Gaza, l’Ue sollecita Israele a rimuovere le restrizioni sugli aiuti umanitari

La Commissione europea ha chiesto a Israele di eliminare le restrizioni alla consegna degli aiuti alla Striscia di Gaza, una settimana dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas.
L’accordo di tregua, mediato dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, prevede che Israele consenta il passaggio di 600 camion di aiuti al giorno. Finora, però, ne è stato autorizzato solo circa il 50 per cento.
Israele giustifica la misura accusando Hamas di aver violato l’accordo restituendo con lentezza i corpi degli ostaggi israeliani deceduti.
Aiuti bloccati e ostacoli burocratici
Secondo la Commissione, 319 tonnellate di materiali umanitari inviati tramite il ponte aereo dell’Ue (HAB) — tra cui tende e kit invernali — sono ancora bloccati nei magazzini di Amman e Al-Arish.
Una portavoce della Commissione ha segnalato numerosi ostacoli burocratici e criteri di registrazione imposti da Israele che rallentano il lavoro delle Ong e possono portare alla loro cancellazione: “Dobbiamo far arrivare più cibo - ha dichiarato a Euronews Eva Hrncirova - Il World Food Programme ha circa 170.000 tonnellate di cibo pronte per Gaza, sufficienti per tre mesi per l’intera popolazione”.
Aumentano le consegne, ma i bisogni restano critici
Secondo Bruxelles, le Ong e le organizzazioni internazionali hanno iniziato ad aumentare le consegne. Le Nazioni Unite hanno incrementato il personale operativo a Gaza per facilitare la distribuzione.
Il Wfp sta massimizzando l’afflusso di merci per sostenere i programmi di nutrizione e i panifici locali, che ora possono servire 105.000 persone al giorno con pacchi di pane da 2 chili.
L’Ue dispone di tre magazzini umanitari nella Striscia. Quello di Daraj, nel nord di Gaza, è stato evacuato nel settembre 2025 e non è più operativo. Le scorte sono state trasferite nei magazzini di Musadar e Zawayda.
“I bisogni a Gaza sono immensi. C’è carestia, servono cibo, medicine, igiene, acqua e carburante per i servizi essenziali” ha aggiunto Hrncirova.
Solo due valichi aperti
La Commissione ha chiesto anche l’accesso del proprio personale e l’apertura di tutti i valichi di frontiera con Gaza. Dei quattro principali, solo Kerem Shalom e Kissufim, entrambi nel sud della Striscia, sono attualmente aperti.
Bruxelles sottolinea che un aumento immediato del flusso umanitario è essenziale per evitare un ulteriore peggioramento della crisi.
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