Primi scontri tra l'Idf e Hezbollah nel sud del Libano, Netanyahu promette vendetta contro l'Iran
Sale sempre più la tensione in Medio Oriente dopo l'attacco dell'Iran contro Israele di martedì sera. Dopo aver lanciato circa duecento droni contro Israele, Teheran ha dichiarato che se Tel Aviv reagirà le sue infrastrutture saranno prese di mira "con maggiore intensità", secondo quanto affermato dal generale iraniano Mohammad Bagheri.
"L'Iran interrompe la sua operazione, ma se Israele intraprende nuove azioni, la nostra risposta sarà più potente", ha affermato anche il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha però promesso che l'Iran "pagherà" per questo "grave errore". "Chiunque ci attacchi, noi lo attaccheremo. Ci sono persone a Teheran che non lo capiscono. Lo capiranno. Ci atterremo a ciò che abbiamo stabilito: chiunque ci attacchi, noi lo attacchiamo", ha sottolineato nel suo video messaggio poco dopo l'attacco.
Le reazioni di condanna degli alleati di Tel Aviv non si sono fatte attendere, da entrambi i lati dell'Atlantico. Molti dei leader europei si sono pronunciati subito dopo l'attacco: il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato che Parigi ha già mobilitato "le sue risorse militari in Medio Oriente per contrastare la minaccia". Macron ha però invitato Israele a porre fine alle sue operazioni militari in Libano "il più rapidamente possibile".
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha condannato l'attacco “nei termini più forti”. “Tali azioni minacciano la stabilità regionale e aumentano le tensioni. Esorto tutte le parti a proteggere la vita di civili innocenti”, ha detto. “L'Unione europea continua a chiedere un cessate il fuoco al confine con il Libano e a Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi che sono detenuti da quasi un anno”, ha aggiunto von der Leyen.
"Scontri a distanza ravvicinata" tra l'Idf e Hezbollah nel sud del Libano
Sia Hezbollah che l'esercito israeliano hanno riferito di scontri diretti nel sud del Libano. Si tratterebbe dei primi combattimenti dall'inizio dell'operazione di terra israeliana martedì mattina, definita dallo stesso Idf "limitata".
Hezbollah ha dichiarato di aver respinto le truppe israeliane che erano entrate nella città di Odaisseh e di aver preso di mira un'unità israeliana con un ordigno esplosivo tra i villaggi di Yaroun e Maroun al Ras provocando delle vittime.
Anche le Forze di difesa israeliane hanno dichiarato che l'esercito è impegnato in "scontri a distanza ravvicinata" con Hezbollah nell'area, riferendo di aver distrutto “l'infrastruttura di attacco di Hezbollah”, “eliminato i terroristi” e “smantellato l'infrastruttura terroristica” anche attraverso munizioni a guida di precisione. Israele ha confermato la morte di un soldato durante i combattimenti.
Tel Aviv ha annunciato che altre truppe si uniranno all'incursione e ha lanciato un altro messaggio che invita i residenti di 24 villaggi libanesi a evacuare le loro case per evitare di essere attaccati.
Attacchi israeliani su Beirut
Intanto già dalle prime ore di mercoledì Israele ha continuato a colpire obiettivi terroristici di Hezbollah a Beirut, come anticipato dal portavoce dell'esercito iraniano Daniel Hagari poco dopo l'attacco iraniano: "L'aeronautica militare continua a operare a pieno regime e stasera continueremo a colpire con forza in Medio Oriente come facciamo da un anno".
Qualche ora prima Tel Aviv aveva ordinato ai residenti di Dahye, sobborgo meridionale di Beirut, di stare lontani da due edifici del quartiere di Haret Hreik. Solo nella notte almeno cinque attacchi israeliani hanno colpito la capitale prendendo di mira i sobborghi meridionali, secondo quanto dichiarato da una fonte della sicurezza libanese.
Secondo quanto riporta il New York Times, gli attacchi aerei israeliani hanno distrutto circa la metà dell'arsenale accumulato da Hezbollah in più di tre decenni ma le risorse del gruppo rimangono significative, con decine di migliaia di munizioni in tutto il Libano.
Antonio Guterres persona non grata in Israele
Mercoledì il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha annunciato di aver dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres "persona non grata" in Israele, accusandolo di essere prevenuto nei confronti di Tel Aviv e vietandogli di fatto di entrare nel Paese.
“Chiunque non sia in grado di condannare inequivocabilmente l'atroce attacco dell'Iran a Israele, come hanno fatto quasi tutti i Paesi del mondo, non merita di mettere piede sul suolo israeliano”, ha dichiarato Katz in un post su X.
"Si tratta di un segretario generale che non ha ancora denunciato il massacro e le atrocità sessuali commesse dagli assassini di Hamas il 7 ottobre, né ha guidato alcun tentativo di dichiararli un'organizzazione terroristica. Un segretario generale che sostiene terroristi, stupratori e assassini di Hamas, Hezbollah, Houthi e ora dell'Iran, la nave madre del terrore globale, sarà ricordato come una macchia nella storia dell'Onu", si legge ancora nel post.
La mossa approfondisce una già ampia spaccatura tra Israele e le Nazioni Unite.
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