Save the children: in Italia sempre meno bambini e sempre più poveri
I minori in povertà assoluta in Italia sono un milione 295mila, pari al 13,8 per cento del totale, lo riporta Save the children nel suo nuovo Atlante dell’infanzia a rischio.
Il rapporto, presentato martedì, arriva dopo che l'italia ha conosciuto un nuovo record negativo di natalità nel 2023, e restituisce una fotografia preoccupante sulla situazione dei bambini, sempre più spesso in condizioni di povertà sotto tanti punti di vista: educativa, alimentare ed energetica.
Le famiglie italiane in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono quasi 748mila. Famiglie che negli ultimi anni hanno dovuto fare i conti con l’aumento dei prezzi di alcuni beni e servizi essenziali per la prima infanzia. Dal 2019 al 2023 la spesa per latte e pappe è infatti salita del 19,1 per cento.
Aumentate anche le spese pre-nascita come visite mediche, ecografie, abbigliamento premaman (più 37 per cento negli ultimi dieci anni) e quelle da sostenere nel primo anno di vita: per i pannolini più economici si spendono 552 euro all'anno (più 11 per cento dal 2021).
Nei servizi educativi sono evidenti le diseguaglianze sociali e territoriali del Paese: meno di un bambino su tre trova posto in un asilo nido, il cui costo è, anche in questo caso aumentato, soprattutto nel settore privato (più 11,3 per cento in cinque anni).
Sebbene siano tra le prime Regioni per incidenza di bambini sulla popolazione, le Regioni in cui la povertà educativa si fa sentire di più sono Campania e Sicilia, dove soltanto un bambino su dieci trova posto negli asilo nido pubblici.
In Italia ci sono sempre meno bambini e sono sempre più poveri
Nel 2023, l’8,5 per cento del totale delle bambine e dei bambini ha affrontato la povertà alimentare (era il 7,7 per cento del 2021), con sempre più famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni.
Un bambino su dieci ha sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa che non era adeguatamente riscaldata.
Queste deprivazioni nei primi anni di vita costituiscono per i bambini che le vivono fattori nocivi alla salute e al benessere che continuano ad avere un impatto anche nelle fasi successive della vita, diventando fattori di trasmissione della povertà alle generazioni successive e, inevitabilmente, contribuiscono ad abbassare il numero dei nuovi nati.
Nel 2023 l’Italia ha raggiunto un nuovo record di denatalità, con solo 379.890 nuovi nati. Secondo i dati di Save the children per il 2023, in 340 Comuni italiani non è nato nessun bambino e in 72 comuni non vivono bambini sotto i 3 anni.
I bambini con meno di due anni rappresentano attualmente appena il due per cento della popolazione nazionale, un dato destinato a peggiorare: secondo le previsioni dell'Istat, nel 2050 i minorenni saranno solo il 13,5 per cento del totale (oggi sono il 15,3).
Un sistema sanitario inadeguato e sempre meno pediatri
Gravi diseguaglianze territoriali sono evidenti anche nel conto dei posti letto nelle terapie intensive pediatriche, inferiori del 44,4 per cento rispetto agli standard europei. Tutto il Sud e le Isole hanno a disposizione solo 55 posti letto.
A questo si aggiunge il numero dei pediatri, in drastico calo e sovraccaricati di lavoro (quasi mille bambini a testa nel 2022), nonostante rappresentino una figura indispensabile per le famiglie.
Oltre ai servizi e alla sanità, per un bambino non è facile neanche muovere i primi passi nelle città italiane, in particolare nelle aree più periferiche e svantaggiate. Scarseggiano i parchi giochi (solo il 10,9 per cento del verde urbano) e l'aumento delle temperature dovuto alla crisi climatica rende sempre più complicato e pericoloso coinvolgere i piccoli in attività all'aperto.
Carlo Tesauro, presidente di Save the children Italia, ha sottolineato che "i primi mille giorni di vita sono determinanti per la crescita e lo sviluppo di ciascuno", aggiungendo che "troppi genitori oggi in Italia affrontano la nascita di un bambino in solitudine, senza poter contare su adeguate reti di sostegno".
"Il supporto alla prima infanzia è un obiettivo da mettere al centro di tutte le scelte della politica: nel campo della salute come in quello dei servizi educativi, nel contrasto alla povertà così come nella tutela dell’ambiente", ha concluso Tesauro.
L'Italia tra i peggiori in Europa per povertà ed esclusione sociale
Secondo un rapporto dell'agenzia del 2023, anche in Europa il numero di bambine, bambini e famiglie che vivono in condizioni di povertà ed esclusione sociale è in allarmante aumento. Tra le principali cause, il costo della vita, la crisi climatica e le conseguenze della pandemia da Covid-19.
Aumenti che portano il 2021 ad avere oltre 19,6 milioni di bambini a rischio di povertà in Europa, ovvero un bambino su quattro. L’Italia è tra i Paesi con la percentuale più alta di minori a rischio (29,7 per cento), preceduta solo da Romania, Spagna, Bulgaria e Grecia. Percentuali molto lontane da quelle dell'Islanda (13,2 per cento) e della Finlandia (13,2 per cento), i Paesi meglio attrezzati per bambini e famiglie.
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