Accordo Israele – Hamas: le reazioni della politica italiana

Per la presidente del Consiglio Meloni, con l’accordo “ci sono le condizioni necessarie per aprire un percorso di pace” mentre il ministro Tajani parla di “svolta storica”.
Giangiacomo Calovini, capogruppo Fdi in commissione Esteri della camera, parlando con Euronews sottolina come il contributo oltre che dagli Stati Uniti sia arrivato anche dalle “Pressioni politiche dei governi europei”.
La leader del partito Democratico Schlein insiste sul riconoscimento della Palestina da parte del governo. Su pace duratura o meno, Conte del Movimento 5 Stelle invita alla cautela, “Ancora troppo presto per dirlo”.
Tregua a Gaza, punti da chiarire, “Non è facile arrivare ad una conclusione”
"Ora si parla di tregua e rilascio degli ostaggi, che era la condizione necessaria per aprire un percorso di pace” ha commentato la presidente del Consiglio Meloni, “E di un primo arretramento delle forze israeliane a Gaza. Dopodiché c'è tutto il tema del disarmo di Hamas, c'è il tema di fare in modo che non ci siano nuovi insediamenti in Cisgiordania e c'è il tema di una gestione transitoria particolarmente della Striscia di Gaza”.
“Che non sia facile arrivare ad una conclusione questo è chiaro a tutti” ha detto a Euronews Giangiacomo Calovini, capogruppo Fdi in commissione Esteri della camera, “La proposta è composta da 20 punti che entrambe la parti avrebbero voluto modificare o puntualizzare. I messaggi che stanno comunque arrivando dall’Egitto, il centro delle mediazioni egiziane sono positivi.
Sia la maggioranza e che la stessa Meloni hanno sottolineato l’importanza del ruolo svolto dall’Italia “Il governo Italiano è particolarmente contento perché ha sempre partecipato a qualunque incontro diplomatico nel massimo silenzio per arrivare ad una conclusione di questo tipo” ha aggiunto Calovini.
“Contributo delle pressioni politiche dei governi europei”
Sui dettagli che riguardano il processo di stabilizzazione della pace, c’è ancora molta cautela: “È ancora presto per cercare di capire come l’Italia potrà essere presente in quella zona” ha commentato Calovini,”Il governo italiano si è reso disponibile per poter partecipare anche eventualmente con forze che possono irrobustire la pace in quella zona”.
“Credo che siano state le pressioni politiche, perché di questo si tratta che sono arrivate anche dai governi europei, non credo invece – ha dichiarato Calovini a Euronews - che sia stato determinante il tema del riconoscimento della Palestina. Quindi al di là delle piazze che sono legittime credo che la politica, il lavoro e il dialogo possono essere determinanti e risolutori, davanti a grandi crisi come questa.”
Le opposizioni incalzano, Schlein: “Bene la tregua, adesso si prosegua verso due popoli due Stati”
"Accogliamo con sollievo l'accordo sulla tregua. Il cammino della pace sarà ancora lungo, ma oggi è un passo decisivo, per cui vanno ringraziati gli sforzi diplomatici di Stati Uniti, Qatar, Egitto e Turchia”.
“L'Europa recuperi un ruolo nella ricostruzione di Gaza” ha continuato Schlein, "e nell'assicurare ogni supporto alla popolazione palestinese martoriata”, ha sottolineato Schlein che ha aggiunto: “Ora serve che tutti rispettino l'accordo e che si prosegua con tutti gli altri passi indispensabili per garantire la soluzione politica dei due popoli e due Stati, con il riconoscimento dello Stato di Palestina e la fine dell'occupazione illegale in Cisgiordania”.
Conte: “Non dimentico la vergogna che mi ha fatto provare il governo “
"Vedo che sicuramente in questi giorni gli esponenti del governo si stanno raccomandando presso Washington per avere un posto, un predellino del board per cercare di completare la narrativa che sono stati protagonisti del processo di pace” ha detto Giuseppe Conte. “Ma la storia non la cancelliamo: io come cittadino mi sono per due anni vergognato di essere rappresentato da questo governo e questo è nei libri di storia".
Sulla pace e se questa sarà duratura, parlando da piazza Montecitorio, il leader dei 5 Selle ha aggiunto, “lo dirà il tempo, oggi non possiamo dir nulla, siamo nella prima fase. E che sia a garanzia dell'effettiva autodeterminazione, degli interessi reali, dei bisogni dei cittadini palestinesi, questo anche - ha aggiunto l'ex presidente del Consiglio - bisognerà vederlo”.
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