Italia, turismo balneare dati a confronto: cali a luglio ma per Confcommercio agosto da record

Che questa sia stata un’estate difficile per il turismo in Italia, come hanno più volte lamentato gli albergatori, non è una sorpresa. In generale, in molte città d’arte si è registrato un calo delle prenotazioni, tra cui anche la capitale, complici - per molti addetti ai lavori - le false aspettative legate al Giubileo.
Qualcuno parla anche di una situazione geopolitica troppo instabile, del peso dei dazi e debolezza del dollaro. Gli ultimi dati Istat rilevano un aumento dell’inflazione, a scapito proprio di cibo e vacanze.
L’incremento si aggira attorno all’1,7 per cento per il mese di luglio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, una dinamica che porta le famiglie a una maggiore spesa su base annua, pari a +559 euro, con un aumento dei prezzi dei mezzi di trasporto, delle strutture ricettive e degli stessi stabilimenti balneari (+7,43 per cento su giugno).
Assobalneari e Sib confermano il calo di presenze e consumi
A fotografare il quadro complessivo dei consumi e delle presenze in spiaggia questa estate ci ha pensato il Sib, Sindacato italiano balneari, che nel suo ultimo rapporto, uscito a fine luglio, spiega come i dati relativi a presenze e consumi per lo stesso mese abbiano subito una flessione.
Se da un lato – si legge nella nota – a giugno è stato registrato un aumento complessivo del 20 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, non si può dire la stessa cosa per luglio. I dati, conferma Sib, testimoniano un calo a livello di presenze e consumi pari al 15 per cento, con picchi del 25 per cento in alcune regioni del Sud.
Dello stesso avviso Assobalneari Italia, che riferisce di un calo di presenze generalizzato, con spiagge affollate solo la domenica. La contrazione relativa alla stagione 2025, secondo l’associazione, si attesta tra il 20 per cento e il 30 per cento, con conseguenze - non solo per gli stabilimenti balneari, ma per tutto il tessuto economico delle località costiere.
Il nodo Bolkestein
Nel caso delle spiagge, una ricerca a cura di Altroconsumo offre un’altra prospettiva. Un’indagine svolta su 213 strutture, i cui risultati sono stati pubblicati lo scorso giugno, parla di un aumento del 17 per cento dei prezzi per una postazione in spiaggia rispetto a quattro anni fa. Secondo l’associazione a tutela dei consumatori, ciò è imputabile al libero mercato delle “concessioni infinite” agli stabilimenti balneari privati, che ha rallentato la concorrenza tra i lidi.
Proprio sulle concessioni è ancora aperta la disputa con Bruxelles sul tema Bolkestein. L’Italia, infatti, è sotto procedura d’infrazione da cinque anni, con a carico una multa di oltre 100 milioni di euro, perché non ha mai voluto assegnare la gestione delle spiagge attraverso bandi pubblici.
Per il momento il governo Meloni ha rinviato la questione, promettendo di mettere a gara le spiagge entro il 2027. Non solo: la Commissione europea sarebbe contraria al decreto indennizzi firmato da Salvini, con il quale si vorrebbero risarcire i gestori “uscenti”.
Le stime di Confcommercio
Di tutt’altro parere Confcommercio, che nel rapporto “Osservatorio Turismo” realizzato in collaborazione con SWG titola “Agosto Top”, con 18 milioni di italiani in viaggio e una spesa stimata di 17,6 miliardi di euro. Secondo il vicepresidente di Confcommercio con delega al turismo: “Il contributo del turismo alla nostra economia è destinato a crescere”.
Secondo lo studio, il mare resta la meta preferita, con il 26 per cento degli intervistati che lo sceglie come prima opzione. Non solo: la stima prevede vacanze lunghe almeno una settimana e una spesa media pro capite di 975 euro. Un successo annunciato, secondo Confcommercio, che confermerebbe il turismo tra i principali settori in grado di spingere significativamente il Pil.
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