La commissione Affari giuridici del Parlamento Ue vota contro la revoca dell'immunità a Ilaria Salis

Con 13 voti contrari e 12 favorevoli, la commissione Affari giuridici del Parlamento europeo (Juri) ha deciso di respingere la richiesta del governo ungherese di revocare l'immunità all'eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) Ilaria Salis.
La decisione non è vincolante e la questione sarà sottoposta in via definitiva all'esame dell'intero Parlamento, con una votazione prevista durante la prima sessione plenaria il prossimo 6 ottobre.
Per Salis difesa dell'immunità rappresenta protezione dalla persecuzione di Orbán
"Oggi la Commissione Juri ha deciso di difendere la mia immunità e l'indipendenza del Parlamento, e di respingere la richiesta di revoca avanzata dal regime ungherese. È un segnale importante e positivo. Ho piena fiducia che il Parlamento confermerà questa scelta nella plenaria di ottobre, affermando la centralità dello stato di diritto e delle garanzie democratiche", ha commentato Salis dopo il voto.
"Difendere la mia immunità", ha proseguito l'europarlamentare, "non significa sottrarmi alla giustizia, ma proteggermi dalla persecuzione politica del regime di Orbán. È per questo che la sua tutela è essenziale. Le autorità italiane restano libere di aprire un procedimento a mio carico, come io stessa auspico e chiedo con forza".
I deputati di Avs Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni hanno ringraziato la commissione Juri per aver bocciato la revoca dell'immunità, sottolineando come "per noi quella di Ilaria è stata ed è una battaglia per lo stato di diritto e la democrazia in Europa".
Salis chiede di essere processata in Italia
In un'intervista al Corriere della Sera alla vigilia del voto di martedì, l'eurodeputata aveva già dichiarato di non volersi sottrarre al processo ma di volere essere sottoposta a giudizio in Italia.
"Io non voglio sottrarmi al processo. Anzi, voglio essere processata. Ma non in Ungheria, dove sarebbe un processo politico, dove la sentenza è già scritta. Voglio essere processata nel mio Paese. In Italia. Io ho fiducia nella magistratura. Ho fiducia della magistratura italiana", aveva spiegato in precedenza Salis in attesa del voto sulla revoca dell'immunità.
Alla domanda sulla possibilità di avviare un processo in Italia godendo dell'immunità europea, l'eurodeputata ha sottolineato come "pur avendo l'immunità europea io potrei comunque essere processata in Italia, dove godo della stessa immunità dei parlamentari italiani, che non impedisce affatto l'avvio di un procedimento penale".
Salis: "In Ungheria condanna già decisa da potere politico"
Salis si è detta convinta che il governo italiano possa far sì che il processo si svolga in Italia "secondo le garanzie del diritto, in modo che possa portare a una sentenza giusta".
"La mia intenzione non è mai stata quella di sottrarmi a un processo", ha proseguito l'europarlamentare, sottolineando di rivendicare "come chiunque altro, il diritto a un processo equo e giusto, con tutte le garanzie democratiche del caso. In Ungheria questo non è evidentemente possibile. Per questo la difesa della mia immunità è oggi fondamentale".
Salis ha poi ricordato come nei giorni scorsi abbia ricevuto dal portavoce del governo ungherese le coordinate del carcere dove dovrebbe essere rinchiusa in caso di condanna. Una condanna, secondo l'eurodeputata, già decisa in anticipo dal potere politico, "in un Paese dove la magistratura non è indipendente e dove verrei sottoposta, come ritorsione, a condizioni detentive disumane".
Le accuse contro Salis e l'elezione a europarlamentare
A ottobre 2024 il partito del primo ministro ungherese Viktor Orbán Fidesz ha chiesto la revoca dell'immunità per Salis, nel corso di una sessione plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo.
Salis era stata arrestata nel novembre del 2023 a Budapest, con l'accusa di aver aggredito fisicamente due neonazisti a una manifestazione di estrema destra. Dopo aver trascorso 15 mesi in carcere in Ungheria in via preventiva, denunciando condizioni di detenzione disumane, nel 2024 è stata eletta deputata al Parlamento europeo con Avs ed è entrata nel gruppo La Sinistra.
L'europarlamentare ha sempre negato le accuse e rischia fino a 24 anni di carcere.
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