Ungheria, Orbán alla nazione: "Mai l'Ucraina nell'Ue contro la volontà degli ungheresi"
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Il 2025 come l'anno della svolta, ha dichiarato sabato il primo ministro ungherese Viktor Orbán al Várkert Bazaar di Budapest in occasione del suo discorso annuale sullo stato della nazione.
Nella consueta valutazione annuale, il premier ungherese ha promesso riforme economiche e un programma politico radicale. Orbán ha definito inaccettabile l'alta inflazione - la più alta attualmente in Europa al 5,5 per cento - e ha incaricato il ministro dell'Economia di raggiungere un accordo con le catene di supermercati per contenere i prezzi. Annunciato un progetto di sviluppo chiamato programma delle 100 nuove fabbriche e ha promesso la più significativa riduzione delle tasse in Europa: 20mila fiorini di detrazioni per le famiglie con un figlio, 80mila per due e 200mila per tre. Secondo il piano, le madri con due e tre figli non pagheranno alcuna imposta sul reddito per il resto della loro vita.
Orbán: mai Kiev in Ue contro la volontà degli ungheresi
“Contro la volontà dell'Ungheria e degli ungheresi, l'Ucraina non sarà mai un membro dell'Unione europea”, ha detto Orbán, che ha descritto il Paese attaccato come una zona cuscinetto tra la Russia e i Paesi della Nato e ha previsto che, dopo la cessazione della guerra di Mosca, essa riprenderà questo ruolo nonostante le sue ambizioni di entrare nell'alleanza militare occidentale. “L'Ucraina, o ciò che ne rimane, tornerà ad essere una zona cuscinetto”, ha sottolineato Orbán, “non diventerà un membro della Nato”.
"Abbiamo avuto la nostra parte nel cambiamento avvenuto nel mondo, ma ora è arrivato il momento di una vittoria totale, saremo il nuovo mainstream", ha detto ai suoi fedeli tra ovazioni. Secondo Orbán la guerra degli ucraini "è finita con una sconfitta", ha sottolineato la sua convinzione che l'Ucraina "non sarà mai nella Nato", e non sarà nemmeno membro dell'Ue "contro la volontà dell'Ungheria che impedirà questa adesione", ha promesso, perché è contrario agli interessi degli agricoltori ungheresi.
Le cinque “grandi battaglie” dei burocrati di Bruxelles
Nel suo discorso Orbán ha sostenuto che "parlare di patriottismo" a Bruxelles richiede ancora molto coraggio. Secondo il premier dopo un anno difficile per Budapest, l'elezione di Trump e altre vittorie delle forze di destra hanno fatto sì che oggi mezzo mondo bussasse alle porte dell'Ungheria.
Orbán ha delineato quelle che ha descritto come altre quattro grandi battaglie che è pronto a combattere a Bruxelles e contro le posizioni dell'Ue, oltre alla sua posizione nei confronti dell'Ucraina. L'Ungheria non sosterrà il Patto Ue sulla migrazione e l'asilo e si aspetta il sostegno su questo fronte da Paesi Bassi, Polonia e Italia. Tra le promesse presentare un emendamento costituzionale che definisca esplicitamente il genere come maschile e femminile, agli attivisti e agli attivisti Lgbtq il premier ungherese ha detto di non preoccuparsi di preparare gli eventi del Pride in Ungheria quest'anno, che ha definito un'impresa "inutile".
Tra le promesse anche difendere le attuali leggi sulle pensioni, sostenendo che l'Ue sta spingendo per delle riforme volte a "dare soldi alle grandi multinazionali".
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