Donald Trump estende le restrizioni di ingresso negli Usa a 20 nuovi Paesi
L'amministrazione Trump ha incluso altri cinque Paesi e le persone che viaggiano con documenti rilasciati dall'Autorità nazionale palestinese (Anp) nell'elenco dei Paesi soggetti a divieto totale.
Sono state, inoltre, estese ad altri 15 Paesi alcune restrizioni di viaggio, raddoppiando così il numero di Stati interessati dalle limitazioni a un totale di 39.
Lo scorso giugno era stato annunciato un divieto totale di entrata negli Stati Uniti per i cittadini di 12 Paesi e parziale per altri sette.
Il divieto includeva Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. Le restrizioni, invece, sarebbero state applicate ai visitatori provenienti da Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela.
Ma in una stretta, l'amministrazione repubblicana ha annunciato martedì che il divieto sarà esteso a Burkina Faso, Mali, Niger, Sud Sudan e ai palestinesi con documenti dell'Anp.
Mentre le restrizioni parziali sarebbero state applicate anche ad Angola, Antigua e Barbuda, Benin, Costa d'Avorio, Dominica, Gabon, Gambia, Malawi, Mauritania, Nigeria, Senegal, Tanzania, Tonga, Zambia e Zimbabwe.
Le restrizioni si applicano sia ai turisti che alle persone che provano a trasferirsi negli Usa.
Sono esenti dalle restrizioni le persone che hanno già un visto, che sono legalmente residenti permanenti negli Stati Uniti o che hanno determinate categorie di visto, come i diplomatici o gli atleti, o il cui ingresso nel Paese è ritenuto utile per gli interessi degli Stati Uniti.
I cambiamenti entreranno in vigore l'1 gennaio 2026.
L'amministrazione ha imposto da mesi limiti che rendono quasi impossibile a chiunque sia in possesso di un passaporto dell'Autorità Palestinese di ricevere documenti di viaggio per visitare gli Stati Uniti per affari, lavoro, piacere o scopi educativi, ma col nuovo annuncio ai Palestinesi sarà vietato anche emigrare in Usa.
I Paesi stanno valutando le restrizioni
Secondo l'amministrazione Trump molti dei Paesi soggetti a limitazioni presentano "corruzione diffusa, documenti civili fraudolenti o inaffidabili e precedenti penali".
Alcuni Paesi hanno "alti tassi di persone che superavano la scadenza del visto", si "rifiutavano di riprendere i loro cittadini" che gli Stati Uniti volevano deportare o avevano una "generale mancanza di stabilità e controllo governativo", si legge nel comunicato.
L'annuncio probabilmente incontrerà una forte opposizione da parte dei critici che sostengono che l'amministrazione stia usando le preoccupazioni di sicurezza nazionale per tenere fuori collettivamente persone provenienti da un'ampia gamma di Paesi.
"L'estensione del divieto non riguarda la sicurezza nazionale, ma è un altro vergognoso tentativo di demonizzare le persone semplicemente per il loro luogo di provenienza", ha dichiarato Laurie Ball Cooper, vicepresidente dei programmi legali statunitensi dell'International refugee assistance project.
L'amministrazione Trump ha inoltre aggiornato le restrizioni su Laos e Sierra Leone, che in precedenza figuravano nell'elenco delle restrizioni parziali.
Mentre il Turkmenistan è migliorato abbastanza da giustificare l'allentamento di alcune restrizioni sui viaggiatori provenienti da quel Paese, ha annunciato l'amministrazione statunitense.
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