Fact-checking: no, l'Europa non vende biancheria intima "anti-stupro"

Personaggi dell'estrema destra e altri utenti dei social media stanno condividendo una clip che, secondo loro, mostrerebbe erroneamente una nuova marca di biancheria intima "antistupro" sviluppata in Europa.

I post di X, come quello dell'attivista britannico di estrema destra Tommy Robinson, cercano di fomentare il sentimento xenofobo suggerendo che l'Europa sta introducendo la biancheria intima per proteggere le donne dagli immigrati, piuttosto che chiudere le frontiere o fermare l'immigrazione dal "terzo mondo".

Il video è sottotitolato in spagnolo e afferma che la biancheria intima proteggerà l'utente dallo stupro, perché non si strappa, non può essere tagliata e ha una chiusura speciale che si apre solo in una posizione specifica.

Si dice anche che la biancheria intima sia stata sviluppata negli Stati Uniti e che un'azienda tedesca ha lanciato prodotti simili.

Ar Wear non fornisce aggiornamenti dal 2016

Nell'angolo del video si vede il logo di "Ar Wear". Una ricerca su Google dell'azienda ci porta a una pagina del sito americano di crowdfunding Indiegogo. Possiamo vedere che Ar Wear ha lanciato una campagna nel 2013 per produrre la biancheria intima, raccogliendo poco meno di 55mila dollari (48mila euro) in donazioni, ma ora è chiusa.

Ar Wear ha dichiarato che il suo obiettivo era quello di offrire una "protezione indossabile per quando le cose vanno male", in un'ampia gamma di stili e in una forma che fosse difficile da rimuovere con la forza o furtivamente. L'ultima volta che l'azienda ha pubblicato un aggiornamento è stato nel 2016, in cui ha illustrato le difficoltà del processo di produzione.

"Molti degli impedimenti ai nostri progressi sono legati alla difficoltà di mantenere l'alta qualità necessaria affinché l'indumento conservi gli attributi difensivi dei prototipi, passando al contempo a un metodo realistico di produzione di massa in una fascia di prezzo del prodotto finale accessibile", ha dichiarato Ar Wear nel marzo 2016. "Vi aggiorneremo quando avremo dei progressi reali da riferire e vi ringraziamo per il vostro continuo supporto".

Anche gli utenti di Internet hanno ripetutamente postato commenti senza risposta negli ultimi anni, suggerendo che il prodotto non è mai stato rilasciato al pubblico. "Ciao, qualche aggiornamento da tre anni fa?", si legge in un commento del 2019. "Quindi, siete scappati con i nostri soldi?", chiede un altro del 2018.

Sulla pagina del crowdfunding, possiamo trovare anche la versione completa e originale della clip postata su X. I sottotitoli in spagnolo nella clip più piccola sembrano provenire dal servizio video in lingua spagnola Vix, poiché possiamo vedere una vecchia versione del suo logo nell'angolo in alto a destra del video.

Per quanto riguarda l'azienda tedesca menzionata nella clip, possiamo vedere un altro logo di "Safe Shorts" nell'angolo in basso a destra della clip quando viene menzionata l'azienda.

Un'altra ricerca su Google ci porta a vari articoli scritti nel 2017 e nel 2018 su Safe Shorts, che risulta essere un marchio di pantaloncini antistupro creato da Sandra Seilz, una donna tedesca vittima di un tentativo di stupro.

Le immagini del prodotto corrispondono a quelle dell'azienda tedesca mostrate nella clip, ma The Cube non è riuscito a rintracciare alcun sito web o dettagli di contatto per l'azienda, suggerendo che non sono più disponibili.

La ricerca su Google ci mostra anche che non è la prima volta che il video si diffonde come parte di una narrazione fuorviante in Europa. Ci indica un precedente fact checking prodotto dall'emittente spagnola Rtve nel 2024.

Aumento delle denunce di violenza sessuale nell'Ue

I dati mostrano che le denunce di violenza sessuale sono in aumento nell'Ue. Ad aprile, Eurostat ha mostrato che il numero di reati di violenza sessuale, compreso lo stupro, è aumentato del 79,2 per cento nel 2023 rispetto al 2013.

I reati di stupro, come parte dei reati di violenza sessuale, sono più che raddoppiati durante questo periodo, con un aumento del 141 per cento.

Eurostat ha osservato che l'aumento del numero di reati di violenza sessuale registrati dalla polizia è strettamente legato alla sensibilizzazione della società, che potrebbe aumentare i tassi di denuncia.

Un'altra serie di dati Eurostat pubblicata nel 2024 ha rilevato che circa una donna su tre nell'Ue ha subito violenza fisica o sessuale da quando è adulta. Lo stesso rapporto ha rivelato che il 13 per cento delle donne ha riferito di aver subito uno stupro o altri atti sessuali degradanti o umilianti.