Elezioni Moldova, maxi retata contro piano filorusso: oltre duecento interferenze e decine di arresti prima del voto

Le autorità moldave hanno annunciato di avere arrestato decine di persone in un’operazione su larga scala contro un presunto piano sostenuto dalla Russia per istigare rivolte e destabilizzare il Paese.
L’azione arriva a pochi giorni da elezioni parlamentari considerate decisive per il futuro orientamento geopolitico della Moldavia, che si tengono il 28 settembre.
In totale, 74 sospetti sono stati trattenuti fino a settantadue ore, ha spiegato Victor Furtuna, procuratore capo dell’Ufficio per la lotta alla criminalità organizzata e ai casi speciali.
La polizia moldava ha dichiarato che il complotto per i disordini è stato "coordinato dalla Federazione Russa".
Il ruolo della Russia e l’addestramento in Serbia
Le autorità hanno accusato Mosca di avere coordinato il complotto attraverso reti criminali, con l’obiettivo di alimentare disordini in vista del voto. Furtuna ha sottolineato che la maggior parte degli indagati si recava regolarmente in Serbia per ricevere addestramento e che l’età dei sospetti oscillava tra i 19 e i 45 anni.
Domenica i moldavi saranno chiamati a rinnovare i 101 seggi del Parlamento in una consultazione che molti considerano come una scelta cruciale tra l’avvicinamento all’Unione europea o legami più stretti con la Russia.
In vista del voto, il Paese è stato travolto da una crescente campagna di disinformazione online volta a screditare l’esecutivo filo-Ue guidato dalla presidente Maia Sandu e dal suo Partito Azione e Solidarietà (Pas).
Negli ultimi anni, le tornate elettorali in Moldavia sono state frequentemente bersaglio di operazioni di corruzione, acquisto di voti e tentativi di destabilizzazione. Per questo molti osservatori temono che le tecniche di guerra ibrida del Cremlino possano alterare l’esito della consultazione.
Moldova, la campagna di disinformazione Matryoshka
Secondo gli esperti, negli ultimi mesi si è intensificata la cosiddetta campagna di propaganda filorussa Matryoshka, progettata per minare la credibilità del governo moldavo e dell’Unione europea.
Lo strumento di monitoraggio NewsGuard ha documentato che l’operazione ha diffuso false accuse contro Maia Sandu, tra cui l’appropriazione indebita di 24 milioni di dollari e presunte dipendenze da psicofarmaci.
Dal mese di aprile, in concomitanza con l’indizione delle elezioni, la campagna ha diffuso trentanove notizie false in soli tre mesi, contro le zero registrate nello stesso periodo dell’anno precedente.
I fact-checkers descrivono Matryoshka come un’operazione ben organizzata, in grado di imitare lo stile dei media legittimi per rendere più credibili le notizie false.
Dopo le elezioni presidenziali dello scorso anno, la presidente Sandu aveva denunciato un vero e proprio “assalto alla democrazia e alla libertà”, accusando gruppi criminali di avere comprato i voti di migliaia di cittadini moldavi in occasione del referendum sull’adesione all’Unione europea.
Secondo Sandu, le “entità criminali” avevano cercato di comprare 300mila voti, riuscendo a pagare circa la metà degli elettori, mentre il sistema giudiziario non avrebbe fatto abbastanza per fermare corruzione e brogli.
La Moldova, stretta tra la Romania a ovest e l’Ucraina a est, rimane un terreno di scontro politico e informativo tra Bruxelles e Mosca. La posta in gioco delle imminenti elezioni non è soltanto la composizione del Parlamento, ma anche la direzione geopolitica del Paese: proseguire verso l’Unione europea o cadere sotto l’influenza russa.
Il timore diffuso tra i filoeuropei è che le operazioni ibride del Cremlino, che combinano disinformazione, corruzione e pressione economica, possano minare il processo democratico.
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