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Come si possono rendere accessibili le spiagge alle persone a mobilità ridotta?

• Aug 12, 2025, 2:42 PM
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Con la figlia piccola in braccio e un sorriso di gioia, Monique Braeken si gode il vento del Mare del Nord da una carrozzina da spiaggia a Ostenda. “Ho sempre voluto vivere le onde e il mare, ma non potevo”, racconta a Euronews. Ora, finalmente, il sogno è realtà.

Dal 2006, grazie al programma “Sun, Sea... Carefree”, lanciato dall’agenzia fiamminga Inter, otto spiagge belghe sono state rese accessibili alle persone a mobilità ridotta. Non solo passerelle e rampe, ma anche sedie da spiaggia gratuite, alcune elettriche, e “tiralos”, ovvero carrozzine anfibie galleggianti pensate per facilitare il bagno in mare.

Monique non è l’unica ad aver vissuto questa nuova libertà. “Ero completamente bagnata quando sono uscita, ed è stato meraviglioso. Anche i miei nipoti erano felici: hanno potuto vedere la nonna in mare”, racconta emozionata.

Accessibilità concreta e accompagnamento

A fare la differenza sono non solo le infrastrutture, ma anche il supporto umano. Il fondatore del programma, Bart Parmentier, spiega come le caratteristiche del Mare del Nord – spesso agitato – abbiano reso necessaria una soluzione su misura, non replicabile dalle tecnologie automatiche usate nel Mediterraneo.

È per questo che ogni sito offre assistenza in acqua, come racconta Keiko Schelck, operatrice a Ostenda: “Entriamo in acqua con chi non è mai stato al mare. Seguiamo le onde insieme, è molto divertente”. Anche gli utenti in fin di vita, come ricorda la formatrice Joyce Vyncke, possono vedere il mare un’ultima volta, accompagnati da operatori formati.

Un mare pubblico, per tutti

Il servizio è totalmente gratuito e finanziato dai comuni. “Ci piace pensare che il mare sia un servizio pubblico”, afferma Maxim Donck, assessore all'accessibilità di Ostenda.

E i numeri gli danno ragione: solo quest’estate, 372 persone hanno usufruito del servizio, di cui oltre due terzi provenienti da fuori città. “È anche un forte elemento di attrazione turistica”, aggiunge Donck.

In Europa, iniziative simili esistono anche altrove – come in Francia, con il marchio Handiplage – ma il progetto belga si distingue per l’equilibrio tra accessibilità tecnica e supporto umano.

La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità garantisce il diritto di tutti all’accesso paritario al tempo libero e allo sport. In Belgio, quel diritto oggi si traduce in onde, sorrisi e ricordi salati che prima sembravano impossibili.