Francia, Sarkozy condannato per corruzione: tre anni di reclusione, uno con braccialetto elettronico
L'ex presidente francese Nicolas Sarkozy è stato condannato per corruzione di un magistrato e traffico di influenze a tre anni di reclusione, di cui uno senza condizionale e con il braccialetto elettronico, per il cosiddetto caso “Bismuth”. Sarkozy si è dichiarato innocente e ha detto che "tutti dovranno rispondere al popolo francese".
Insieme al suo avvocato Thierry Herzog, l'ex capo di Stato è stato riconosciuto colpevole di aver stretto nel 2014 un patto con Gilbert Azibert, un alto magistrato della Corte di Cassazione, al fine di ottenere informazioni e influenzare un altro caso in cui era coinvolto, l'affare Bettencourt.
In cambio, l'ex presidente francese avrebbe promesso a Gilbert Azibert un “aiuto” per ottenere una posizione importante a Monaco. I tre uomini sono stati condannati a tre anni di reclusione, con Herzog interdetto dall'esercizio della professione di avvocato per lo stesso periodo.
L'avvocato di Sarkozy ha dichiarato che il suo assistito “porterà il suo caso alla Corte europea dei diritti dell'uomo nelle prossime settimane, per ottenere la garanzia dei diritti che i giudici francesi gli hanno negato”, assicurando al contempo che “ovviamente rispetterà” la condanna definitiva al braccialetto elettronico. Tra un mese però Sarkozy compirà 70 anni e potrà chiedere di non scontare l'anno di braccialetto elettronico.
Si tratta di una condanna senza precedenti per un ex capo di Stato francese.
La condanna di Sarkozy contestata dalla difesa, annunciato ricorso a Corte Ue per i diritti umani
La Corte di Cassazione, la più alta corte francese responsabile della corretta applicazione della legge, ha escluso qualsiasi irregolarità giudiziaria in questo lungo processo e respinto il ricorso dei legali di Sarkozy contro la condanna definitiva in appello.
Nonostante l'avvocato di Thierry Herzog, Emmanuel Piwnica, ritenga che il caso sia stato inficiato da “illegalità”, “mancanze” e “violazioni dei diritti fondamentali”.
In particolare, gli avvocati della difesa contestano la legalità delle intercettazioni di Nicolas Sarkozy, sostenendo che i suoi scambi privati con Thierry Herzog non possono essere “usati contro di lui”.
“Nicolas Sarkozy non può essere condannato penalmente sulla base degli scambi che ha avuto con il suo avvocato”, ha dichiarato il suo avvocato Patrice Spinosi, citando una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo del 16 giugno 2016.
Sarkozy intende infatti appellarsi proprio alla Corte europea dei diritti dell'uomo per fare ricorso.
Questa decisione arriva in un momento in cui il 6 gennaio si aprirà un nuovo processo contro Nicolas Sarkozy, per esaminare i sospetti di finanziamento libico della sua campagna presidenziale del 2007.
La reazione di Sarkozy: "La verità trionferà"
"Desidero ribadire la mia totale innocenza e rimango convinto del mio giusto ruolo in questa vicenda. La mia determinazione è totale, in questa come in altre questioni. Alla fine la verità trionferà. Quando lo farà, tutti dovranno rispondere al popolo francese". Questa la reazione dell'ex presidente francese, affidata a un post su X.
Secondo Sarkozy, l'accusa sarebbe stata costruita "sulla base di frammenti di conversazioni tra un avvocato e il suo cliente, che per loro natura sono riservate".
"Come ho sempre fatto in questi dodici lunghi anni di molestie legali", prosegue, "mi assumerò le mie responsabilità e ne affronterò le conseguenze".
"Non sono disposto ad accettare la profonda ingiustizia che mi è stata fatta. I miei diritti di imputato sono stati violati, sia dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che da quella del Consiglio costituzionale".
L'ex capo di Stato ha anche ipotizzato che la decisione di mercoledì possa essere stata influenzata da scelte politiche, più che giudiziarie, a causa del suo ruolo ricoperto in passato.
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