Argentina, dura sconfitta per Milei alle elezioni nella provincia di Buenos Aires

Il presidente argentino Javier Milei ha subito una pesante battuta d'arresto in occasione delle elezioni provinciali a Buenos Aires che si sono tenute domenica, considerate una cartina di tornasole per valutare le performance del suo partito in vista delle legislative previste il mese prossimo.
Il partito La Libertad Avanza, fondato di recente dall'ex opinionista televisivo, ha ottenuto solo il 34 per cento dei voti nella provincia più grande dell'Argentina, perdendo in maniera schiacciante contro l'opposizione peronista di sinistra, che ha ottenuto il 47 per cento delle schede scrutinate.
Milei stesso ha ammesso che la perdita di 13 punti del suo partito è stata "una chiara sconfitta. Se qualcuno vuole iniziare a ricostruire e andare avanti, la prima cosa da fare è accettare i risultati", ha dichiarato ai suoi sostenitori nella sede del partito.
Ha quindi promesso di "accelerare" le riforme dopo la sconfitta. Da quando è entrato in carica nel dicembre 2023, il 54enne ha guidato un'importante opera di deregulation, imponendo tagli draconiani alla spesa pubblica e licenziando decine di migliaia di dipendenti pubblici.
Il Parlamento argentino è in mano all'opposizione
Milei avrebbe bisogno di aumentare il numero di parlamentari in un Congresso che, già oggi, è dominato dall'opposizione. Solo in questo modo potrebbe tentare di realizzare la svolta radicale che sogna per l'economia argentina, attualmente in crisi. I peronisti rappresentano ora il gruppo più numeroso al Parlamento di Buenos Aires e hanno usato il tale potere per imporre voci di spesa sociale per nulla apprezzate dal presidente.
L'ex capo di Stato Cristina Fernández de Kirchner - che rimane un'influente leader peronista nonostante una condanna per corruzione che le impedisce di fare politica e gli arresti domiciliari ai quali è sottoposta - ha esultato dal balcone della sua abitazione nella capitale. Quindi, sui social media, si è rallegrata del calo di consensi per Milei, sottolineando il peso dei guai giudiziari della sorella del presidente: "Esci dalla tua bolla, fratello. Le cose si fanno pesanti", ha scritto l'esponente peronista.
Sebbene Milei possa vantarsi di aver contenuto l'inflazione negli ultimi mesi, la popolazione del Paese sudamericano non ha ancora visto la rinascita economica promessa dopo le dure misure di austerità. "Anche se non si tratta delle elezioni nazionali di ottobre, è comunque di un campanello d'allarme per il governo, e il modo in cui reagirà sarà fondamentale per capire l'evoluzione della mappa politica", ha dichiarato all'AP Juan Cruz Díaz, responsabile del Gruppo Cefeidas, società di consulenza di Buenos Aires.
Le elezioni provinciali fondamentali per comprendere l'orientamento dell'elettorato in Argentina
"Questo risultato è un dato fondamentale per capire l'umore sociale, la posizione dell'opposizione, lo stato del peronismo e il livello di sostegno al governo nel distretto elettorale più importante dell'Argentina", ha aggiunto.
I risultati hanno anche permesso di porre sotto i riflettori un ex delfino di Cristina Fernández de Kirchner, Axel Kicillof, governatore di sinistra della provincia di Buenos Aires e uno dei più feroci critici di Milei, rivelandolo come il più adatto a raccogliere la leadership peronista.
Kicillof ha pronunciato un discorso di grande entusiasmo domenica, in cui ha accusato Milei e ha ricordato agli elettori cosa hanno perso rinunciando al peronista per i brutali tagli alla spesa di Milei: "Le urne hanno detto al presidente che i lavori pubblici non possono essere fermati. Gli hanno spiegato che i pensionati non possono essere colpiti, che le persone con disabilità non possono essere abbandonate", ha spiegato ai sostenitori acclamanti.
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