Stati Uniti valutano invio di missili Tomahawk a Kiev, Mosca dice no a colloqui di pace

Gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di fornire missili da crociera Tomahawk all’Ucraina, mentre Mosca continua a respingere ogni ipotesi di colloquio di pace diretto o mediato.
La conferma è arrivata domenica dal vicepresidente americano JD Vance in un’intervista a Fox News. "Il presidente prenderà la decisione finale. Sta discutendo proprio in questi giorni la questione dei Tomahawk", ha dichiarato Vance, precisando che ogni scelta sarà basata sul “miglior interesse degli Stati Uniti”.
La richiesta di forniture avanzate era stata fatta direttamente dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Donald Trump durante un incontro a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.
Nel frattempo, l’amministrazione americana ha già autorizzato l’Ucraina a colpire obiettivi in profondità nel territorio russo, come spiegato dall’inviato speciale Usa in Ucraina, Keith Kellogg: "Non esistono santuari. La decisione finale spetta al presidente caso per caso".
Mosca chiude ai negoziati
Secondo Vance, il Cremlino ha rifiutato sia incontri bilaterali con Kiev sia eventuali tavoli trilaterali con la partecipazione di Trump. "Questa guerra è disastrosa per l’economia russa. I russi devono chiedersi quante altre vite perdere per guadagni militari minimi", ha dichiarato.
Trump, dopo il colloquio con Zelensky, ha ribadito la convinzione che l’Ucraina, con il sostegno dell’Unione Europea e della Nato, possa riconquistare i confini del 1991, inclusa la Crimea, annessa unilateralmente da Mosca nel 2014.
Secondo indiscrezioni, Zelensky avrebbe sottolineato a Trump che i sistemi d’arma avanzati, come i Tomahawk, potrebbero essere decisivi per aumentare la pressione sul presidente russo Vladimir Putin e aprire la strada a un possibile negoziato di pace.
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