Guerra in Ucraina, Mosca: l'uso di missili Usa implica coinvolgimento diretto di Washington
Il Cremlino ha dichiarato che la decisione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di consentire all'Ucraina di utilizzare i missili a lunga gittata forniti dagli Stati Uniti per colpire in profondità il territorio della Russia rappresenterebbe un "cambiamento radicale nell'essenza e nella natura del conflitto". In una dichiarazione del ministero degli Esteri di Mosca, è stato precisato che l'uso di tali armi equivarrebbe "al coinvolgimento diretto degli Stati Uniti e dei loro alleati in un'azione militare contro la Russia".
"Biden getta benzina sul fuoco"
Sebbene il presidente russo Vladimir Putin non abbia ancora commentato la decisione di Biden, il suo portavoce Dmitry Peskov ha confermato che la notizia ha reso evidente che Washington sta "gettando benzina al fuoco e provocando ulteriori tensioni" intorno alla guerra tra Russia e Ucraina.
Biden ha annunciato domenica di escludere limitazioni all'uso di armi a più lunga gittata da parte dell'Ucraina, consentendo così a Kiev di utilizzare il sistema di missili tattici (Atacm) fornito dagli Stati Uniti anche contro obiettivi situati sul territorio interno della Russia. Sebbene la Casa Bianca non abbia ancora annunciato ufficialmente la scelta, un portavoce del governo tedesco ha dichiarato lunedì che Berlino è stata avvisata in tal senso.
Si tratta di una richiesta avanzata da tempo dal presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky. Ma finora Biden aveva negato l'autorizzazione, affermando che ciò avrebbe comportato un confronto diretto tra Russia e Nato e una pericolosa escalation del conflitto. Secondo un funzionario statunitense, che ha parlato mantenendo l'anonimato, il cambiamento di linea può essere attribuito all'ingresso della Corea del Nord nel conflitto.
Il Regno Unito critico nei confronti di Biden, Duda considera invece la decisione una possibile svolta nella guerra
Secondo le valutazioni dell'intelligence statunitense, sudcoreana e ucraina, Pyongyang avrebbe inviato fino a 12mila soldati al fronte nella regione russa di Kursk, dove l'Ucraina ha lanciato un'offensiva. A giugno, Putin ha avvertito che Mosca si sarebbe vendicata fornendo ad altri armi a lunga gittata per colpire obiettivi occidentali se la Nato avesse permesso all'Ucraina di usare missili dei Paesi membri per attaccare il territorio russo.
"Gli occidentali forniscono armi all'Ucraina e poi dicono: 'Ora non le controlliamo più, non importa in che modo vengano usate'", spiegò Putin all'epoca. "Beh, possiamo anche dire anche noi di aver fornito missili a terzi, e di non preoccuparci perciò più di cosa se ne faccia. Lasciamo che ci pensino loro".
La decisione di Biden aggiunge dunque un fattore di incertezza e novità nel conflitto, con Zelensky che ha risposto in modo piuttosto risoluto in un discorso pronunciato domenica, nel quale ha spiegato che "i missili parleranno da soli". La notizia non ha mancato di suscitare reazioni contrastanti a livello internazionale, con il ministro degli Esteri britannico David Lammy che non ha confermato che il Regno Unito seguirà la linea degli Stati Uniti, aggiungendo che dare l'autorizzazione per tali armi metterebbe a rischio "la sicurezza operativa e può solo fare il gioco di Putin". Il presidente polacco Andrzej Duda, invece, ha accolto con soddisfazione la decisione come un "momento molto importante, forse addirittura di svolta" nella guerra.
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