Ricoverata in terapia intensiva Emma Bonino: la carriera politica della leader di +Europa
Sono ore di apprensione per la leader di +Europa Emma Bonino, ricoverata in terapia intensiva all'ospedale Santo Spirito di Roma dopo un grave episodio di insufficienza respiratoria.
Bonino, 77 anni, è stata trasportata in codice rosso al pronto soccorso nella tarda serata di domenica. Le sue condizioni sono serie ma è vigile e costantemente monitorata dall'equipe medica. Si attendono comunicazioni ufficiali sulla sua salute.
I precedenti problemi di salute di Bonino
La notizia del ricovero ha immediatamente attraversato il mondo politico e l’opinione pubblica, suscitando messaggi di vicinanza da ogni schieramento.
Il malore di queste ore si inserisce in una storia personale segnata, da tempo, dalla malattia. Nel 2015 a Bonino viene diagnosticato un tumore al polmone. Inizia allora un percorso lungo e faticoso fatto di terapie, ricoveri, cicli di chemioterapia, che lei stessa ha scelto di raccontare pubblicamente senza vittimismo, trasformando una vicenda privata in un messaggio di coraggio e trasparenza. Nel 2023 aveva annunciato la piena guarigione.
Negli ultimi anni, però, non sono mancati nuovi problemi respiratori e ulteriori ricoveri, che non l’hanno comunque tenuta lontana dall’impegno politico e civile.
La carriera politica di Emma Bonino: dalle lotte per i diritti civili a commissaria europea
Figura simbolo del radicalismo liberale e del femminismo italiano, Bonino è da decenni un personaggio centrale nella politica italiana. In quasi mezzo secolo di carriera, è stata protagonista delle battaglie per i diritti civili, per l’Europa, per la laicità dello Stato. La sua voce è stata spesso minoritaria ma capace di incidere in profondità sul dibattito pubblico.
Il suo nome è legato alle campagne per il divorzio e per l’aborto legale, alle iniziative contro la pena di morte e le mutilazioni genitali femminili, alla difesa delle minoranze, dei migranti, dei più vulnerabili. Ministra degli Affari esteri nel governo Letta nel 2013, già commissaria europea per la politica dei consumatori e per gli Aiuti umanitari dal 1995 al 1999, e più volte parlamentare italiana ed europea, Bonino è stata ed è il punto di riferimento di una cultura politica laica, garantista, apertamente europeista.
Nata a Bra, in provincia di Cuneo nel 1948, la leader di +Europa si è laureata in lingue all'Università Bocconi di Milano. Già nei primi anni '70 si avvicina al Partito radicale e viene eletta deputata nel 1976.
Insieme al leader radicale Marco Pannella, da il via alla lotta per legalizzare l'aborto e diventa nota a livello pubblico con il suo impegno nel Centro di informazione sulla sterilizzazione e sull’aborto, da lei fondato quando l'interruzione volontaria di gravidanza era ancora un reato.
Nel 2015 è stata nominata Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana, una delle massime onorificenze dello Stato.
Il percorso di Bonino nella politica europea: gli Stati Uniti d'Europa e le critiche all'Ue
Nel 1979 viene eletta per la prima volta europarlamentare e nei primi anni '80 lavora all'istituzione della Corte penale internazionale. Sarà rieletta per più legislature al Parlamento europeo, dove diventa un punto di riferimento sui diritti umani e le politiche migratorie.
L'opposizione di Bonino ai nazionalismi è sempre stata netta. Con il leader di Italia viva Matteo Renzi, alle elezioni europee del 2024 ha presentato la lista Stati Uniti d'Europa ma non ha raggiunto la soglia del quattro per cento necessaria per entrare al Parlamento Ue. Tra le proposte della lista, la creazione di un esercito europeo, l'introduzione di una cittadinanza europea "non in senso giuridico" ma "in chiave culturale" e il superamento del meccanismo dell'unanimità.
Nonostante sia una fervente sostenitrice dell'Ue, non ha risparmiato le critiche sulla sua gestione. Nel corso degli anni, la leader di +Europa ha espresso la sua opposizione al diritto di veto, in particolare perché mina l'efficacia delle decisioni riguardanti la politica estera dell'Ue, e ha criticato l'assenza di una politica di difesa comune.
In merito alle migrazioni, Bonino ha criticato l’Unione europea e gli Stati membri per l’assenza di una politica comune e per i mancati soccorsi in mare. Rispetto all'integrazione europea, nel 2016 aveva dichiarato in un'intervista a La Stampa: "Per come vedo il mondo, non credo che gli Stati nazionali possano essere all’altezza delle sfide". Un'opinione riconfermata in un'intervista del dicembre 2024 a Repubblica, quando ha ribadito "quanto siano fragili gli stati nazionali”, riferendosi alla crisi politica francese e alle elezioni a Berlino.
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