Romania, voto al via per le elezioni presidenziali. Premier Ciolacu favorito
Urne aperte in Romania, oggi, per il primo turno delle elezioni presidenziali, il primo di una serie di votazioni entro la fine dell'anno.
Si vota in 19.000 seggi elettorali in Romania, e ben 950 all'estero, per permettere ai cittadini rumeni di votare fuori dai confini nazionali. Per il presidente dell'Autorità elettorale permanente rumena, Toni Greblă, si tratta di un primato: "Nessun altro Paese al mondo apre più di 900 seggi elettorali all'estero", ha detto.
Sono 13 i candidati in corsa per la massima carica del Paese, tra cui due chiari favoriti, ma nessuno di loro dovrebbe ottenere la maggioranza assoluta, il che potrebbe implicare che si andrà al ballottaggio l'8 dicembre, una settimana dopo le elezioni parlamentari del 1° dicembre.
In base a quelli che sranno i risultati delle elezioni, presidenziali e politiche, si teme che l'intero panorama politico della Romania potrebbe diventare molto diverso prima della fine del 2024.
Chi è in corsa?
In testa ai sondaggi c'è il Primo Ministro Marcel Ciolacu, sostenuto dal più grande partito rumeno, il Partito Socialdemocratico (PSD).
Ciolacu ha dichiarato di avere un "piano chiaro per una Romania più prospera che non lasci indietro nessuno, un piano interno basato sulla crescita economica degli investimenti e un piano per una Romania più riconosciuta e influente all'estero".
"Purtroppo abbiamo leader politici che mettono in discussione la nostra presenza nell'Ue e nella Nato - ha dichiarato Ciolacu in campagna elettorale - credo che gli estremisti debbano essere isolati politicamente e non presi in considerazione da nessun governo".
A differenza dei suoi vicini, la Polonia e gli Stati baltici, la Romania è relativamente più sicura su questioni come la guerra in Ucraina e l'influenza russa nelle ex repubbliche sovietiche. Stabilità dovuta anche al Presidente Klaus Iohannis, in carica dal 2014 ormai noto per il suo astenersi dal commentare la politica internazionale nonostante il suo alto incarico lo preveda.
Ciolacu si attesta attualmente intorno al 24% nei sondaggi di opinione e rappresenta la parte conservatrice e nazionalista del PSD.
Il candidato rumeno di estrema destra George Simion
Ma anche il nazionalista di estrema destra George Simion ha qualche possibilità di vittoria, essendosi piazzato al secondo nei sondaggi con il 15%. Simion è a capo dell'Alleanza per l'unità dei romeni (AUR) ed è un convinto nazionalista antieuropeo.
"Vorrei che i rumeni sentissero che i leader sono dei governanti e non dei semplici governati", ha dichiarato il leader dell'Alleanza per l'Unità dei Rumeni ai giornalisti mercoledì a Bucarest.
Il candidato 38enne, a cui è stato vietato di entrare in Moldavia e Ucraina per aver suggerito che parte del loro territorio dovrebbe appartenere alla Romania, ha anche negato le accuse, non dimostrate, di avere legami con i servizi segreti russi.
Oltre a Ciolacu e Simion, altri candidati chiave sono Elena Lasconi del partito Save Romania Union, l'ex vice segretario generale della Nato Mircea Geoana, che si candida in modo indipendente, e Nicolae Ciuca, ex generale dell'esercito e primo ministro del Partito Nazionale Liberale di centro-destra, che attualmente è in una coalizione tesa con il PSD.
Il ruolo presidenziale ha un mandato di cinque anni e ha significativi poteri decisionali in settori quali la sicurezza nazionale e la politica estera.
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