Flotilla in acque internazionali sorvolata da droni, a navi militari Ue vietato rispondere attacchi

La missione della Global Sumud Flotilla con oltre cinquanta imbarcazioni dirette a Gaza è in acque internazionali a poco più di 400 miglia dalla Striscia, lo riferisce Tony La Piccirella, uno dei portavoce del gruppo e già membro dell'equipaggio della Handala, che lo scorso luglio aveva tentato di arrivare al largo dei territori palestinesi.
La Piccirella spiega che entro quattro giorni le imbarcazioni raggiungeranno le zone in cui sono state intercettate le precedenti missioni da parte delle forze israeliane. L'attivista aggiunge che il gruppo è stato raggiunto dal gruppo F.Lotta e che altre barche sono partite sabato da Catania e la Conscience, che può trasportare circa cento persone, partirà nei prossimi giorni. A bordo, secondo quanto dichiarato dalle due missioni, ci saranno giornalisti e medici internazionali.
La Piccirella dice anche che la nave Alpino della Marina militare italiana sta accompagnando la Flotilla lungo il suo percorso, ma non è visibile a occhio nudo. Si attende anche l'arrivo della nave militare spagnola Furor. Altri Paesi starebbero poi valutando l'invio di navi militari in supporto.
Delegazione italiana della Flotilla incontra le opposizioni
In una dichiarazione rilasciata domenica mattina, la portavoce della delegazione italiana della Flotilla Maria Elena Delia ha detto che le imbarcazioni si trovano già in acque internazionali. La situazione è rischiosa ma speriamo che le pressioni di questi giorni le tutelino dagli attacchi". "È stata una notte difficile per le condizioni del mare molto mosso. Le imbarcazioni sono state monitorate da droni che, questa volta, si sono mantenuti alti. Non ci sono stati attacchi. Sono seguite a distanza dalla fregata della Marina. L'idea è di proseguire verso la Striscia", ha aggiunto Delia. Non è ancora chiaro se i droni siano di Israele o di Frontex o della Marina greca.
La portavoce ha lasciato il gruppo al largo di Creta per far rientro in Italia dopo le pressioni del governo di Giorgia Meloni affinché gli aiuti umanitari venissero inviati a Cipro per darli in consegna al Patriarcato di Gerusalemme.
Gli incontri tra Flotilla e politica italiana
Secondo fondi media italiane, sabato ci sono stati contatti con il ministero della Difesa italiano e nel pomeriggio di domenica i rappresentati della Flotilla incontreranno i membri dell'opposizione, tra cui Riccardo Magi di +Europa, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra, la segretaria del Pd Elly Schlein e il leader del M5s Giuseppe Conte.
Nel pomeriggio di domenica il ministero della Difesa ha fatto sapere che il ministro Guido Crosetto ha incontrato i rappresentanti della Flotilla
"Ho ribadito loro tutte le mie preoccupazioni, ma anche l’importanza del dialogo e la necessità di evitare azioni che possano mettere a rischio qualunque vita, in primis degli attivisti italiani", ha scritto il ministro nella nota.
Secondo il ministro, l’obiettivo dichiarato della Flotilla è quello di aiutare il popolo di Gaza, "ma è fondamentale che questo impegno non si traduca in atti che non porterebbero ad alcun risultato concreto, ma che, al contrario, rischierebbero di avere effetti drammatici con rischi elevati ed irrazionali", ha aggiunto Crosetto.
"La priorità mia e del Governo è e resta la sicurezza e il ricorso a soluzioni efficaci e sicure per aiutare realmente la popolazione di Gaza, attraverso i canali umanitari e diplomatici, tutti già attivi.
"Ma qualora la Sumud Flotilla decidesse di intraprendere azioni per forzare un blocco navale si esporrebbe a pericoli elevatissimi e non gestibili, visto che parliamo di barche civili che si pongono l’obiettivo di “forzare” un dispositivo militare", ha aggiunto Crosetto concludendo che secondo lui è possibile ottenere risultati migliori e maggiori per il popolo palestinese" in altri modi, mezzi e sistemi, come ho ribadito loro, ringraziando per il confronto sincero e corretto”.
