Mali senza carburante dopo attacco jihadisti: Farnesina invita italiani a lasciare il Paese
Per via del blocco all'afflusso di carburante in tutto il Mali, causato da gruppi terroristici operanti sul terreno, il ministero degli Esteri italiano ha sconsigliato i viaggi nel Paese africano e ha invitato gli italiani già in Mali a partire quanto prima.
La Farnesina ha invitato i connazionali "a verificare di avere segnalato la propria presenza all'Ambasciata d'Italia a Bamako, sul sito DoveSiamonelMondo.it oppure sull'App Viaggiare Sicuri.
"A seguito del crescente e significativo blocco dell'afflusso di carburanti su tutti gli assi stradali verso il Mali, a opera di gruppi terroristici, si registra una grave penuria di carburante in tutto il Paese, con impatti significati sull'erogazione di elettricità, che potrebbe causare un ulteriore peggioramento del quadro di sicurezza anche nella capitale Bamako", ha dichiarato il ministero in una nota.
Si "sconsiglia di effettuare viaggi nel Paese, in ragione delle tensioni legate a tali criticità. I connazionali già presenti in Mali sono invitati lasciare quanto prima il Paese".
Martedì gli Stati Uniti hanno preso una misura analoga chiedendo ai propri cittadini di lasciare subito il Mali utilizzando voli commerciali.
Il blocco del carburante imposto dai miliziani jihadisti in Mali
I miliziani del Gruppo di sostegno all'Islam e ai musulmani (Jnim), affiliato ad Al Qaeda, ha preso d'assalto un convoglio di carburante non lontano da Bamako, la capitale del Mali.
Secondo quanto riferisce Radio France International (RFi), l'attacco è avvenuto in una zona boscosa a 50 chilometri da Kati, lungo la strada statale 24. Il blocco del carburante è stato annunciato e imposto dallo Jnim dal 3 settembre e coinvolge le principali città del Mali.
Il gruppo jihadista ha accusato diverse aziende di collaborare con l'esercito del Paese contro di loro.
A causa della difficoltà nel reperire il carburante, dal 27 ottobre la giunta militare al potere in Mali ha sospeso tutte le lezioni scolastiche per due settimane. I trasporti pubblici sono stati ridotti e per molti maliani è stato complicato raggiungere il posto di lavoro.
Per garantire il rifornimento nel Paese, il ministro della Sicurezza Daoud Aly Mohammedine ha dichiarato che saranno presto prese misure forti.
La giunta ha incaricato i militari di scortare i convogli di carburante e sta cercando di aprire un canale di comunicazione con il Jnim per risolvere la crisi.
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