Nato, Mark Rutte in Italia: "Bene nuovi investimenti in carri armati"
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, si è recato in visita a Roma, dove ha incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo il vertice a Palazzo Chigi il politico olandese ha reiterato la richiesta di aumentare gli stanziamenti per la difesa: "Tutti i Paesi membri dell'alleanza devono raggiungere il 2 per cento del Prodotto interno loro. Stiamo producendo un maggior numero di mezzi militari e munizioni, anche nell'ottica di sostenere l'Ucraina".
Annunciato un nuovo comando per l'Ucraina
Proprio per quanto riguarda la guerra tra Kiev e Mosca, il segretario generale della Nato ha spiegato che si sta istituendo "un nuovo comando, il Nato Security Assistance and Training for Ukraine, che diventerà pienamente operativo nei prossimi mesi. E siamo sulla buona strada per rispettare la nostra promessa di fornire all'Ucraina 40 miliardi di euro di sostegno militare nel 2024. Resteremo al loro fianco, perché la loro battaglia è la nostra".
In questo senso, Rutte ha accolto con favore l'annuncio da parte dell'Italia di investimenti pari a 8,2 miliardi di euro per nuovi carri armati e l'ammodernamento degli equipaggiamenti delle forze armate. Giorgia Meloni ha quindi affermato: "Dobbiamo essere sempre più all'altezza delle sfide in un mondo che è in fase di cambiamento". La presidente del Consiglio ha citato in questo senso in particolare gli sviluppi legati all'intelligenza artificiale e alle guerre ibride. E ha quindi sottolineato la necessità, da parte della Nato, di "rivolgere lo sguardo al fianco meridionale dell'Alleanza".
In precedenza la visita di Rutte in Germania
In precedenza, lo stesso Rutte si era recato in visita in Germania, dove ha incontrato il cancelliere Olaf Scholz. "Stiamo lavorando con l'industria - ha spiegato a Berlino il segretario generale dell'Alleanza atlantica - per incrementare la produzione". In questo senso ha anche elogiato le capacità produttiva tedesca e le collaborazioni tra Europa e Stati Uniti, in particolare per la produzione di missili di difesa aerea del modello Patriot.
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