Trump accoglie il presidente siriano al-Sharaa per negoziare l'ingresso nella coalizione anti-Isis
Per la prima volta dal 1946, un presidente siriano entrerà alla Casa Bianca. Donald Trump ospita il presidente della Siria, Ahmad al-Sharaa, in un incontro che segna una svolta diplomatica dopo anni in cui Damasco era stata isolata dalla scena internazionale.
La Casa Bianca ha definito la visita “storica”. La portavoce Karoline Leavitt ha spiegato che l’incontro rientra negli sforzi del presidente americano di “parlare con chiunque sia alla ricerca della pace”. Al-Sharaa è arrivato negli Stati Uniti sabato, secondo i media statali siriani.
Un incontro senza precedenti: la Siria verso la coalizione anti-Isis
L’obiettivo principale dei colloqui è chiaro: integrare la Siria nellacoalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti contro il gruppo dello Stato Islamico. Sebbene le forze ribelli siriane e le Forze Democratiche Siriane a guida curda combattano da tempo l’Isis sul terreno, l’adesione formale alla coalizione segnerebbe un cambio di paradigma nelle relazioni tra Washington e Damasco.
Il vertice rappresenta il secondo faccia a faccia tra Trump e al-Sharaa. Il primo avvenne a maggio in Arabia Saudita, dove Trump descrisse il leader siriano come un uomo “determinato” e “con un passato forte”. Le dichiarazioni suscitarono reazioni internazionali, vista la storia controversa di al-Sharaa: in passato, prima di abbandonare quei gruppi, era stato associato a milizie estremiste e aveva una taglia sulla testa.
La questione cruciale: le sanzioni contro la Siria
Al-Sharaa arriva a Washington con una priorità assoluta: ottenere la revoca definitiva delle sanzioni economiche che, negli ultimi anni, hanno colpito la Siria a causa delle violazioni dei diritti umani da parte del precedente governo Assad.
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha già votato per sospendere le misure restrittive nei confronti del presidente siriano e di numerosi funzionari del nuovo governo. Trump ha sospeso le sanzioni previste dal Caesar Act, ma per eliminarle definitivamente serve un voto del Congresso americano.
Il Congresso appare diviso:
- la senatrice democratica Jeanne Shaheen vuole una revoca totale e immediata,
- il senatore repubblicano Lindsey Graham propone invece una revoca condizionata, con verifiche semestrali.
Secondo Mouaz Moustafa, direttore della Syrian Emergency Task Force, una revoca condizionata scoraggerebbe investimenti esteri, perché “mantiene un’ombra sospesa sulla Siria”.
L’ascesa politica di al-Sharaa
L’ascesa di al-Sharaa è tra le più sorprendenti della storia politica recente. Solo nel 2004 era detenuto in un centro di prigionia statunitense in Iraq. Dopo aver abbandonato i gruppi estremisti, è tornato in Siria e ha guidato le forze ribelli che, lo scorso dicembre, hanno deposto Bashar al-Assad dopo oltre un decennio di guerra civile.
Nominato presidente ad interim a gennaio, ha intrapreso una campagna diplomatica per reinserire la Siria sulla scena globale. Il vertice con Trump è il culmine di questa strategia.
La visita apre un nuovo capitolo nelle relazioni tra Stati Uniti e Siria — un capitolo ancora fragile, ma in grado di ridefinire gli equilibri in Medio Oriente.
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