Medio Oriente: Israele pronto a un intervento di terra in Libano, centinaia di morti

La prossima fase della guerra contro Hezbollah "inizierà presto". Lo ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant suggerendo ulteriormente che Israele potrebbe prepararsi a un'offensiva di terra in Libano.

Secondo l'emittente americana CBS Israele avrebbe comunicato agli Stati Uniti l'intenzione di superare il confine col Libano nei prossimi giorni. Da diversi giorni uomini e veicoli militari israeliani sono ammassati al confine.

Secondo il quotidiano "Times of Israel", il capo del Comando nord delle forze di Israele, Ori Gordin, nei giorni scorsi ha approvato i piani tattici per una potenziale operazione via terra in Libano.

Hashim Safi Al Din, leader ad interim di Hezbollah, ha giurato di continuare a combattere contro Israele. Il gruppo si è detto pronto per una lunga battaglia nonostante la morte del suo leader Hassan Nasrallah e di sei alti comandanti.

Intanto, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito l'Iran affermando che non c'è nessun luogo in Medio Oriente che sia alla portata di Israele.

Le Nazioni Unite affermano che almeno 100mila persone sono fuggite dal Libano per la Siria dall'inizio degli attacchi e hanno chiesto un immediato stop alla possibile invasione di terra. A fare da eco alle parole di António Guterres, l'Alto rappresentate dell'Unione europea Josep Borrell: "L'Ue ha rinnovato l'appello per un immediato cessate il fuoco tra Hezbollah e Israele e perché entrambe le parti si impegnino ad attuare pienamente e simmetricamente la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite".

Gli attacchi aerei israeliani continuano a colpire il Libano e la capitale Beirut per la prima volta in quasi un anno di conflitto.

Nella notte tra domenica e lunedì Israele ha bombardato con i droni il centro della capitale libanese Beirut, uccidendo almeno quattro persone. Secondo i media libanesi l'attacco, avvenuto nel quartiere di Kola, vicino alla strada che collega la capitale all'aeroporto di Beirut, era diretto contro presunti membri del gruppo sunnita libanese Jamaa al Islamiya, alleato di Hamas, accusato da Tel Aviv di aver partecipato alle violenze contro il suo esercito nel sud del Libano.

Nel raid su Beirut sono morti anche il capo e due dirigenti del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, mentre nei bombardamenti sul sud del Paese è rimasto ucciso anche il responsabile di Hamas per il Libano, Fateh Sherif Abu el-Amin. Lo riporta il Times of Israel, secondo cui insieme a lui sarebbero morti anche dei membri della sua famiglia.

Gli attacchi israeliani domenica hanno colpito 120 obiettivi in tutto il Libano, facendo 109 morti e 354 feriti tra Sidone, Ain al-Dleb, Baalbek e la stessa Beirut.

Gli attacchi israeliani in Yemen domenica

L'aviazione israeliana ha bombardato domenica le città di Hodeida e Ras Issa nello Yemen, provocando la morte di almeno quattro persone e il ferimento di diverse decine.

L'attacco contro un porto e strutture energetiche arriva in risposta al missile lanciato dagli Houthi contro Tel Aviv due settimane fa, intercettato dai sistemi di difesa di Israele, e in generale per il sostegno dato finora dai ribelli yemeniti a Hamas e Hezbollah (soltanto nel mese di settembre tre missili balistici sono stati sparati dallo Yemen contro Israele, che aveva colpito già Hodeida a luglio).

"In un'operazione aerea su larga scala, decine di aerei dell'aeronautica militare, compresi aerei da combattimento, aerei di rifornimento e di intelligence, hanno attaccato obiettivi militari del regime terroristico Houthi" si legge in un comunicato diffuso domenica dall'esercito israeliano (Forze di difesa israeliane, o Idf).

Israele: "Houthi operano sotto direzione dell'Iran"

"Attraverso le infrastrutture e i porti attaccati, il regime Houthi trasferisce nella regione armi iraniane e forniture per esigenze militari, e quindi anche petrolio. L'attacco è stato effettuato in risposta agli ultimi attacchi sferrati dal regime Houthi contro lo Stato di Israele", ha commentato ancora l'Idf.

