L'Ucraina riceve dalla Germania altri sistemi di difesa aerea Patriot
                        L'Ucraina ha ricevuto altri sistemi di difesa aerea Patriot di fabbricazione statunitense per contrastare i raid aerei della Russia. A dichiararlo è stato il presidente Volodymyr Zelensky, dopo che alcuni droni russi hanno ucciso una persona e ne hanno ferite altre cinque nell'ennesimo attacco notturno sul territorio ucraino.
Zelensky ringrazia la Germania ma chiede più sistemi di difesa aerea ai partner occidentali
"Altri Patriot sono ora nel nostro Paese e vengono messi in funzione", ha spiegato il capo di Stato di Kiev in un post sui social media nella tarda serata di domenica 2 novembre. "Naturalmente, sono necessari altri sistemi per proteggere le infrastrutture chiave e le nostre città in tutto il territorio".
Zelensky ha quindi ringraziato la Germania e il suo cancelliere Friedrich Merz per i sistemi di difesa aerea, che rappresentano i più efficaci contro i missili russi. Ha però anche ribadito la richiesta ai partner occidentali di aumentare le forniture. I limiti di produzione e la necessità di mantenere le scorte stanno però rallentando le consegne.
La Germania aveva promesso tre mesi fa che avrebbe consegnato all'Ucraina altri due sistemi di difesa aerea Patriot. Ciò dopo aver ottenuto garanzie che gli Stati Uniti daranno priorità alla consegna di nuovi Patriot alla Germania per rimpinguare le proprie scorte. Berlino rappresenta il maggior fornitore di tali sistemi all'Ucraina, secondo quanto indicato dal ministero della Difesa della prima economia europea. Che ha anche consegnato sistemi IRIS-T e Skynex, secondo quanto indicato in un comunicato.
La Nato sta coordinando consegne regolari di grandi forniture di armi all'Ucraina. Gli alleati europei e il Canada acquistano gran parte degli equipaggiamenti militari dagli Stati Uniti, che dispongono di maggiori scorte pronte all'uso e di armi più efficaci. In questo modo si aggira di fatto la decisione dell'amministrazione Trump di non formire più direttamente armi all'Ucraina, a differenza di quanto effettuato dalla precedente amministrazione Biden.
Nuovi attacchi russi sull'Ucraina
Il martellamento della Russia sulle aree urbane dietro la linea del fronte in Ucraina rimane incessante. Anche le infrastrutture energetiche del Paese sono state colpite, nel tentativo di fiaccare i civili lasciandoli senza riscaldamento e acqua corrente in inverno, oltre a interrompere la produzione industriale di droni e missili di nuova concezione.
La Russia ha lanciato dodici missili di vario tipo e 138 droni contro l'Ucraina dalla notte tra domenica e lunedì, secondo le informazioni fornite dall'aeronautica militare ucraina. Nella regione nord-orientale ucraina di Sumy, è stata colpita una casa e ucciso un uomo, mentre altri cinque membri della sua famiglia sono rimasti feriti, secondo le autorità locali. Altre due donne sono state ferite in un diverso attacco nella stessa regione.
"I russi hanno cinicamente preso di mira i civili. Deliberatamente, di notte, mentre dormivano", ha scritto il governatore della regione Oleh Hryhorov su Telegram dopo gli attacchi.
Alcuni missili russi hanno provocato poi un incendio in un'azienda nella regione centrale di Dnipro, ferendo un uomo, ha dichiarato il dirigente della regione Vladyslav Haivanenko. Droni russi hanno colpito infine infrastrutture energetiche nella regione meridionale di Mykolaiv.
L'Ucraina colpisce una raffineria russa, a 500 chilometri dal confine
Allo stesso tempo, l'Ucraina ha cercato di colpire l'industria petrolifera russa, un pilastro della sua economia. In particolare, nella notte è stata presa di mira la raffineria di Saratov, presso la quale è divampato un incendio, secondo lo stato maggiore ucraino. Si tratta del quarto attacco ucraino all'impianto in quasi sette settimane.
La raffineria, situata a circa 500 chilometri dal confine ucraino, può lavorare diversi milioni di tonnellate di petrolio all'anno. La settimana scorsa Zelensky ha affermato che gli attacchi a lungo raggio alle raffinerie russe hanno ridotto del 20 per cento la capacità di raffinazione petrolifera di Mosca.
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