Israele dà il via alla prima fase di occupazione della Striscia: Idf alla periferia di Gaza City

L'Idf ha avviato la prima fase dell'occupazione di Gaza City, controllando già la periferia della città palestinese. Israele ha anche approvato in via definitiva l'insediamento E1 che divide in due la Cisgiordania, impedendo di fatto la possibilità di uno Stato di Palestina.
Il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), il generale di brigata Effie Defrin, ha confermato che l'esercito dello Stato ebraico ha dato il via all'invasione terrestre della più grande città della Striscia.
"Abbiamo avviato le operazioni preliminari e le prime fasi dell'attacco: le nostre forze controllano già la periferia", ha dichiarato Defrin.
Il piano sarà illustrato nella giornata di giovedì da Netanyahu e sarà supportato dal richiamo di 60mila riservisti.
Hamas ha commentato l'allargamento dell'occupazione dicendo che Israele dimostra "palese disprezzo" per gli sforzi di mediazione, quando ancora non è stato raggiunto alcun accordo sul cessate il fuoco.
L'ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee ha attribuito la colpa della recente rottura dei colloqui per il cessate il fuoco a Gaza alla decisione di alcuni leader europei di riconoscere lo Stato palestinese.
In un'intervista all'Associated Press, Huckabee, che a sua volta è un oppositore di lunga data di tale riconoscimento, ha affermato che "il rumore che è stato fatto dai leader europei di recente sta avendo un effetto controproducente".
In un Paese con meno di 10 milioni di abitanti, il richiamo dei riservisti è il più grande da mesi e ha un peso economico e politico.
Arriva pochi giorni dopo che centinaia di migliaia di israeliani hanno manifestato per chiedere il cessate il fuoco e mentre le organizzazioni umanitarie avvertono che un attacco più esteso potrebbe aggravare la crisi nella Striscia, dove la maggior parte dei circa 2 milioni di abitanti sono stati sfollati, molte aree sono state ridotte in macerie e la popolazione rischia la carestia.
Israele dà l'ok al piano di insediamento in Cisgiordania
Israele ha anche dato l'approvazione finale al controverso progetto di insediamento nella zona E1 della Cisgiordania occupata, a est di Gerusalemme.
Il piano, discusso per oltre vent'anni, è rimato congelato a causa delle pressioni degli Stati Uniti durante le precedenti amministrazioni.
L'occupazione israeliana dei territori palestinesi è illegale secondo il diritto internazionale. L'anno scorso, la Corte internazionale di giustizia ha dichiarato in una sentenza storica che Israele deve porre fine alle attività di insediamento e di occupazione in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, così come di Gaza, il prima possibile.
Il ministro delle Finanze di estrema destra Bezalel Smotrich, ex leader dei coloni, ha presentato l'approvazione come un rimprovero ai Paesi occidentali che nelle ultime settimane hanno annunciato i loro piani per il riconoscimento di uno Stato palestinese.
"Lo Stato palestinese viene cancellato dal tavolo non con gli slogan ma con le azioni", ha dichiarato mercoledì. "Ogni insediamento, ogni quartiere, ogni unità abitativa è un altro chiodo nella bara di questa idea pericolosa".
Di recente, diversi Paesi, tra cui Regno Unito e Paesi Bassi, hanno deciso di sanzionare Smotrich e il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir per aver incitato alla violenza dei coloni contro i palestinesi e aver invocato la pulizia etnica di Gaza.
In un post su X, il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, ha condannato l'approvazione del progetto E1, definendolo "una flagrante violazione del diritto internazionale".
Anche il portavoce del ministero degli Esteri tedesco, Josef Hinterseher, ha condannato la mossa durante una conferenza stampa mercoledì. "La posizione del governo federale è chiara: respingiamo con forza questa approvazione. La costruzione dell'insediamento viola il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".
Il Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha chiesto la revoca della decisione delle autorità israeliane, sottolineando su X che il progetto "rappresenta una minaccia esistenziale alla soluzione dei due Stati".
La posizione dell'E1 è significativa perché è uno degli ultimi collegamenti geografici tra le principali città palestinesi di Ramallah, a nord, e Betlemme, a sud.
I due centri distano 22 chilometri l'uno dall'altro, ma i palestinesi che viaggiano tra di esse devono fare un'ampia deviazione e passare attraverso diversi checkpoint israeliani, trascorrendo ore di viaggio. La speranza è che, in un eventuale Stato palestinese, la regione serva da collegamento diretto tra le città.
L'espansione degli insediamenti da parte di Israele fa parte di una realtà sempre più terribile per i palestinesi della Cisgiordania occupata. Dal 7 ottobre 2023, sono aumentati notevolmente gli attacchi dei coloni contro i palestinesi, gli sfratti dalle città palestinesi, le operazioni militari israeliane e i posti di blocco che limitano la libertà di movimento.
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