Italia, forum famiglie ostaggi israeliani: speranza per convivenza pacifica tra i due popoli

Benedetto Sacerdoti, rappresentante italiano del forum delle famiglie degli ostaggi ha commentato ilrilascio dei 20 israeliani ancora in vita da parte di Hamas nella giornata di lunedì, mentre cresce l'attesa per la restituzione dei corpi degli altri 28 ostaggi. Intanto Israele, ha affermato di aver liberato 2mila prigionieri palestinesi. Nello stesso giorno cerimonia per la firma della tregua in Egitto.
“Speriamo che il ritorno delle salme avvenga quanto prima”
Nella giornata di lunedì, nel ghetto ebraico della capitale, il gesto che ha segnato la fine di un incubo durato ormai da oltre due anni è stata la rimozione dello striscione con i nomi degli ostaggi. Molti i volti segnalati come deceduti, eliminati da Hamas.
“Ci siamo uniti alla gioia delle famiglie degli ostaggi liberati che finalmente potranno riabbracciare i loro cari dopo oltre due anni di prigionia” ha dichiarato ad Euronews Benedetto Sacerdoti, del forum italiano delle famiglie degli ostaggi che continua “C’è ovviamente il dolore per le famiglie degli ostaggi uccisi da Hamas e dei quali si attende il ritorno dei corpi”.
“Speriamo che questa fase (quella del ritorno delle salme) possa verificarsi al più presto, in modo che anche queste famiglie possano completare il proprio lutto dando una degna sepoltura ai propri cari.
“A Trump va riconosciuto il merito di aver concretizzato questo accordo”
“Senza dubbio bisogna riconoscere al Presidente Donald Trumpil merito di aver concretizzato questo accordo che in forme diverse è stato sul tavolo per molti mesi”, ha detto Sacerdoti per il quale “L’ostacolo più grosso è stato il diniego da parte di Hamas di rilasciare tutti gli ostaggi insieme”.
“Abbiamo visto anche come nel momento in cui è stata accettata la clausola di rilasciare gli ostaggi, la guerra ha avuto fine” ha aggiunto Sacerdoti per il quale il tema degli ostaggi è stato sfruttato da Hamas per portare avanti la tensione tra le parti.
Proprio la questione del tempismo dietro al rilascio degli ostaggi e di chi sia la responsabilità del ritardo nel trovare un accordo, ha animato le cronache degli ultimi mesi. Motivo questo, che ha scatenato la rabbia dei familiari degli ostaggi che al grido “Bring them home now!” per due anni hanno chiesto a Netanyhau la liberazione degli ostaggi a tutti costi e il prima possibile.
Su questo punto ha fatto parlare l’intervista rilasciata a Channel 4 di un ex negoziatore Gershon Barskin, che dice di aver preso parte alle trattative con Hamas per la liberazione degli ostaggi su incarico delle stesse famiglie.
Nell’intervista Barskin ha dichiarato che già un anno fa, grazie al suo tentativo di mediazione, Hamas avrebbe rilasciato gli ostaggi - ma che da parte israeliana Netanyhau,“Non aveva intenzione di terminare la guerra” ha raccontato l'uomo a Channel 4.
“Speriamo che con quest’ultimi rilasci possa aprirsi un nuovo capitolo di convivenza pacifica tar i due popoli”
Sacerdoti ricorda anche che molte di quelle famiglie rimaste coinvolte nell’attentato del 7 ottobre per mano di Hamas, contro i kibuttz situati vicino al confine con la Striscia di Gaza. “Comunità agricole – ha spiegato Sacerdoti, di origine pacifista, che spesso si erano spese per la convivenza pacifica con i vicini palestinesi”.
Sacerdoti poi fa i nomi di tre ostaggi “Oded Lifshitz, Gad Haggai e Judi Weinstein erano tre attivisti – fa notare Sacerdoti - di cui due uccisi e presi in ostaggio i corpi e uno preso ostaggio e poi ucciso in prigionia che facevano parte di un’associazione che ogni giorno portava i malati oncologici palestinesi dalla Striscia di Gaza per ricevere cure in Israele”.
“Speriamo che con queste liberazioni si possa chiudere questo capitolo bruttissimo – ha fatto notare Sarcerdoti - e che si possa invece aprire un nuovo capitolo che veda la nascita di una convivenza pacifica trai due popoli”.
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