Beirut: tre soldati libanesi uccisi in un raid di Israele, inviato Usa negozia la tregua
L'esercito libanese ha dichiarato che tre dei suoi soldati sono stati uccisi quando Israele ha colpito la loro posizione nel sud, mentre il ministero della Sanità ha riferito di altre otto persone ferite. "Il nemico israeliano ha preso di mira una posizione dell'esercito nella città di Sarafand, nel sud del Paese, uccidendo tre soldati", ha affermato l'esercito in un comunicato. Il ministero della Sanità ha indicato che l'attacco ha ferito anche otto persone, tra cui "cittadini che si trovavano nelle vicinanze". L'Idf non ha rilasciato alcun commento.
Gli attacchi di lunedì a Beirut
Gli attacchi aerei israeliani hanno preso di mira un quartiere nel cuore di Beirut nella tarda serata di lunedì. I funzionari libanesi hanno dichiarato che almeno cinque persone sono state uccise e 31 ferite.
Secondo quanto riportato dai media libanesi, Israele avrebbe colpito un edificio di tre piani nei pressi di Al Zahraa Husseiniya, nella zona centrale della capitale, senza dare nessun avviso di evacuazione ai civili. Si tratterebbe della terza operazione in 24 ore su Beirut.
Ci sono diverse vittime anche nel sud del Libano, costantemente sotto il fuoco israeliano. Secondo quanto scrive l'agenzia di stampa statale libanese Nna, ripresa da Al Jazeera, durante la notte i raid si sono concentrati sul governatorato di Nabatieh, dove sono morte almeno due persone. Colpito, secondo la Nna, anche l'ospedale universitario governativo Nabih Berri a Nabatieh.
Sempre secondo Nna lunedì gli attacchi israeliani nel governatorato di Nabatieh hanno ucciso almeno otto paramedici della protezione civile libanese. Il governo libanese e alcune Ong hanno accusato Israele di "prendere deliberatamente di mira" i soccorritori e il personale medico e paramedico in Libano.
Martedì mattina Hezbollah ha lanciato almeno dieci razzi dal Libano verso il nord di Israele. Alcuni sono stati intercettati e altri sono cadute in aree aperte, ma il servizio di soccorso Magen david adom ha riferito che una donna è rimasta uccisa e dieci persone sono rimaste ferite nella città a maggioranza araba di Shefaram. La donna sarebbe morta colpita dalle schegge di uno dei razzi mentre si trovava in un rifugio.
Inviato Usa a Beirut: "Reale opportunità di porre fine al conflitto"
Intanto proseguono gli sforzi diplomatici per raggiungere un cessate il fuoco nella regione, con timidi segnali di progresso. Lunedì sera il governo libanese e Hezbollah hanno accettato di discutere la proposta di cessate il fuoco con Israele elaborata dagli Stati Uniti, non senza commenti sul contenuto.
Per questo martedì è arrivato in Libano l'inviato speciale del presidente degli Stati Uniti Amos Hochstein per tenere dei colloqui con i funzionari locali e proseguire la trattativa per raggiungere un accordo. La sua missione, riferisce la Cnn, è vista come un segno di progresso nei negoziati, ma non significa che un accordo sia imminente.
Una fonte israeliana a conoscenza dei colloqui, infatti, ha osservato che il rifiuto di Hezbollah di accettare la richiesta di Israele di avere il diritto di colpire il gruppo in caso di violazione del cessate il fuoco potrebbe mettere a repentaglio il processo.
Al termine degli incontri Hochstein ha espresso ottimismo. "Dal mio ultimo viaggio a beirut qualche settimana fa, abbiamo avuto colloqui molto costruttivi con il presidente Nabih Berri e abbiamo continuato a ridurre i divari. In particolare, oggi abbiamo fatto progressi significativi", ha affermato Hochstein dopo il suo incontro con il presidente del parlamento libanese.
Hochstein ha sottolineato la tempistica critica dei negoziati. "Sono tornato perché abbiamo una reale opportunità di porre fine a questo conflitto. Questo è il momento di prendere decisioni. Sono qui a Beirut per facilitare queste decisioni, ma in definitiva, spetta alle parti giungere a una conclusione di questo conflitto".
Dopo l'incontro con Berri, Hochstein ha visto anche il premier Najib Mikati in presenza dell'ambasciatrice degli Stati Uniti in Libano Lisa Johnson e del ministro degli Esteri Abdallah Bou Habib.
"La priorità del governo è arrivare a un cessate il fuoco, mettere fine dell'aggressione israeliana contro il Libano e preservare la sovranità libanese su tutto il territorio libanese. Tutto ciò che consente di ottenere questo risultato è prioritario", ha invece dichiarato il primo ministro libanese Mikati.
"La principale preoccupazione del governo è il rapido ritorno degli sfollati nei loro villaggi e nelle loro città e la fine della guerra di annientamento israeliana e dell'insensata distruzione delle città libanesi", ha aggiunto. Il premier ha quindi insistito sull'"applicazione chiara delle risoluzioni internazionali e sul rafforzamento dell'autorità dell'esercito nel sud".
Colloquio in Turchia tra intelligence israeliana e turca
Dall'altra parte il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato al Parlamento israeliano che Israele continuerà a operare militarmente contro il movimento armato libanese Hezbollah anche se verrà raggiunto un accordo per la tregua in Libano.
"La cosa piu' importante non è (l'accordo che) sarà messo sulla carta. Saremo costretti a garantire la nostra sicurezza nel nord di Israele e a condurre sistematicamente operazioni contro gli attacchi di Hezbollah anche dopo un cessate il fuoco", per impedire al gruppo di ricostruire le sue forze, ha detto.
In una dichiarazione congiunta i leader del G20 si sono detti “uniti nel sostenere” una tregua - ancora lontana - anche nella Striscia di Gaza, dove Israele continua a operare con massicci bombardamenti e operazioni di terra.
Secondo quanto riportato dal Times of Israel, il capo dello Shin Bet (il servizio segreto israeliano che si occupa della sicurezza interna del Paese) si è recato in Turchia per incontrare il capo dell’Organizzazione nazionale di intelligence del Paese Ibrahim Kalin e che nel Paese ci sono anche importanti personalità di Hamas.
Citando fonti coinvolte, il media israeliano ha scritto che i due funzionari hanno discusso degli sforzi per riavviare i colloqui sul cessate il fuoco e gli ostaggi a Gaza e la possibilità di assistenza turca.
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