Mossad in Iran: il ruolo centrale dell’intelligence nella guerra di 12 giorni

Mohammad Sarfraz, ex capo di Sadawasima, l’agenzia di intelligence e sicurezza interna iraniana, ha rivelato che durante la guerra di 12 giorni tra Iran e Israele il Mossad ha avuto un ruolo centrale. Sadawasima è responsabile della sicurezza interna e della protezione delle istituzioni chiave della Repubblica islamica, rendendo le dichiarazioni di Sarfraz particolarmente significative.
Secondo Sarfraz, il conflitto non è stato solo militare ma "principalmente di intelligence". Ha spiegato che "il Mossad era alla guida di questa guerra" e che le prime ore del conflitto hanno visto colpi devastanti dall’interno del Paese, con commando locali supportati da droni e missili, che hanno assassinato alti comandanti e distrutto radar strategici.
Infiltrazioni ai vertici della sicurezza
L’ex capo di Sadawasima ha sottolineato che le operazioni del Mossad sono state possibili grazie a infiltrazioni nei vertici della sicurezza iraniana. Ha inoltre criticato chi ha attribuito la fuga di informazioni a WhatsApp, definendo questa interpretazione "errata e pericolosa".
Sarfraz ha paragonato la situazione iraniana ad altri contesti storici, come la Jugoslavia ai tempi di Tito, dove secondo lui gli Stati Uniti manipolavano figure chiave per consolidare il controllo. Ha affermato che il governo e il parlamento iraniani attuali seguono lo stesso modello: un sistema «debole, inefficiente e con crescente malcontento popolare».
Rischio di una nuova guerra
Alla luce di questi sviluppi, ex funzionari come Yahya Rahim-Safavi, ex comandante dell’Irgc, avvertono che il cessate il fuoco potrebbe non durare. "La possibilità di una nuova guerra esiste", ha dichiarato. Sarfraz ha aggiunto che Israele non ha rinunciato ai propri obiettivi e che, se la situazione interna in Iran resterà invariata, il sostegno degli Stati Uniti a Tel Aviv potrebbe favorire ulteriori conflitti.
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