavano coinvolti nelle attività di un’organizzazione criminale di matrice ’ndranghetista con base a Roma e operante a livello nazionale, facente capo a Rosario Marando.
Il traffico internazionale dal Sud America all’Europa
Marando, calabrese di 57 anni, è stato arrestato lo scorso luglio perché ritenuto elemento di spicco della ’ndrangheta, collegato a cosche della provincia di Reggio Calabria e del torinese.
Trasferitosi a Roma nei primi anni 2000, avrebbe assunto il controllo del quartiere San Basilio, creando un’associazione criminale con legami a un’organizzazione albanese.
Secondo le indagini, la cocaina gestita dal gruppo proveniva dal Sud America ed era importata in Europa tramite container diretti in Spagna, Olanda e Italia, prima di essere distribuita a Roma. All’organizzazione viene contestato anche un episodio di tortura ai danni di uno spacciatore.
La ’Ndrangheta e la sua influenza globale
Definita “multinazionale del crimine”, la ’ndrangheta è un’organizzazione transnazionale che ha mantenuto nel tempo una struttura basata sulla consanguineità, fattore che ha ridotto il numero dei collaboratori di giustizia. Con oltre 150 anni di storia, è considerata una delle mafie più potenti al mondo, con un giro d’affari annuo stimato superiore a quello di grandi multinazionali come McDonald’s.
Radicata in Nord e Sud America, Unione europea, Asia e Africa, la ’ndrangheta ha individuato nella Spagna uno dei punti chiave della propria espansione, grazie alla posizione geografica strategica del Paese, come sottolinea la Policia Nacional.
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