Intanto, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha assicurato che l'unità di crisi della Farnesina segue costantemente gli italiani a bordo della Flotilla e si è detto sempre disponibile ad avere un colloquio con loro.
"La nostra unità di crisi li segue costantemente come li segue la nostra Marina Militare che ha compiti soltanto umanitari non militari, non accompagnerà la Flottilla oltre lo sbarramento israeliano", ha detto Tajani.
Perché le navi militari non interverranno in caso di attacco contro la Flotilla
Un eventuale intervento contro le forze israeliane è stato escluso anche dalla Marina spagnola. Come riporta The Objective, la missione nave Furor (P-46) inviata dal governo in supporto alla Flotilla è puramente di salvataggio e secondo quanto prevedono le regole d'ingaggio della Marina non è contemplato alcuno scenario, diverso dall'autodifesa, in cui l'equipaggio possa aprire il fuoco su navi o aerei israeliani.
Nemmeno nell'ipotetica situazione in cui Israele, che si è mostrato determinato a bloccare la flottiglia quando entrerà nelle acque al largo di Gaza , decida di affondarla, mitragliarla o bombardarla.
In nessun caso, spiega il giornale citando fonti militari, i vari cannoni o mitragliatrici della Furor saranno utilizzati per proteggere le navi della Global Sumud Flotilla. Nemmeno nel caso in cui Israele decidesse di affondare, mitragliare o bombardare una qualsiasi delle imbarcazioni della Flotilla.
Il ministero della Difesa spagnolo, come quello italiano, non ha autorizzato la Furor a entrare nelle 12 miglia nautiche al largo di Gaza, che si estendono lungo i 40 chilometri di costa tra Gaza e il Mediterraneo, attualmente controllate dalla Marina israeliana.
Israele ha vietato la navigazione al largo di Gaza, definita "zona di guerra attiva" e riservata al suo esercito. La flottiglia non potrà raggiungere Gaza via mare, gli aiuti secondo Israele potranno essere scaricati al porto di Ashkelon per l'ingresso via terra. Se la flottiglia ignorasse il divieto, Israele ha giò fatto sapere che userà ogni misura per impedirne l'accesso. In questo caso la Furor potrebbe entrare solo per soccorso/ricerca e solo se autorizzata dalla Marina israeliana.
L'unico scenario che le fonti militari descrivono assolutamente improbabile e che prevede l'apertura del fuoco contro Israele da parte della Furor è quello dell'autodifesa. Se Israele dovesse attaccare apertamente la nave, potrebbe rispondere, ma sempre dopo autorizzazione da parte di fonti del governo.
La Furor, inoltre, è equipaggiata di armi e tecnologie israeliane, un tema che ha provocato diverse critiche in Spagna. Secondo le specifiche pubbliche della nave, ci sarebbero a bordo i cannoni automatici MK-38 da 25 mm, prodotti dalla società britannica BAE Systems e dall'azienda israeliana Rafael, una delle principali aziende di armamenti del Paese.
Emergency si unisce alla Flotilla
Domenica la Global Sumud Flotilla ha fatto sapere che la nave di soccorso “Life Support” di Emergency si è unita alla missione.
La Life Support è una nave dedicata dell'ong Emergency che fornisce supporto medico e logistico fondamentale. "Questo team è pronto a imbarcare personale medico e a gestire una clinica completamente attrezzata per fornire assistenza immediata alle vittime", si legge nel post pubblicato dalla Sumud.
"Disponiamo di sistemi robusti, dalla sorveglianza costante dal ponte di comando al piano di evacuazione di emergenza tramite elicottero o motovedetta, per massimizzare la sicurezza della nostra missione. Stiamo anche facendo scorta di beni di prima necessità e acqua per sostenere il nostro viaggio", conclude il messaggio della missione.
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