L'Italia apre alla possibilità di inviare sminatori in Ucraina in caso di tregua

L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni apre all’ipotesi di impiegare personale delle forze armate italiane in operazioni di sminamento sul territorio ucraino, con l’obiettivo di garantire la pace. Conferma che arriva anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Tajani: “Grande esperienza italiana nello sminamento”
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo al Meeting di Rimini, ha confermato la linea: nessun soldato italiano al fronte, ma disponibilità a collaborare nelle operazioni di bonifica. Per ora si tratta soltanto di una disponibilità teorica. Secondo fonti qualificate citate da Repubblica, il governo Meloni ne avrebbe già discusso con Gran Bretagna e Francia nel corso di riunioni riservate tra consiglieri per la sicurezza nazionale.
Diversamente dal gruppo dei cosiddetti “volenterosi”, che spinge per l’invio di soldati da coinvolgere nei combattimenti, l’Italia avrebbe segnalato questa possibile forma di contributo in caso di tregua tra Kiev e Mosca. Tajani ha ribadito le competenze italiane nel settore: “Non siamo favorevoli a inviare truppe – ha spiegato – ma vogliamo dare un contributo importante grazie alla grande esperienza che abbiamo nello sminamento, sia marittimo che terrestre. Poi si vedrà come evolveranno le cose. Sono stati fatti passi avanti anche sul fronte del coordinamento”.
Il precedente del governo Draghi
Già nel 2022, durante il governo Draghi, l’Italia si era offerta per operazioni di sminamento lungo le rotte delle navi cargo nel Mar Nero. Oggi, però, l’eventuale missione avrebbe proporzioni molto più ampie: secondo le ultime stime infatti l'Ucraina risulta il paese più minato al mondo e le operazioni di bonifica potrebbero richiedere fino a trent'anni.
Sempre secondo Repubblica, l’offerta italiana comprenderebbe anche l’Aeronautica, con l’ipotesi di un impegno in operazioni di air policing, ovvero il controllo dello spazio aereo, considerato cruciale per garantire la sicurezza dell’Ucraina nei cieli.
Morto un foreign fighter italiano disperso in Ucraina
Intanto dal fronte è giunta anche la notizia della morte di Luca Cecca, 34 anni, romano, volontario che combatteva nelle file ucraine e di cui non si avevano più notizie dal dicembre 2024. È il nono italiano a perdere la vita nel conflitto.
La notizia è stata diffusa da un profilo Facebook dedicato agli stranieri caduti in Ucraina sul quale si legge:“Il nostro amato fratello italiano, Luca Cecca, che prestava servizio come volontario, è caduto sul campo di battaglia. Onore, gloria e gratitudine al nostro fratello”.La sua morte, avvenuta nel Donetsk, è stata annunciata insieme a quella di un volontario colombiano e di uno francese.
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