"Nell'ultimo anno, il regime terroristico Houthi ha operato sotto la direzione e il finanziamento dell’Iran e in collaborazione con le milizie irachene, al fine di danneggiare lo Stato di Israele, minare l’ordine regionale e interrompere la libertà di navigazione globale. L’Idf è determinato a continuare ad agire e a danneggiare chiunque rappresenti una minaccia per i cittadini dello Stato di Israele, e a qualunque distanza esso voglia prendere", conclude la nota.

Nuovi attacchi contro Hezbollah: oltre 250mila sfollati in Libano

I comandi militari hanno dichiarato anche che Nabil Qaouk, vice capo del Consiglio centrale di Hezbollah, è stato ucciso in un raid sabato. Hezbollah ha confermato il decesso.

Si tratta del settimo alto dirigente del movimento assassinato in poco più di una settimana, giorni decisivi in un conflitto di quasi quattro decenni cominciati con l'esplosione di cercapersone usati dai miliziani lo scorso 17 settembre.

Tra le vittime di questa offensiva di Israele, lo stesso leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, colpito venerdì con bombe anti-bunker di fabbricazione Usa capaci di penetrare sottoterra. Il corpo è stato recuperato domenica, ma i funerali previsti per lunedì a Beirut sono stati rinviati a data da destinarsi.

Nel raid che ha ucciso Nasrallah è morta un'altra ventina di dirigenti, che per decenni erano riusciti a sfuggire agli attacchi e all'intelligence di Israele a partire dal comandante del fronte meridionale, Ali Karaki, decapitando di fatto il movimento.

Hezbollah non ha confermato la notizia della scelta di Hashem Safieddine, l'uomo già designato come successore di Nasrallah, come suo leader. "In risposta alle notizie circolate in alcuni media sulle modalità organizzative all'interno della leadership di Hezbollah vogliamo chiarire che le relative informazioni non sono importanti e non possono essere considerate valide finché non verrà rilasciata una dichiarazione ufficiale".

Saffieddine, 59 anni, è un cugino di Nasrallah ed è imparentato con Qasem Soleimani, l'ex capo delle operazioni iraniane in Medioriente, ucciso in un raid Usa a Baghdad nel 2020.

Come proseguirà il conflitto in Medio Oriente dopo la morte di Nasrallah?

Ci si chiede ora quali sviluppi potranno esserci in questo conflitto. I miliziani libanesi hanno sparato qualche decina di missili contro il centro e il nord di Israele domenica, facendo suonare le sirene antiree e costringendo tanti a correre nei rifugi.

Ma la vera domanda è se l'Idf avanzerà via terra oltreconfine. "I combattenti libanesi non devono essere lasciati soli in questa battaglia", ha detto da Teheran il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian.

I cittadini di Israele "dovranno ancora affrontare giorni difficili", ha dichiarato domenica il premier israeliano Benyamin Netanyahu, rientrato dagli Stati Uniti, durante una conferenza stampa per l'entrata nella sua maggioranza di quattro parlamentari che fanno riiferimento all'ex ministro Gideon Sa'ar.

La crisi militare porta con sè anche un'emergenza sfollati. Secondo le autorità libanesi, sono più di 250mila le persone in fuga dal sud del Paese da quando Israele ha intensificato i suoi attacchi. Molte hanno raggiunto Beirut, mentre decine di migliaia sono sconfinate in Siria.

Il premier uscente libanese, Najib Mikati, ha avvertito che "il numero di sfollati potrebbe toccare il milione". Un numero che sembra essere confermato dall'Onu, dal momento che il Programma alimentare mondiale dell'Onu (Wfp) ha dichiarato che si sta mobilitando per assistere almeno un milione di libanesi.

Nell'incertezza creata dalla guerra, l'Italia ha deciso di alzare le misure di protezione intorno a circa 200 sedi religiose, diplomatiche ed educative ebraiche, in vista dell'anniversario del conflitto tra Hamas e Israele, il prossimo 7 ottobre, e alla luce di manifestazioni antisemite registrate negli ultimi giorni.